LA VOCE ARANCIONE. Il Blog di Matteo Cazzulani

Guerra del Gas: Russia e Turchia ancora divise sul Turkish Stream

Posted in Guerra del gas by matteocazzulani on March 21, 2016

Il monopolista statale russo del gas Gazprom cerca di riattivare il gasdotto per incrementare la dipendenza dell’Unione Europea dalle risorse energetiche russe. Mentre Grecia e Bulgaria guardano a Mosca, Georgia e Ucraina sono più interessate all’intesa di Ankara con l’Azerbaijan



Varsavia – La quiete prima e dopo la tempesta sembra trasparire dalla richiesta del monopolista statale russo del gas, Gazprom, di riallacciare i rapporti con la Turchia per avviare la realizzazione del Turkish Stream: gasdotto che la Russia ha progettato per incrementare la dipendenza dell’Europa dalle forniture di gas di Mosca. 

Nella giornata di venerdì, 18 Marzo, Gazprom, come riportato dall’agenzia RIA Novosti, ha posto la ripresa delle relazioni tra Russia e Turchia come condizione essenziale per riattivare il Turkish Stream che, secondo i progetti, dovrebbe veicolare in Europa 63 miliardi di metri cubi di gas all’anno dal territorio russo a quello turco -e successivamente alla Grecia- attraverso il fondale del Mar Nero.

Come ricordato da Gazprom, il Turkish Stream rappresenta la riedizione del Southstream. Questo gasdotto, progettato sempre dal monopolista russo per incrementare la dipendenza dell’Europa dal gas di Mosca inviando 63 Miliardi di metri cubi di gas all’anno dalla Russia all’Austria, è stato congelato dalla Commissione Europea perché non conforme al Terzo Pacchetto Energetico UE.

Oltre allo stop da parte della Commissione Europea, che ha già dichiarato che anche il Turkish Stream deve osservare il Pacchetto anti-monopolio che regola il mercato UE dell’energia, Gazprom ha incassato una risposta tiepida da parte della Turchia in merito al progetto.

Prima di essere congelato dalla Russia in seguito all’abbattimento del velivolo militare russo sconfinato in territorio turco durante le operazioni belliche in Siria lo scorso 24 Novembre, Ankara ha dato il nulla osta solamente alla costruzione di un tratto del Turkish Stream, e non due come, invece, richiesto da Gazprom.

A motivare l’opposizione della Turchia al Turkish Stream è, in primo luogo, la volontà di Ankara di non incrementare la dipendenza energetica da un paese, la Russia, che in seguito all’annessione della Crimea ha messo a repentaglio gli interessi turchi nello scacchiere del Mar Nero.

In secondo luogo, alla Turchia risulta più conveniente investire nella partnership energetica con l’Azerbaijan finalizzata alla realizzazione di progetti energetici miranti anche alla diversificazione delle forniture di gas dell’Unione Europea. 

Come dichiarato in una nota dal Ministero dell’Energia turco, Ankara ha espresso la volontà di accelerare i lavori per la realizzazione del Gasdotto Trans Anatolico -TANAP- un’infrastruttura, compartecipata dal colosso nazionale azero SOCAR e dalla compagnia turca Botas, concepita per veicolare un massimale di 30 miliardi di metri cubi di gas dall’Azerbaijan all’Unione Europea attraverso la Turchia.

La TANAP sarà collegata al Gasdotto Trans Adriatico -TAP- infrastruttura deputata al trasporto del gas azero dalla Turchia all’Italia attraverso Grecia ed Albania. La TAP è stata inserita dalla Commissione Europea, assieme a una serie di rigassificatori in Polonia, Lituania, Estonia, Germania, Croazia e Finlandia, tra i progetti di interesse strategico dell’UE.


Dal punto di vista turco, la partnership con l’Azerbaijan mediante la TANAP rappresenta un punto di forza per potere creare un’intesa energetica composta da Paesi la cui sicurezza energetica è messa a serio repentaglio dalla condotta di Gazprom nel Mondo ex-sovietico, come Georgia ed Ucraina.

Nei confronti di Georgia e Ucraina, Gazprom infatti ha applicato incrementi di tariffario sistematici ogni qual volta a Tbilisi e Kyiv veniva insediato un Governo filo-Europeo: così, ad esempio, è avvenuto nel 2006 nei confronti dell’Amministrazione del Presidente georgiano Mikheil Saakashvili e nel 2009 nei confronti dell’Esecutivo ucraino di Yulia Tymoshenko.

Non a caso, negli ultimi anni dell’Amministrazione Saakashvili la Georgia ha incrementato la cooperazione energetica con l’Azerbaijan, mentre, di recente, il Presidente ucraino, Petro Poroshenko, ha messo a disposizione il sistema infrastrutturale energetico ucraino per veicolare il gas dell’Azerbaijan in Unione Europea in caso di ostruzionismo da parte della Grecia.

Proprio la Grecia, secondo il punto di vista russo, rappresenta una pedina importante che può rovinare il progetto della Commissione Europea di diversificazione delle forniture di gas per il mercato UE.


L’Europa resiste a Gazprom

La Grecia, il cui Premier, Alexis Tsipras, intrattiene un rapporto di stretta alleanza con Mosca, sostiene sia la TAP che il Turkish Stream e, assieme alla Bulgaria -altro Paese dell’UE che sostiene sia il Gasdotto Trans Adriatico che quello turco- è uno dei Paesi più inclini a rafforzare la cooperazione energetica con la Russia.

