Per Komorowski l’Ucraina e sempre più lontana dall’UE
Il Presidente polacco incontra gli esponenti dell’Opposizione Democratica e le Autorità ucraine. Varsavia costantemente a sostegno dell’integrazione di Kyiv nell’Unione Europea, ma nel contempo a supporto del rispetto della Democrazia e dei Diritti Umani.
La Polonia e a favore dell’integrazione europea dell’Ucraina, ma il processo di avvicinamento di Kyiv all’Europa e in serio pericolo a causa delle criticità legate al rispetto della democrazia da parte delle autorità ucraine. Questo e il messaggio della visita ufficiale in Ucraina del Presidente polacco, Bronislaw Komorowski, in occasione della partita finale del campionato europeo di calcio.
Il Presidente polacco ha deciso di incontrare il suo collega ucraino per congedare gli atleti che hanno preso parte all’evento sportivo, organizzato in maniera congiunta da Polonia e Ucraina.
Tuttavia, come richiede il ruolo di Presidente di uno Stato democratico, Komorowski prima di recarsi allo stadio di Kyiv ha incontrato gli esponenti dell’Opposizione Democratica, la cui Leader, Julija Tymoshenko, e un’altra decina di esponenti di spicco sono stati incarcerati per ragioni politiche.
Come riportato dall’agenzia Ukranews, il Presidente polacco ha illustrato come la situazione dell’Ucraina sia in pericolo dal punto di vista dell’integrazione europea, e ha assicurato che, in ogni caso, Varsavia sosterrà il cammino di Kyiv verso Bruxelles anche e sopratutto in momenti delicati come quello attuale.
“La Polonia cerca di mantenere un rapporto di amicizia con l’Ucraina – ha dichiarato Komorowski – Supporta il cammino di Kyiv verso l’integrazione europea, anche se esso e oggi fortemente in dubbio. La situazione interna e l’incertezza legata alla realizzazione delle prossime Elezioni Parlamentari secondo gli standard della democrazia o meno sono un punto interrogativo cruciale per la risoluzione della questione ucraina”.
Durante l’incontro con gli esponenti dell’Opposizione Democratica – il Capo in pectore, Arsenij Jacenjuk, gli ex-Ministri degli Esteri, Hryhorij Nemyrja e Borys Tarasjuk, l’ex-Ministro della Difesa, Anatolij Hrycenko, e il Leader del partito UDAR, Vitalij Klychko – Komorowski ha espresso parole in sostegno di Julija Tymoshenko, e ha ricevuto due magliette con la scritta “Julija Libera” da mantenere per se e da regalare al Presidente ucraino, Viktor Janukovych: il responsabile dell’arresto dell’eroina della Rivoluzione Arancione.
Proprio al termine dell’incontro con il Capo di stato ucraino, il Presidente polacco ha Espresso la volontà di continuare a sostenere il cammino di Kyiv verso l’integrazione europea. Nel corso della conferenza stampa congiunta, organizzata in occasione del termine della rassegna sportiva, Komorowski ha espresso fiducia per il futuro dell’Ucraina in Europa.
“L’Ucraina che va avanti e l’Ucraina che punta all’Integrazione in Europa – ha dichiarato Komorowski, come riportato da Gazeta Wyborcza – Questo e quello che si augurano con futro Il cuore lo stesso popolo ucraino. Euro 2012 e stata la dimostrazione che l’Ucraina mantiene l’Europa come suo obiettivo”.
La democrazia come priorità di politica estera per l’indipendenza della Polonia
Komorowski e stato inoltre interpellato sulla presenza allo stadio per la finale del dittatore bielorusso, Aljaksandr Lukashenka, in merito alla quale Komorowski ha evidenziato di ritenere lo stadio abbastanza grande da consentire la visione della partita da postazioni lontane da uno scomodo vicino come il bat’ka – com’è definito Lukashenka in Patria – di Minsk.
Lecito ricordare che l’arresto di Julija Tymoshenko e di un’altra decina di esponenti dell’Opposizione Democratica ha comportato il congelamento del processo di integrazione dell’Ucraina nell’Unione Europea, e la mancata firma dell’Accordo di Associazione per la creazione di una Zona di Libero Scambio.
Per la Polonia, l’integrazione nell’UE dell’Ucraina e uno dei punti principali della propria politica estera, in quanto consente a Varsavia di strappare alla zona di influenza della Russia un prezioso vicino, dalla cui indipendenza ed europeicita dipende la sicurezza nazionale dello stesso stato polacco.
