LA VOCE ARANCIONE. Il Blog di Matteo Cazzulani

UCRAINA: A MILANO LA PRIMA DI “MUDAKY ARABESKY”

Posted in Recensioni, Ukraina by matteocazzulani on December 5, 2010

Jurij Shevchuk, docente di storia del cinema ucraino della Columbia University, ha presentato inediti del cinema ucraino. Alti partecipazione ed interesse

La locandina di Mudaky. Arabesky

Raccontare l’Ucraina, in Italia più che altrove, è impresa assai ardua. C’è chi lo fa con l’insegnamento paziente di lingua, civiltà letteraria, e storia. Chi ne ha scritto storie della letteratura. Altri hanno preferito raccontarne le evoluzioni politiche. Oppure, immortalarne le immagini in racolte fotografiche.

Malgrado i diversi spunti per avvicinarsi ad un cultura, tanto vicina all’Italia, quanto lontana nell’immaginario collettivo del Belpaese, a portare una sana ventatà di ucraincità è stato un professore di cinema dalla lontana America, ma ucraino doc.

Jurij Shevchuk, docente alla Columbia University, nato in Volinia, studente in Polonia, e professionista nel Nuovo Mondo, ha tenuto un ciclo di lezioni sul cinema ucraino. A beneficiarne, alcuni studenti dell’Università degli Studi di Milano, che grazie all’energico lavoro della colonna dell’ucrainistica nazionale e meneghina, la Profesoressa Giovanna Brogi Bercoff, hanno conosciuto qualcosa di più sulla storia del grande schermo della patria di Shevchenko — Taras, il poeta nazionale.

Una prima meneghina

Premio per la presenza, una vera e propria première cinematografica. Mudaky. Arabesky, il titolo del film regalato dal docente USA. 14 cortometraggi, realizzati, sotto la supervisione di Volodymyr Tykhyj, da giovani registi ucraini emergenti. Tema dell’opera, il difficile stato in cui versa il cinema ucraino, in preda non solo ai canonoci problemi finanziari, ma anche ad una crisi morale.

Difatti, la realizzazione — il cui titolo in italiano si dovebbe tradurre con l’ausilio di un sinonimo poco nobile della parola escremento — vuole raccontare quella parte della società, troppo spesso indifferente a quanto di serio le accade intorno.

Così, si passa dall’impiegato di Trusy, che si accorge dello sfruttamento degli operai solo quando un servizio del 5 Kanal gli mostra in che modo sono confezionati i boxer che indossa, alla nipote-bene di Babusja, che, al cospetto della nonna defunta, cerca le sue riserve auree, nascoste nella liberia di casa. Dal cittadino qualunque, geloso delle automobili altrui, al punto da imbrattarle con il materiale del titolo, al Mij druh Sir’oha, tamarro che scimmiotta i sovietici.

Più amaro il bambino sensibile di Ostanni Lyst, punito per essersi impicciato degli affari altrui, seppur a fin di bene. Così come la milicija, che interroga dei sordomuti a suon di percosse. C’è anche la ragazza russofona, nel contempo in lite ed in attesa del ritorno del fidanzato, a cui non riesce ad aprire la porta, travolta dai vestiti dell’attaccapanni contro cui inciampa.

“E’ il peso delle cose vane della vita odierna, che, inesorabilmente, le frana addosso” ha commentato la Professoressa Brogi, al termine di un’iniziativa molto partecipata.

Medesimo risultato replicato l’indomani, quando Shevchuk ha affrontato il tema dell’Holodomor. Sempre grazie a materiali filmici inediti, l’esperto da oltreoceano ha invitato gli studenti di Storia dei Paesi Slavi a riflettere sul genocidio del popolo ucraino. Pianificato, ed attuato, da Stalin, tra il 1932 ed il 1933, per eliminare un popolo culturalmente ed economicamente troppo ricco per essere tollerato nell’URSS.

“Ho molto apprezzato l’equilibrio con cui è sto affrontato il tema del rapporto fra cinema e storia nel contesto sovietico, dove il mezzo cinematografico era una delle principali armi per la propaganda ideologica — ha dichiarato la titolare del corso, la Professoressa Giulia Lami — il caso dell’Ucraina è uno dei più interessanti. Spero che Shevchuk prosegua questa linea d’analisi, e continui ad offrirci nuovi elementi di comprensione e riflessione”.

Un auspicio, che non si può non condividere. Per ora, ritornando all’opera dei giovani registi ucraini — disponibile in prewiew sul relativo sito — lecito attenderne l’uscita in DVD, promessa presto o tardi.

Con la speranza, che un’antologia di cortometraggi, malgrado il titolo poco raffinato, possa portare alla riflessione non solo la società ucraina, ma anche quella del Vecchio Continente. Finora ignara dell’esistenza di un popolo fratello, occidentale, tanto quanto lei, per storia, cultura e tradizioni.

Matteo Cazzulani