Così, Atene e Sofia sono due alleati dei quali Mosca potrebbe avvalersi per rompere il sodalizio energetico tra Unione Europea e Turchia e mantenere una posizione di egemonia nel mercato energetico UE.

Per ora, a frenare il progetto della Russia resta tuttavia la posizione ferma del Vicepresidente della Commissione Europea, Maroš Ševčovič.

Come riportato dall’agenzia Trend, Ševčovič, che presso la Commissione Europea ha la delega alla realizzazione dell’Unione Energetica Europea, nalla giornata di venerdì, 18 Marzo, ha sottolineato come TANAP e TAP siano progetti moderni dei quali l’Europa ha bisogno per garantire sia la proroga sicurezza energetica che quella nazionale. 

Matteo Cazzulani

Analista Politico dell’Europa Centro Orientale

@MatteoCazzulani

L’Ucraina interessata al Corridoio Energetico Europeo

Posted in Guerra del gas by matteocazzulani on December 30, 2015

Come dichiarato dal Ministro dell’Energia ucraino, Volodymyr Demchyshyn, Kyiv intende importare gas dalla Turchia per decrementare la dipendenza dalla Russia. Già avviati i contatti con Slovacchia e Polonia per una partnership energetica



Varsavia – Un’Ucraina pienamente europea sul piano energetico. Questo è quanto emerso dalle dichiarazioni del Ministro dell’Energia ucraino, Volodymyr Demchyshyn, che, all’agenzia Trend, ha dichiarato che Kyiv è interessata a compartecipare al Corridoio Meridionale Energetico Europeo, fascio di gasdotti concepito dalla Commissione Europea per importare gas dall’Azerbaijan per diversificare le forniture di energia.

Nello specifico, il Ministro Demchyshyn ha evidenziato come l’Ucraina sia interessata ad importare gas dal Gasdotto Trans Anatolico -TANAP- una delle infrastrutture del Corridoio Meridionale Energetico Europeo deputato a veicolare il gas proveniente dall’Azerbaijan dalla Georgia al confine tra Turchia e Grecia, attraverso tutta la penisola anatolica. 

L’altra infrastruttura del Corridoio Meridionale Energetico Europeo è il Gasdotto Trans Adriatico -TAP- progettato per veicolare il gas azero dalla Grecia all’Italia attraverso l’Albania.

La partecipazione dell’Ucraina al Corridoio Meridionale Energetico Europeo è resa ancora più forte dal recente interessamento di Israele al progetto come fornitore di gas attraverso un gasdotto che collega i giacimenti israeliani del Mar Mediterraneo alla Turchia.

Inoltre, l’Ucraina, a seguito dell’aggressione militare russa nel Donbas e all’annessione illegale della Crimea alla Russia, è in cerca di ogni forma possibile per rendersi totalmente indipendente da Mosca. 

Per questa ragione, l’Ucraina ha già raggiunto accordi per l’importazione di gas dalla Slovacchia, mentre la Polonia ha offerto a Kyiv l’invio del gas che Varsavia importa sotto forma di LNG dal rigassificatore di Świnoujście.

Nonostante l’opera di diversificazione da Mosca, il Ministro Demchyshyn ha ribadito l’impegno dell’Ucraina come Paese di transito del gas russo verso gli acquirenti dell’Unione Europea particolarmente dipendenti dalle forniture della Russia, come Austria, Slovenia e Italia.

Europa Centrale, Commissione Europea, Consiglio Europeo e Italia contro il Nordstream

Il Ministro Demchyshyn ha poi criticato il prolungamento del Nordstream, gasdotto progettato dalla Russia, in partnership con la Germania, per veicolare 110 miliardi di metri cubi all’anno dal territorio russo a quello tedesco attraverso il fondale del Mar Baltico.

Il Nordstream, il cui primo tratto, dalla portata di 55 miliardi, di metri cubi è già stato realizzato nel 2012, incrementa la dipendenza dell’Unione Europea dalle forniture di gas della Russia e isola i Paesi membri dell’UE dell’Europa Centro Orientale.

Per questa ragione, i Paesi della regione dal Mar Baltico al Mar Adriatico, rappresentati dal Presidente della Polonia, Andrzej Duda, e dal Premier della Repubblica Ceca, Bohuslav Sobotka, hanno fortemente contestato il Nordstream.

Concordi con la posizione dei Paesi dell’Europa Centro Orientale si sono detti, per diverse ragioni, il Presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, il Premier italiano, Matteo Renzi, e il Commissario UE all’Energia, Maroš Ševčovič.

Matteo Cazzulani

Analista Politico dell’Europa Centro Orientale

@MatteoCazzulani

L’Europa diversifica le forniture di gas: a Baku varato il Corridoio Meridionale

Posted in Guerra del gas by matteocazzulani on September 23, 2014

Il progetto, composto dal Gasdotto Trans Anatolico -TANAP- e dal Gasdotto Trans Adriatico -TAP- consente all’Europa di incrementare la sicurezza energetica importando carburante dal territorio azero. Nel complesso, le infrastrutture, per cui è previsto un investimento di più di 45 Miliardi di Dollari, raggiungono una lunghezza di circa 2 Mila chilometri

Un insieme di gasdotti di circa 2 Mila chilometri dal Caucaso all’Italia, attraverso Turchia, Grecia ed Albania, senza contare le diramazioni che assicureranno a molti Paesi dell’Unione Europea di diversificare le forniture di gas. Nella giornata di sabato, 20 Settembre, a Baku, in Azerbaijan, è stato varato il Corridoio Meridionale: fascio di gasdotti, supportato dall’Unione Europea, concepito per veicolare fino a 20 miliardi di metri cubi di gas.

