LA VOCE ARANCIONE. Il Blog di Matteo Cazzulani

BRITISH PETROLEUM, SOCAR, TOTAL E FLUXYS ENTRANO NELLA TAP. L’ITALIA RISCHIA L’UMILIAZIONE ENERGETICA

Posted in Guerra del gas by matteocazzulani on July 31, 2013

L’acquisizione di nuovi soci alimenta le indiscrezioni legate al possibile prolungamento del Gasdotto Trans Adriatico dall’Italia alla Gran Bretagna. L’Europa resta divisa e l’Italia rischia di rimanere fortemente declassata.

Tutto come previsto: un progetto energetico destinato a favorire l’Italia che si allontana sempre più dal BelPaese. Nella giornata di martedì, 30 Luglio, il colosso energetico britannico British Petroleum, quello azero SOCAR, la compagnia francese Total e la belga Fluxys hanno acquisito quote del Gasdotto Trans Adriatico -TAP- concepito per veicolare in Europa 10 Miliardi di metri cubi di gas dell’Azerbaijan all’anno.

Come riportato da una nota ufficiale, le compagnie hanno esercitato il diritto di prelazione accordato nel Gennaio 2013 in sede di progettazione del gasdotto e, ora, sono pari soci nella TAP delle compagnie che, fin dall’inizio, hanno supportato economicamente il progetto: il colosso norvegese Statoil, la compagnia tedesca E.On, e la svizzera AXPO.

Nello specifico, con l’ingresso dei nuovi soci, il Gasdotto Trans Adriatico è così compartecipato: British Petroleum, Statoil e SOCAR hanno il 20% delle quote del gasdotto, la Fluxys il 16%, la Total il 10%, la E.On il 9%, mentre l’AXPO il 4%.

La nuova composizione dei soci della TAP cambia anche i rapporti di forza interni al Gasdotto Trans Adriatico, con una forte presenza della componente britannica, belga ed azera a discapito di quella svizzera.

Questa decisione alimenta le indiscrezioni secondo cui la TAP, che inizialmente è stata progettata per veicolare il gas azero in Italia dal confine tra Grecia e Turchia attraverso l’Albania, sarà prolungata per rifornire i mercati energetici dell’Europa Nord-Occidentale.

La British Petroleum vede nel gas dell’Azerbaijan una possibilità per diversificare le fonti di approvvigionamento della Gran Bretagna, mentre la Fluxys possiede il controllo diretto dei gasdotti tra Svizzera, Germania, Belgio e Paesi Bassi.

La SOCAR inoltre, con un presunto accordo con i russi, concepisce l’Europa Occidentale come il proprio mercato europeo del gas di influenza, lasciando l’Europa Centro Orientale pieno appannaggio energetico della Russia.

Il prolungamento della TAP, oltre a dividere ed indebolire l’Europa, provoca ripercussioni all’Italia, che, finora, è stata concepita come il mercato di sbocco del gas azero.

Vigilare e risarcire

Se prolungata, la TAP declasserebbe l’Italia a mero Paese di transito del gas azero, senza che il BelPaese abbia negoziato alcuna clausola contrattuale per veicolare l’oro blu dell’Azerbaijan attraverso il territorio, come invece hanno fatto Grecia ed Albania.

Per questa ragione, è opportuno che il Governo Italiano vigili sulla questione e, in caso di prolungamento della TAP, negozi al più presto un accordo per l’ottenimento dei diritti di transito del gas azero in Europa Nordoccidentale come ricompensa per la perdita dello status di Paese di approdo dell’oro blu dell’Azerbaijan.