Matteo Cazzulani
UNA NUOVA RIVOLUZIONE ARANCIONE A KHARKIV PER JULIJA TYMOSHENKO. SENZA ANGELA MERKEL
Il Cancelliere tedesco, Angela Merkel, conferma il boicottaggio del suo governo alla parte ucraina di Euro 2012, mentre i sostenitori olandesi supportano la loro nazionale con tinte arancioni e magliette inneggianti la liberazione della Leader dell’Opposizione Democratica ucraina. Violenze dei supporter russi a danno dei polacchi.
Come previsto fin dall’inizio gli stadi ucraini non avranno l’onore di ospitare il Cancelliere tedesco, Angela Merkel, ma potranno contare della presenza molto evidente dei supporter olandesi. Nella giornata di venerdì, 8 Giugno, una nota del governo di Berlino ha confermato l’assenza del Cancelliere e di ogni altro Ministro agli incontri della fase a gironi della rappresentativa teutonica, che la Germania giocherà a Leopoli e a Kharkiv.
Nel contempo, la Merkel ha mantenuto aperta l’ipotesi della sua presenza a uno degli incontri della fase eliminatoria, a patto che la nazionale tedesca si qualifichi e, sopratutto, che la situazione in Ucraina migliori per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani e della democrazia.
Il Cancelliere tedesco è stata la prima in Europa a proporre il boicottaggio della parte ucraina del campionato europeo di calcio per il caso di Julija Tymoshenko: Leader dell’Opposizione Democratica arrestata per ragioni esclusivamente politiche – secondo un articolo del codice penale di diretta origine sovietica – oggi detenuta in isolamento in condizioni disumane in una colonia penale di massima sicurezza.
All’appello della Merkel, che fino al comunicato ufficiale non ha tuttavia assunto una posizione chiara, hanno aderito le Autorità politiche di Francia, Gran Bretagna, Austria e Belgio.
A sostenere il boicottaggio della rassegna calcistica sono stati inizialmente anche i vertici dei Paesi Bassi. Tuttavia, una nota del Consiglio dei Ministri olandese ha reso noto che, in caso di approdo in finale della rappresentativa nazionale, il Primo Ministro Mark Rutte, presenzierà a Kyiv.
A compensare il dietrofront dei Paesi Bassi sono stati i suoi tifosi. In occasione della prima partita della loro nazionale – avvenuta contro la Danimarca nello stadio di Kharkiv: a pochi chilometri dal carcere dove è detenuta la Tymoshenko – molti dei supporters hanno indossato una maglietta inneggiante alla liberazione della Leader dell’Opposizione Democratica.
Come riportato dall’autorevole Ukrajins’ka Pravda, la maggior parte di essi non era al corrente della situazione della Tymoshenko, ma la T-shirt con il volto della Leader dell’Opposizione Democratica accostata alle parrucche e ai vessilli arancioni – i colori della rappresentativa olandese – ha giocoforza ravvivato i ricordi del 2004, quando la carismatica politica ha guidato sul Majdan Nezalezhosti di Kyiv la pacifica Rivoluzione Arancione.
A differenza di Germania, Francia e Inghilterra, i Paesi UE che hanno deciso di non boicottare la parte ucraina della manifestazione calcistica, oltre ai Paesi Bassi, sono Polonia e Danimarca.
I supporter russi vogliono rievocare l’occupazione comunista di Varsavia
Chi ha voluto fare sentire la propria presenza sono stati anche i supporter della nazionale russa, che, sempre nella giornata di venerdì, 8 Giugno, a Wroclaw, al termine della partita Russia-Repubblica Ceca hanno aggredito i volontari del servizio di sicurezza polacco, provocando quattro feriti gravi e l’apertura da parte dell’UEFA di un’inchiesta urgente.
Oltre che per i fatti di Wroclaw, i tifosi russi hanno fatto parlare di se per avere comunicato l’intenzione di inscenare una marcia nel centro di Varsavia alla vigilia della partita tra la Polonia e la Russia, con stendardi di epoca sovietica e striscioni inneggianti alla grandezza dell’URSS.
L’iniziativa ha un carattere apertamente provocatorio, poiché rievoca pagine tristi della storia polacca del Novecento, quando la capitale della Polonia fu occupata e presidiata dai militari dell’Armata Rossa.