Come riportato dall’Hurriyet Daily News, il Corridoio Meridionale è composto dal già esistente Gasdotto del Caucaso Sud Orientale, che veicola il gas dall’Azerbaijan alla Turchia attraverso la Georgia, dal Gasdotto Trans Anatolico -TANAP, che attraversa tutto il territorio turco- e dal Gasdotto Trans Adriatico -TAP- che conduce il carburante dalla Grecia alla Provincia di Brindisi attraverso l’Albania.

Oltre a questi tre gasdotti, il Corridoio Meridionale prevede alcune diramazioni, come il Gasdotto Ionico Adriatico -IAP- che conduce parte del gas dell’Azerbaijan dall’Albania in Montenegro, Bosnia-Erzegovina e Croazia -dove sarà immesso nel Corridoio Nord-Sud che conduce il gas dal rigassificatore croato di Krk fino alla Polonia- e l’Interconnettore Grecia-Bulgaria.

Nel suo complesso, il progetto è compartecipato, oltre che dai Governi dei Paesi interessati, anche da alcune compagnie energetiche, come il colosso azero SOCAR, quello britannico British Petroleum, quello norvegese Statoil, la compagnia francese Total, la tedesca E.On, la belga Fluxys, e la svizzera Axpo.

Soddisfazione per la realizzazione del Corridoio Meridionale, che come dichiarato dal Capo della SOCAR, Rovnag Abdullaev, comporta investimenti per più di 45 Miliardi di Dollari, è stata dichiarata dal Presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso, che, come riportato dall’autorevole Trend, ha illustrato come il progetto sia necessario a garantire la diversificazione delle forniture di gas per l’Europa, che, ad oggi, dipende quasi esclusivamente da pochi fornitori che, spesso, si avvalgono dell’energia come arma di ricatto geopolitico.

Apprezzamenti sono stati dichiarati anche dal Ministro del Commercio britannico, John Livingston, che ha sottolineato come il Corridoio Meridionale, di cui si sta progettando il prolungamento dall’Italia alla Gran Bretagna, attraverso Svizzera, Germania, Francia e Belgio, sia necessario per lo sviluppo sia di tutti i Paesi interessati dal percorso dei gasdotti, che di tutti quelli dell’UE.

Pareri favorevoli all’infrastruttura sono stati dichiarato da altri rappresentanti dei Paesi coinvolti nel Corridoio Meridionale presenti all’inaugurazione, come, tra gli altri, il Ministro dell’Energia turco, Taner Yildiz, il Premier greco, Antonis Samaras, e il Ministro dell’Energia albanese, Damian Gjiknuri.

Un successo anche del Governo Renzi

Degne di nota sono state le dichiarazioni del Viceministro dello Sviluppo Economico italiano, Claudio De Vincenti, che ha sottolineato come l’Italia sia tra i Paesi più attivi nella realizzazione del Corridoio Meridionale per perseguire una politica mirata alla messa in sicurezza delle proprie forniture di idrocarburi.

Ad oggi, l’Italia dipende quasi esclusivamente dalle forniture di gas di Algeria e Russia, ma con la realizzazione della TAP -l’ultimo tratto del Corridoio Meridionale- ha la possibilità di diventare l’hub europeo del gas dell’Azerbaijan, e, così, di rafforzare notevolmente il suo peso energetico e politico in UE.

A volere fortemente la realizzazione della TAP, che oltre ad incrementare la sicurezza energetica dell’Italia è destinata a creare nuovi posti di lavoro, sono stati l’attuale Premier, Matteo Renzi, e i due Capi di Governo che lo hanno preceduto, Enrico Letta e Mario Monti.

Per quanto riguarda l’arco parlamentare, a sostenere la TAP, in Italia, sono stati Partito Democratico, Nuovo Centro Destra, Scelta Civica, Socialisti e parte di Forza Italia, mentre parere contrario all’ultimo tratto del Corridoio Meridionale è stato espresso da Lega Nord, Movimento 5 Stelle, Sinistra-Ecologia-Libertà, Fratelli d’Italia e parte di Forza Italia.

Esemplificativo della motivazione dell’opposizione di alcune forse politiche alla TAP è il loro totale assenso al Southstream: un gasdotto progettato dal Presidente russo, Vladimir Putin, e dall’ex-Premier italiano, Silvio Berlusconi, per incrementare la quantità di gas russo inviata in Italia.

A differenza della TAP, il Southstream non diversifica le forniture di gas per l’Italia e l’Europa e, per questo, è osteggiato alla Commissione Europea, che ritiene il gasdotto russo non in linea con i principi di rafforzamento della sicurezza energetica che l’UE si è posta con la realizzazione del Corridoio Meridionale e di una serie di rigassificatori in tutto il continente.

Matteo Cazzulani
Analista Politico dell’Europa Centro-Orientale
Twitter @MatteoCazzulani

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GAS: LETTA IN AZERBAIJAN RAFFORZA LA POSIZIONE DELL’ITALIA NELLA TAP

Posted in Guerra del gas by matteocazzulani on August 11, 2013

Il Premier italiano illustra l’importanza della realizzazione del Gasdotto Trans Adriatico per diversificare le fonti di approvvigionamento di gas dell’Italia. Un cambio di passo rispetto alla politica energetica dei precedenti Esecutivi

Un Leader europeo impegnato nella tutela della diversificazione energetica dell’Italia e dell’UE. Questa è l’immagine uscita dalla missione del Premier italiano, Enrico Letta, in Azerbaijan, per discutere della cooperazione energetica tra Roma e Baku, legata alla realizzazione del Gasdotto Trans Adriatico -TAP.

Letta ha illustrato l’importanza della TAP per diversificare le forniture energetiche italiane: con il trasporto diretto del gas dall’Azerbaijan, l’Italia romperà con la dipendenza dai soli approvvigionamenti di Russia ed Algeria, a cui il BelPaese si è fortemente legato negli ultimi tempi.

Il Premier Letta ha anche sottolineato come la realizzazione del Gasdotto Trans Adriatico abbia implementato la cooperazione tra Italia, Albania, Grecia e Turchia, i Paesi coinvolti dal transito dell’infrastruttura.

“La TAP è un mezzo che attrae investimenti” ha risposto il Presidente azero, Ilkham Aliyev, che si è detto concorde con la proposta del Premier Letta di implementare non solo la cooperazione sul piano energetico, ma anche i rapporti commerciali ed industriali tra Italia ed Azerbaijan.

Come riportato dall’agenzia Trend, Letta ed Aliyev hanno anche discusso della questione del Nagorno-Karabach: territorio conteso tra Azerbaijan ed Armenia fonte di forti tensioni militare.

La missione di Letta, dimostra il chiaro sostegno dell’Italia ad un progetto europeo concepito per diminuire la dipendenza dell’Unione Europea dal gas dalla Russia: un chiaro cambio di passo rispetto alla politica energetica di Roma degli ultimi tempi.

I Governi conservatori, guidati da Silvio Berlusconi a intervalli dal 2001 al 2010, hanno infatti portato l’Italia a rafforzare la dipendenza dalla Russia con accordi bilaterali tra Mosca e Roma che, nonostante l’opposizione dell’UE, hanno incentivato la realizzazione del gasdotto Southstream.

Questo gasdotto, contrastato dalla Commissione Europea perché destinato ad implementare il dominio russo nel mercato energetico UE, è progettato dalla Russia per rifornire l’Europa di ulteriori 63 Miliardi di Metri Cubi di gas.

Con l’appoggio del Governo Letta alla TAP, confermato dalla visita del Premier italiano a Baku, la politica italiana ha assunto un posizionamento finalmente in linea con l’Europa.

Il Governo Letta -retto dalle larghe intese tra Partito Democratico, Popolo Della Libertà, Lista Civica, e Centro Democratico- si è infatti dimostrato attento all’importanza di diversificare le forniture di gas del Paese, senza più subordinare la politica energetica italiana all’amicizia personale del Premier con il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin.

L’Italia attenta a non perdere il vantaggio del gas azero sul territorio nazionale

Inoltre, la missione del Premier Letta in Azerbaijan ha avuto lo scopo di rafforzare la posizione italiana all’interno del Gasdotto Trans Adriatico che, secondo indiscrezioni, su pressione delle compagnie che compartecipano il progetto potrebbe seriamente essere prolungato dall’Italia all’Europa Nord-Occidentale.

Questo scenario comporterebbe il declassamento dell’Italia da principale mercato di sbocco del gas azero in Europa a mero Paese di transito, senza ottenere i vantaggi che, invece, gli altri Stati attraverso cui passa la TAP -Grecia ed Albania- hanno già ottenuto.

Il Gasdotto Trans Adriatico è l’infrastruttura selezionata per veicolare in Europa 10 Miliardi di metri cubi di gas azero all’anno dal confine tra Grecia e Turchia attraverso l’Albania in Italia.

La TAP è compartecipata dal colosso britannico British Petroleum, da quello azero SOCAR, da quello norvegese Statoil, dalla compagnia francese Total, da quella belga Fluxys, da quella svizzera AXPO e dalla tedesca E.On.

Matteo Cazzulani

LA TAP SI RAFFORZA IN GRECIA E GEORGIA

Posted in Guerra del gas by matteocazzulani on July 4, 2013

Il consorzio deputato alla realizzazione del Gasdotto Trans Adriatico -TAP- estende la partnership con la compagnia greca DESFA, di recente acquisita dal colosso azero SOCAR. L’accordo implementa la distribuzione del gas dell’Azerbaijan nei Balcani

Grecia e Georgia consolidano un’infrastruttura importante per la diversificazione degli approvvigionamenti di gas dell’Europa. Nella giornata di mercoledì, 3 Luglio, il consorzio deputato alla realizzazione del Gasdotto Trans Adriatico -TAP- ha firmato un accordo di partnership con la compagnia greca DESFA, incaricata del controllo del Sistema di Trasporto del Gas di Atene.

Nello specifico, l’accordo prevede la cooperazione tra il consorzio TAP e la DESFA per quanto riguarda la realizzazione del tratto greco del Gasdotto Trans Adriatico: un tratto di 550 Chilometri dalla città di Kipoi, ubicata al confine con la Turchia, a Dipotamia, città nei pressi dell’Albania.