Nonostante gli inviti al buon senso, i tifosi russi non hanno rinunciato alla loro rievocazione storica, al punto che i supporter polacchi hanno promesso barricate per le strade di Varsavia per garantire il rispetto della sensibilità culturale dei padroni di casa.
Matteo Cazzulani
L’Euro 2012 si farà in Ucraina, ma senza politici UE
La UEFA conferma lo svolgimento del campionato di calcio nelle città ucraine, e la Germania propone il boicottaggio politico, a cui hanno aderito Austria, Olanda e Belgio. La Polonia e la Danimarca criticano l’iniziativa tedesca, mentre la Russia e pronta a beneficiare della rottura tra Bruxelles e Kyiv per convincere Janukovych ad entrare nella zona di influenza geopolitica di Mosca.
L’Europeo si fa, ma senza pacche sulle spalle all’amministrazione autoritaria di Viktor Janukovych. Nella giornata di mercoledì, 2 Maggio, la UEFA, con una nota, ha confermato che le partite della rassegna sportiva continentale del 2012 saranno realizzate in Ucraina, poiché la decisione di assegnare a Kyiv l’organizzazione del campionato di calcio assieme alla Polonia, presa nel 2007, e irrevocabile.
Una conferma e pervenuta dal coordinatore di Euro 2012, Michal Listskiewicz, che ha evidenziato come l’Europeo di calcio possa essere una festa dello sport destinata ad accrescere la conoscenza dei due Paesi organizzatori, e ad influire in maniera positiva sulle economie polacca ed ucraina.
La decisione di non revocare all’Ucraina la realizzazione della manifestazione calcistica dinnanzi al mancato rispetto dei diritti umani e della democrazia, testimoniato dall’arresto politico e dalle percosse subite in carcere dalla Leader dell’Opposizione Democratica ucraina, Julija Tymoshenko, ha ottenuto l’assenso anche del Commissario UE all’Allargamento e all’Integrazione, Stefan Fule, che ha ritenuto l’Euro 2012 una prova di maturità per Kyiv.
Le dichiarazioni dell’esponente della Commissione Europea non hanno pero arginato la lunga serie di critiche nei confronti del Presidente ucraino, Viktor Janukovych – ritenuto responsabile dell’arresto della Tymoshenko – che ha spinto il Cancelliere tedesco, Angela Merkel, ed altri esponenti di rilievo della politica teutonica a richiedere il boicottaggio della rassegna, la sua revoca all’Ucraina, e la sua possibile assegnazione a Paesi maggiormente preparati come la stessa Germania.
Il Ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, ha preso atto della rettifica UEFA, ma ha invitato i Paese dell’Unione Europea a protestare contro l’autoritarismo del Presidente Janukovych evitando di inviare propri esponenti ad assistere alle partite programmate in Ucraina.
Ad accogliere l’appello del Capo della Diplomazia tedesca e stata l’Austria, che ha comunicato come nessun esponente politico non solo non presenzierà ad alcun evento sportivo in programma in Ucraina, ma anche all’amichevole preparatoria tra la rappresentativa austriaca e quella ucraina, in programma ad Innsbruck poco prima dell’inizio del campionato.
Simile posizione e stata presa dall’Olanda, secondo il cui Ministro degli Esteri, Uri Rosenthal, non ha senso assistere a delle partite di calcio accanto al Capo di Stato ucraino mentre a pochi chilometri la Leader dell’Opposizione Democratica e privata della libertà e della dignità, vittima com’è di un arresto politico e di percosse. Conferma della linea e stata adottata anche dalla componente fiamminga del Governo del Belgio.
Posizione leggermente differente e stata assunta dal Presidente estone, Henryk Ilves, che ha deciso di dimostrare la sua contrarietà alla condotta del collega ucraino boicottando non l’Europeo di calcio, ma il vertice dell’Europa Centrale, programmato anch’esso in Ucraina. A questa occasione, che ha una notevole rilevanza politica, hanno dichiarato la propria assenza anche i Capi di Stato di Slovenia, Germania, Austria, Bulgaria, Repubblica Ceca, ed anche da quello della Croazia.