L’accordo è stato senza dubbio favorito dalla recente acquisizione della DESFA da parte del colosso energetico azero SOCAR: una delle compagnie più importanti all’interno del consorzio della TAP.

Come riportato in una nota dal Direttore Commerciale della TAP, Lutz Landwehr, la collaborazione con la DESFA permette non solo il radicamento del Gasdotto Trans Adriatico in Grecia, ma anche la sua espansione nei Balcani Occidentali ed Orientali.

La TAP è progettata per veicolare 21 Miliardi di metri cubi di gas dell’Azerbaijan all’anno in Italia, a San Foca, nel Salento, dalla Grecia attraverso l’Albania.

Lungo questo tratto, dalla TAP è prevista la realizzazione del Gasdotto Ionico Adriatico -IAP- concepito per veicolare 5 Miliardi di metri cubi di gas in Croazia dall’Albania attraverso Montenegro e Bosnia Erzegovina.

Dalla Grecia, la realizzazione dell’Interconnettore Grecia Bulgaria -BGI- consente il trasporto del gas azero anche in territorio Bulgaro.

Infine, dall’Italia il gas azero potrà essere veicolato in Svizzera, Francia, Germania, Belgio e Gran Bretagna grazie alla presenza tra i compartecipanti della TAP della compagnia tedesca E.On, della svizzera AXPO, della belga Fluxys e del colosso britannico British Petroleum -oltre che del colosso norvegese Statoil, di quello azero SOCAR e della compagnia francese Total.

Lo scorso 28 Giugno, la TAP, supportata politicamente dai Governi di Italia, Svizzera, Grecia ed Albania, è stata selezionata come unico gasdotto attraverso il quale veicolare il gas azero in Europa.

La decisione è stata presa da parte del consorzio incaricato della gestione del giacimento dell’Azerbaijan Shakh Deniz II, composto da Statoil, SOCAR, British Petroleum e Total.

La Georgia aumenta la quantità di gas trasportata in Europa

Come riportato dall’autorevole Trend, sempre mercoledì, 3 Luglio, il consorzio Shakh Deniz ha concordato con il Premier georgiano, Bidzina Ivanishvili, investimenti di 2 Miliardi di Dollari per ampliare il Gasdotto del Caucaso del Sud, attraverso cui il gas dall’Azerbaijan è trasportato in Turchia tramite tutto il territorio della Georgia.

Lungo il territorio turco, l’oro blu azero è trasportato in Unione Europea attraverso il Gasdotto Trans Anatolico -TANAP- realizzato su sostegno dei Governi di Azerbaijan e Turchia.

La TANAP, supportata politicamente da Commissione Europea, Turchia ed Azerbaijan, è compartecipata dalla SOCAR e dalle compagnie turche BOTAS e TPAO.

Matteo Cazzulani

L’AZERBAIJAN SOSTIENE IL TRASPORTO DEL GAS DEL TURKMENISTAN IN UNIONE EUROPEA

Posted in Guerra del gas by matteocazzulani on April 6, 2013

Il Ministro dell’Energia azero, Natik Aliyev, sostiene la necessita di veicolare il gas turkmeno in UE. L’Albania da l’approvazione alla realizzazione del Gasdotto Trans Adriatico

Un contributo considerevole per la diversificazione delle forniture di energia dell’Europa. Nella giornata di giovedì, 4 Aprile, l’Azerbaijan ha sostenuto la necessità di trasportare gas dal Turkmenistan in Europa attraverso le condutture realizzate in territorio azero.

Come riportato dall’autorevole Trend, il Ministro dell’Energia dell’Azerbaijan, Natik Aliyev, ha dichiarato che le trattative per collegare il Gasdotto Trans Caspico con il Corridoio Meridionale UE -entrambi progetti in fase di realizzazione- sono ad un buon punto.

Nel Settembre 2011, la Commissione Europea ha dato via libera ai negoziati con Azerbaijan e Turkmenistan per l’acquisto, ed il trasporto, di gas azero e turkmeno in Europa attraverso un gasdotto sul fondale del Mar Caspio -il Gasdotto Trans Caspico- ed un fascio di condutture progettato fino in Austria dalla Georgia attraverso Turchia, Bulgaria, Romania ed Ungheria -il Corridoio Meridionale.

Parere contrario al Gasdotto Trans Caspico è stato espresso dalla Russia, che intende mantenere la propria egemonia sulle forniture di gas dell’Europa -ad oggi dipendente dagli approvvigionamenti del Cremlino per il 40% del proprio fabbisogno continentale complessivo.

A dare impulso alla realizzazione del Corridoio Meridionale, sempre giovedì, 4 Aprile, e stato il Governo albanese, che ha approvato in via definitiva l’Accordo di Ospitalità Governativo del Gasdotto Trans Adriatico -TAP, una delle infrastrutture del Corridoio Meridionale.

Questa infrastruttura, compartecipata dal colosso energetico norvegese Statoil, dalla compagnia tedesca E.On, e dalla svizzera AXPO, e sostenuto politicamente dal Governo italiano, albanese, svizzero e greco, è progettata per veicolare il gas dell’Azerbaijan in Italia dalla Grecia attraverso l’Albania.