La polemica di Berlino divide l’Europa e favorisce la Russia
Il caso del campionato europeo di calcio ha provocato una rottura nel Paese che attualmente detiene la Presidenza di turno dell’UE, la Danimarca, dove la maggioranza di centro-sinistra, sul modello della posizione della Polonia e della stessa Opposizione Democratica ucraina, ha invitato a non confondere sport e politica, e a partecipare alla rassegna calcistica per non penalizzare il popolo ucraino, che dall’evento può ottenere indiscutibili vantaggi in campo economico e turistico. D’altro canto, l’opposizione danese di centro-destra ha fatto propria la posizione del fronte tedesco, e ha proposto il boicottaggio della manifestazione sportiva.
Una critica all’iniziativa tedesca e stata presa dal Presidente polacco, Bronislaw Komorowski, che ha evidenziato come il boicottaggio sia un’idea inadeguata, e come la realizzazione del campionato di calcio possa essere un concreto segnale che l’UE potrebbe lanciare al popolo ucraino per confermare l’intenzione di integrare l’Ucraina a Bruxelles anche a livello politico, nonostante il temporaneo regresso della democrazia testimoniato dal caso Tymoshenko.
Attenzione alla questione e stata prestata anche dalla Russia, che ha evidenziato come le proposte di boicottaggio mosse da parte della Germania abbiano comportato un sensibile peggioramento dei rapporti tra l’UE e Kyiv, ed abbia approfondito l’isolamento internazionale del Presidente Janukovych.
Inoltre, molti tra gli esperti di geopolitica hanno evidenziato come dalla rottura diplomatica tra l’Europa e l’Ucraina – che si e davvero intensificata in occasione della campagna per il boicottaggio della manifestazione calcistica – gli unici a trarre vantaggio sono i russi, che potranno utilizzare le chiusure di Bruxelles per convincere Kyiv a tornare sotto la zona di influenza del Cremlino.
Matteo Cazzulani
EURO 2012: UCRAINA A RISCHIO ESCLUSIONE
L’UEFA minaccia l’estromissione di Kyiv dall’organizzazione del Campionato Europeo di Calcio. Troppa corruzione, ed intrusione della politica nella Federazione Nazionale. Condanne anche da parte FIFA. L’ennesima gaffe del Presidente
Diffida per Janukovych. Con tanto di ultimatum. Questa la decisione del Presidente UEFA, Michel Platini, che ha minacciato la Federazione Calcistica Ucraina — FFU — di estromissione dall’organizzazione egli europei del 2012.
Motivo, la troppa corruzione interna al calcio ucraino. E, sopratutto, le pressioni governative su un ente, teoricamente staccato dai salotti della politica. Nello specifico, l’Unione Europea del pallone intende squalificare a tavolino tutte le squadre ucraine da ogni competizione UEFA. Anche da Euro 2012.
Di conseguenza, insensata sarebbe l’organizzazione di una manifestazione sportiva, in un Paese, la cui rappresentativa non partecipa.
A conferma delle reali intenzioni del francese, l’inserimento della nazionale ucraina giovanile nel girone a sei squadre — anziche negli altri da cinque — delle qualificazioni del 2013. Una soluzione che, in caso di squalifica FFU, non comporterà ripercussioni significative allo svolgimento delle gare.
Un vero e proprio cartellino giallo. Simile a quelli che, spesso, gli arbitri sono costretti ad estrarre, dinnanzi a ripetute infrazioni del regolamento, da parte di un calciatore graziato troppo a lungo.
Infatti, l’ex campione della Juventus ha preso in considerazione una nota della Federazione Mondiale, la FIFA, turbata dinnanzi al tentativo delle Autorità di rovesciare l’attuale dirigenza FFU.
Una fronda interna, capeggiata dal vice-Presidente, Serhij Storozhenko, per dimissionare l’attuale Presidente, Hryhorij Surkis — proprietario della squadra Dynamo Kyiv.
Il primo round, lo scorso 15 Dicembre, quando i due si sono contesi il microfono dell’aula, durante di un litigio da scuola materna, dinnanzi ad uno sconcertato rappresentante UEFA, Pierluigi Collina.
Il seguente capitolo, lo scorso 11 Gennaio, con la richiesta di convocazione straordinaria dell’assemblea nazionale per le dimissioni di Surkis. Secondo Storozhenko, i ¾ dei delegati regionali sarebbero pronti a sfiduciare l’attuale Capo, ed instaurare una nuova dirigenza.