Nello specifico, il documento ratificato dal Governo albanese impegna il consorzio incaricato della realizzazione della TAP a sviluppare la produzione industriale locale, a incentivare la realizzazione di strade e infrastrutture, ed a favorire nuove opportunità di occupazione.

La TAP favorisce anche l’Italia

La realizzazione del Gasdotto Trans Adriatico è strategica anche per l’Italia, che grazie alla TAP può diventare l’hub europeo della distribuzione del gas dell’Azerbaijan, rafforzando così il suo peso politico in seno all’UE.

Inoltre, il Gasdotto Trans Adriatico permette la creazione di posti di lavoro in un periodo di crisi sociale ed economica particolarmente profondo.

Matteo Cazzulani

GAS: OBAMA RIFORNISCE DI SHALE ANCHE IL GIAPPONE

Posted in Guerra del gas by matteocazzulani on April 3, 2013

Il Dipartimento di Stato USA pronto ad avviare l’esportazione di LNG in Giappone per garantire a Tokyo la diversificazione degli approvvigionamenti e la diminuzione del prezzo delle importazioni di energia. Il Governo giapponese intenzionato a realizzare una Borsa dell’oro blu liquefatto

Un evento di rilevanza nella politica energetica mondiale che consente agli Stati Uniti d’America di rafforzare la propria posizione in Asia. Nella giornata di Venerdì, 29 Marzo, il Dipartimento di Stato USA ha dichiarato l’intenzione di avviare l’esportazione di gas Shale liquefatto in Giappone.

Come riportato da Natural Gas Asia, Washington ha già ricevuto più di venti offerte di cooperazione per l’avvio della partnership energetica con Tokyo, tra cui molte compagnie energetiche giapponesi interessate a stringere i rapporti con gli USA.

Con l’avvio dello sfruttamento dei cospicui giacimenti domestici di Shale -gas ubicato in rocce porose poste a bassa profondità estratto con sofisticate tecniche di fracking adoperate solo in Nordamerica- gli Stati Uniti d’America hanno incrementato le esportazioni di LNG in Asia.

Forti del prezzo concorrenziale offerto agli acquirenti asiatici, legato alla cospicuità dello Shale posseduto nei giacimenti domestici, gli USA si sono imposti nel mercato di India, Corea del Sud, Singapore ed Indonesia.

Il Giappone costituisce l’ennesimo mercato in cui Washington può avviare le proprie esportazioni per consolidare ulteriormente la propria posizione nel settore energetico asiatico.

Per quanto riguarda il Giappone, l’avvio dell’importazione dello Shale USA rappresenta una soluzione alla drastica riduzione dell’energia nucleare, decisa nel 2011 in seguito al disastro avvenuto presso la centrale atomica di Fukushima.

Inoltre, lo Shale statunitense permette al Giappone di diversificare le fonti di approvvigionamento di LNG, che ad oggi Tokyo importa principalmente da Qatar, Australia e, nei prossimi tempi, anche dalla Russia.

L’interesse del Giappone nutrito nei confronti del gas liquefatto è dato anche dalla decisione del Governo di Tokyo di istituire una Borsa dell’LNG, in cui saranno presenti anche compagnie esperte nella realizzazione di infrastrutture energetiche e termoelettriche.

Come riportato dalla Reuters, lo scopo del Governo giapponese è non solo la diversificazione delle fonti di approvvigionamento di gas, ma anche la rottura degli schemi tariffari vigenti, che ad oggi legano il costo dell’oro blu a quello del greggio.

L’Europa diversifica gli approvvigionamenti grazie alla pax tra Turchia e Israele

Oltre che nel mercato asiatico, gli Stati Uniti d’America sono riusciti a dare una svolta anche alla situazione del gas in Medio Oriente quando, grazie alla mediazione del Presidente USA, Barack Obama, il Premier israeliano, Benjamin Netanyahu, e il suo collega turco Tayyip Erdogan, hanno posto fine ad una crisi diplomatica pluriennale.

Come riportato dalla Trend, il riavvicinamento tra Israele e Turchia è maturato nella proposta di una partnership energetica tra i due Paesi, per garantire l’esportazione del gas israeliano nel mercato Europeo attraverso il sistema infrastrutturale energetico turco.

Nello specifico, Israele ha proposto l’avvio immediato della realizzazione di un gasdotto per trasportare 16 Miliardi di metri cubi di gas in Turchia dal giacimento Tamar, ubicato nel Mar Mediterraneo.

Una volta approdato in Turchia, il gas israeliano sarà trasportato in Europa attraverso il Corrodio Meridionale: fascio di gasdotti progettato dalla Commissione Europea per veicolare in Europa gas dall’Azerbaijan tramite il territorio turco.

Se realizzato, il progetto garantirebbe all’Unione Europea la diversificazione delle fonti di approvvigionamento di gas dal monopolio di Russia e Algeria, le cui forniture, ad oggi, coprono circa l’80% del fabbisogno complessivo UE.

Matteo Cazzulani

GAS: NABUCCO E TANAP RAFFORZANO LA PARTNESHIP

Posted in Guerra del gas by matteocazzulani on March 5, 2013

I consorzi deputati alla realizzazione dei due gasdotti firmano un Memorandum di Intesa e Cooperazione per assicurare il trasporto di 30 Miliardi di metri cubi di gas all’anno dall’Azerbaijan in Europa. Il piano permette all’Unione Europea di diminuire la dipendenza dalle forniture di oro blu della Russia, che oggi coprono il 40% del fabbisogno complessivo UE.