L’indifferenza del Presidente nel pallone
La condanna UEFA, che attende una soluzione a breve, potrebbe comportare danni seri non solo all’immagine, ma anche all’economia di un Paese, che tanto ha scommesso sull’organizzazione della manifestazione.
L’Europeo di calcio, infatti, uno degli ultimi successi del governo arancione di Julija Tymoshenko — poi dimissionata dall’attuale maggioranza filorussa pochi mesi dopo — ha avvicinato Kyiv a Bruxelles.
Significativa la reazione del Presidente, Viktor Janukovych, che ha dimostrato totale indifferenza.
“Sogno di giocare la finale con la Polonia [l’altro Paese organizzatore del Campionato, n.d.a.] ed accogliere quanti più tifosi nella stagione in cui le ragazze ucraine si vestono in maniera più leggera” ha dichiarato, a Davos, a pranzo con il collega polacco, Bronislaw Komorowski.
Peraltro, non riuscendo a pronunciare nemmeno il motto in ucraino della manifestazione sportiva.
Matteo Cazzulani
EURO 2012: ECCO I NOMI DELLE MASCOTTE DI UN EUROPEO ORAMAI PRIVO DELLA VERA RATIO
Slavko e Slawek l’immagine di Euro 2012. Competizione divenuta insensata
Le varianti ucraina e polacca della parola Gloria. Questi i nomi delle mascotte del campionato europeo di calcio del 2012. Due simpatici calciatori, abbigliati con le divise delle nazionali dei due Paesi che ospiteranno la rassegna UEFA. Numero 20 per il biancorosso polacco. Il 12 per il gialloblù ucraino.
Il battesimo, avvenuto nella giornata di sabato, 4 dicembre, ha chiuso una partecipata votazione, avvenuta, via internet, sul sito ufficiale dell’UE del calcio, e nei fast-food polacchi ed ucraini della catena Mc Donalds, sponsor della manifestazione.
Con il 56% dei voti, l’accoppiata Slavko-Slawek ha superato la proposta Strimko-Shemka, seconda con l’11% dei consensi, e Ladko-Klemek, preferita dal 5% dei votanti.
Un Europeo senza l’Europa
Dinnanzi a tale esito, lecita una riflessione. La gloria dell’Europeo di calcio stava nella motivazione della sua ubicazione. In due Paesi, per anni divisi da odi ed incomprensioni, finalmente superati, in nome di una comune storia. E, sopratutto, della condivisa aspirazione europea. Raggiunta, per la Polonia. Non per l’Ucraina.
Difatti, l’assegnazione della rassegna alle patrie di Shevchenko — Taras, il Poeta Nazionale ucraino, uno dei più grandi del romanticismo europeo — e Mickiewicz — il vate della letteratura polacca — è stata un’occasione per agevolare l’integrazione di Kyiv nell’Unione Europea. Scopo ben esemplificato dalla tinta del pallone sul logo, in ricordo di quella Rivoluzione Arancione, con cui gli ucraini hanno dimostrato di preferire Bruxelles a Mosca.
Purtroppo, da allora molto è cambiato. Non solo la politica UE, assetata di gas, e per questo sempre più attenta a non irritare la Federazione Russa. Ma anche le relazioni tra i due Paesi ospitanti.
Lontano ricordo le posizioni del Capo di Stato polacco, Aleksander Kwasniewski, che, dinnanzi alla protesta colorata e non violenta del Majdan, promette al futuro collega ucraino, Viktor Jushchenko, di essere suo avvocato in Occidente. Nemmeno più le tavole rotonde tra i governi di Jaroslaw Kaczynski e Julija Tymoshenko, per rafforzare una collaborazione continua, atta ad un riavvicinamento economico, culturale, e spirituale tra Kyiv e Varsavia.
Oggi, i nuovi Presidenti, Bronislaw Komorowski e Viktor Janukovych, con i rispettivi Premier, Donald Tusk e Mykola Azarov, sembrano avere abandonato ogni possibile forma di dialogo, non legato strettamente all’ambito economico e finanziario. Un nausenante pragmatismo, permeato di un ipocrito volemose bene senza se e senza ma, di origine obamiana, che non rende giustizia alla tradizione storica di due popoli europei.
Entrambi, a lungo sudditi del dominio russo. E vittime dei peggiori totalitarsmi del ventesimo secolo. Il comunismo ed il nazismo.
Matteo Cazzulani
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