I percorsi di TANAP, Nabucco e TAP

I percorsi di TANAP, Nabucco e TAP

Garantire il trasporto del gas azero in Europa, sostenere simili progetti di diversificazione, rifornire di approvvigionamenti di oro blu alternativi a quello russo l’Unione Europea e l’Europa Sud-Orientale. Questi sono i termini del Memorandum di Intesa e Cooperazione firmato nella giornata di lunedì, 4 Marzo, dal consorzio Nabucco e da quello incaricato della realizzazione del Gasdotto Trans Anatolico -TANAP.

L’accordo rappresenta un passo importante per la realizzazione del Corridoio Meridionale: fascio di gasdotti progettato dalla Commissione Europea per diversificare le forniture di gas da quelle provenienti dalla Russia -che ad oggi coprono il 40% del fabbisogno complessivo UE.

Come riportato all’agenzia Trend dal General Manager del Nabucco, Reinhard Mitschek, l’accordo cementa la cooperazione tra i due gasdotti, e consente un costante scambio di informazioni tra i due consorzi necessario per effettuare il collegamento tra le due infrastrutture.

Il Gasdotto Trans Anatolico, compartecipato dal colosso azero SOCAR e dalle compagnie turche Botas e TPAO, è concepito per veicolare 30 Miliardi di metri cubi di gas dell’Azerbaijan all’anno dalla Georgia alla Turchia occidentale lungo tutto il territorio turco.

Il Nabucco, sostenuto economicamente dalla compagnia austriaca OMV, dalla romena Transgaz, dalla bulgara BEH e dalla turca Botas, è progettato per trasportare i 30 miliardi di metri cubi di gas azero in Austria dalla Turchia occidentale attraverso Bulgaria, Romania ed Ungheria.

La firma del Memorandum d’Intesa e Cooperazione è l’ultimo di una serie di provvedimenti che hanno rinsaldato la partnership tra il Nabucco e la TANAP.

Oltre all’appoggio politico dato ai due gasdotti dai Governi di Turchia, Azerbaijan, Romania, Austria e dalla Commissione Europea, entrambi i consorzi hanno offerto la metà delle azioni al colosso norvegese Statoil, a quello britannico British Petroleum, ed alla compagnia energetica Total.

Questi enti sono impegnati nello sfruttamento del giacimento azero Shakh Deniz, da cui sarà estratto il gas poi veicolato in Europa dalla TANAP e dal Nabucco.

La TAP deve ora rincorrere

L’accordo tra i consorzi dei due gasdotti consente al Nabucco di superare il Gasdotto Trans Adriatico -TAP: altra infrastruttura del Corridoio Meridionale UE progettata per veicolare il gas dell’Azerbaijan trasportato in Turchia occidentale dalla TANAP dalla Grecia all’Italia attraverso l’Albania.

Anche la TAP, compartecipata dal colosso norvegese Statoil, dalla compagnia svizzera Axpo, e da quella tedesca E.On, ha riservato la metà delle sue azioni agli enti impegnati nello sfruttamento del giacimento Shakh Deniz.

Sul piano politico, il Gasdotto Trans Adriatico è sostenuto dai Governi di Italia, Grecia, Albania e Svizzera.

Matteo Cazzulani

GAS: NABUCCO, TAP E SOUTHSTREAM SI CONTENDONO I BALCANI

Posted in Uncategorized by matteocazzulani on February 9, 2013

Il gasdotto dalla verdiana denominazione interessato ad espandersi in Serbia, Slovenia, Croazia, Montenegro e Macedonia, mentre il Gasdotto Trans Adriatico ha pianificato il prolungamento lungo le coste montenegrine, bosniache, croate e slovene. L’UE dichiara la propria neutralità

Serbia, Croazia, Montenegro, Bosnia Erzegovina, Slovenia e Macedonia sono i mercati energetici contesi tra Unione Europea e Russia. Come riportato dalla Trend, il consorzio deputato alla costruzione del gasdotto Nabucco ha dichiarato interesse ad espandere la realizzazione dell’infrastruttura anche ai Paesi dei Balcani.

Il Nabucco è concepito per trasportare all’anno 30 Miliardi di metri cubi di gas proveniente dall’Azerbaijan al terminale di Baumgarten, in Austria, a partire dalla Turchia europea, attraverso Bulgaria, Romania ed Ungheria.

Secondo quanto dichiarato dal consorzio deputato alla sua realizzazione, Montenegro, Macedonia, Serbia e Croazia possono essere raggiunti da diramazioni del gasdotto appositamente costruite.

Come riportato dalla Trend, la decisione del consorzio Nabucco sarebbe motivata dal desiderio espresso pubblicamente dal colosso energetico azero SOCAR di avviare le esportazioni nei mercati dei Balcani.

Inoltre, la dichiarazione consorzio deputato alla realizzazione del Nabucco rappresenta una risposta al Gasdotto Trans Adriatico -TAP: progetto concorrente e alternativo all’infrastruttura dalla verdiana denominazione, concepito per veicolare all’anno 21 miliardi di metri cubi di gas dell’Azerbaijan dal confine tra Grecia e Turchia all’Italia attraverso l’Albania.

Anche la TAP ha preventivato il prolungamento verso i Paesi dei Balcani tramite il Gasdotto Ionico Adriatico -IAP: diramazione del Gasdotto Trans Adriatico progettata dal territorio albanese per rifornire di gas azero Montenegro, Bosnia Erzegovina, Croazia e Slovenia.

Sia il Nabucco che la TAP appartengono al Corridoio Meridionale UE: fascio di gasdotti concepito dalla Commissione Europea per diversificare le fonti di approvvigionamento di gas per il Vecchio Continente attingendo direttamente dai giacimenti di oro blu dell’Azerbaijan.

Come riportato sempre dalla Trend, Bruxelles ha ribadito il supporto sia al Nabucco che al Gasdotto Trans Adriatico, in quanto ambo le infrastrutture sono programmate per veicolare il gas azero in territorio UE: la prima in Austria, la seconda in Italia.

A dividersi in fazioni a sostegno dei due progetti del Corridoio Meridionale UE sono però i Paesi del Vecchio Continente: Austria, Romania, Slovacchia, Polonia, Turchia e Bulgaria sostengono il Nabucco, mentre Italia, Svizzera, Grecia e Albania supportano la TAP.

Una risposta all’espansione di Mosca in UE

L’attenzione riservata da Nabucco e Gasdotto Trans Adriatico ai Balcani è dettata anche dalla concorrenza tra il Corridoio Meridionale UE e il Southstream: infrastruttura concepita dalla Russia per rifornire l’Europa di 63 Miliardi di metri cubi di gas, de facto aumentando la dipendenza dell’UE dalle forniture russe, che oggi coprono il 40% del fabbisogno totale dell’Unione Europea.

Noto anche come Gasdotto Ortodosso, il Southstream è pianificato dalle coste della Russia fino all’Austria attraverso il fondale del Mar Nero, Bulgaria, Serbia, Ungheria, Slovenia e Italia.

Contestato dalla Commissione Europea, il Southstream è però sostenuto economicamente dal monopolista statale russo del gas, Gazprom, dal colosso italiano ENI, dalla compagnia tedesca Wintershall e dalla francese EDF.

Sul piano politico, il Southstream è appoggiato dai Governi di Francia, Serbia, Ungheria e Slovenia, che antepongono l’interesse al mantenimento di relazioni privilegiate con Mosca alla sicurezza energetica e nazionale dell’UE.

Matteo Cazzulani

KURDISTAN E IRAQ IN CRISI ENERGETICA

Posted in Guerra del gas by matteocazzulani on January 9, 2013

La Repubblica Autonoma del Kurdistan avvia l’esportazione di greggio in piena opposizione nei confronti del governo nazionale iracheno, ed avvia la costruzione di infrastrutture per diminuire la dipendenza dalle infrastrutture di Baghdad. Il sostegno della Turchia al progetto di Erbil

I giacimenti di greggio in Iraq

I giacimenti di greggio in Iraq

Una devolution energetica con una strategia geopolitica alla base è la motivazione che ha portato ad uno scontro formale l’Iraq e la Repubblica Autonoma del Kurdistan. Come riportato dalla Bloomberg, la compagnia energetica curda Genel Energy ha ripreso l’esportazione di greggio verso la Turchia, ponendo fine ad una sospensione approntata dal Governo regionale nel mese di Dicembre.

In seguito al mancato riconoscimento da parte del Governo nazionale iracheno dei contratti siglati dalle Autorità curde con importanti enti internazionali, come il colosso statunitense ExxonMobil e la compagnia francese Total, il Governo regionale del Kurdistan ha interrotto l’esportazione di carburante attraverso le condutture nazionali controllate da Baghdad.

In aggiunta, le autorità curde hanno pianificato la costruzione di nuove infrastrutture per consentire al Kurdistan l’esportazione diretta in Turchia di un milione di barili di greggio al giorno entro il 2015, e, nel contempo, di diminuire la dipendenza dalle condutture del Governo nazionale iracheno.

Il progetto avviato dal Kurdistan è sostenuto dalla Turchia: per diminuire la dipendenza delle forniture energetiche di Russia, Azerbaijan ed Iran, Ankara ha avviato un piano di diversificazione delle fonti di approvvigionamento di gas e greggio che, oltre all’importazione di LNG da Algeria e Qatar, prevede l’aumento delle importazioni di carburante dall’Autonomia Regionale Curda.

Nello specifico, il Kurdistan è giudicato dalla Turchia un importante serbatoio di energia alternativo all’Iran, che a causa delle sanzioni imposte dalla Comunità Occidentale per il mancato rispetto dell’accordo di non-proliferazione potrebbe essere costretto a diminuire le esportazioni di gas e greggio, mettendo in seria difficoltà anche l’economia turca.

La preoccupazione degli USA

Contrarietà al progetto del Kurdistan è stata invece espressa dagli Stati Uniti d’America. Come riportato dalla Trend, Washington si è detta non favorevole ad iniziative che accentuano la disgregazione statale di un Paese, l’Iraq, particolarmente delicato ed importante per lo scacchiere geopolitico internazionale.

Nonostante la presenza di più di 40 enti energetici statunitensi nel Kurdistan, e i buoni rapporti bilaterali tra USA e Turchia, Washington, sempre secondo la Trend, ha invitato Ankara ad assumere una posizione più cauta nei confronti dell’Autonomia Regionale curda.

Matteo Cazzulani