Matteo Cazzulani

ISRAELE PENSA ALL’ESERCITO PER PROTEGGERE I GIACIMENTI DI GAS NEL MEDITERRANEO

Posted in Guerra del gas by matteocazzulani on July 29, 2013

Il Governo israeliano vuole adottare navi militari per proteggere da azioni terroristiche i pozzi di oro blu Kadish, Tamar e Leviathan, che contengono circa 30 Trilioni di Piedi Cubi di gas naturale. Si intrica il progetto di esportazione di carburante in Europa attraverso la Turchia

L’esercito per difendere i giacimenti di gas nel Mar Mediterraneo. Nella giornata di Venerdì, 26 Luglio, Israele ha ipotizzato l’adozione di navi militari per proteggere i pozzi di oro blu individuati nelle acque territoriali israeliane, che Tel Aviv ha considerato strategicamente importanti.

Come riportato dal Globes, la proposta è stata formulata dalla Marina Militare di Israele, che, per scongiurare attacchi terroristici, ha sostenuto la necessita di acquistare navi da guerra dalla Germania.

Concorde si è detto il Ministero della Difesa che, tuttavia, ha sostenuto la necessita di acquistare le navi militari dalla Corea del Sud.

Israele ha approvato l’esportazione del 40% del gas sfruttato dai giacimenti del Mar Mediterraneo Kadish, Tamar e Leviathan, che contengono 30 Trilioni di Piedi Cubi di gas naturale.

Da sciogliere è ancora il nodo inerente alla destinazione del gas, che, inizialmente, è stato individuato nell’esportazione in Unione Europea attraversulna realizzazione di un gasdotto per veicolare il gas israeliano in Turchia.

Come riportato sempre dal Globes, la soluzione turca sembra però perdere quotazioni a causa della freddezza dimostrata da Ankara nei conforti del tentativo di riavvicinamento di Tel Aviv.

Il superamento di una crisi diplomatica tra Israele e Turchia è stato sollecitato dal Presidente USA, Barack Obama, che ha invitato due Paesi amici dell’Occidente a cooperare in un settore del Mondo particolarmente delicato come il Medio Oriente.

Oro blu di Israele per il mercato cinese

Per Israele, la soluzione alternativa all’invio di gas in Europa è la realizzazione di un rigassificatore per l’invio di LNG in Asia, in particolare in alcuni Paesi Arabi e in Cina.

Il piano, che è stato valutato dalla compagnia statunitense Noble Energy e dagli enti israeliani Delek e Ratio Oil, è fortemente sostenuto dalla compagnia australiana Woodside Petroleum, che ha firmato un accordo per l’acquisto del 30% delle azioni del Leviathan.

Come riportato da Natural Gas Asia, la compagnia australiana è intenzionata a sfruttare il gas israeliano per rifornire il mercato cinese, la cui richiesta di energia è in forte crescita.

Matteo Cazzulani

PATTO ROSNEFT-SOCAR: ECCO COME RUSSIA ED AZERBAIJAN SI DIVIDONO L’EUROPA

Posted in Guerra del gas by matteocazzulani on July 27, 2013

Il monopolista statale russo del greggio interessato a rafforzare la partnership energetica con il colosso azero. A rischio la diversificazione delle fonti di approvvigionamento dell’UE.

Una nuova Yalta del gas sta forse avvenendo nello spazio ex-sovietico. Nella giornata di giovedì, 25 Luglio, Igor Sechin, il Capo del Momopolista statale russo del greggio Rosneft, la più importante compagnia energetica al Mondo, ha dichiarato l’interesse ad acquisire vuote nel giacimento Absheron.

Questo pozzo di oro blu, ubicato in Azerbaijan, contiene 300 Miliardi di metri cubi di gas, ed è ad oggi compartecipato dal colosso nazionale azero SOCAR e dalla compagnia francese Total.

Come riportato dalla Reuters, l’interesse della Rosneft nei confronti dell’Absheron riflette l’intenzione dei russi di rilevare quote nel mercato azero e, nel contempo, un nuovo orientamento nella politica energetica dell’Azerbaijan in chiave pro-Russia.

Centrale nella vicenda è la strategia adottata dalla Rosneft, che, anche grazie al sostegno del Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, nel mercato interno russo sta soppiantando la concorrenza del momopolista statale russo del gas, Gazprom e, ora, punta a sottrarre fette di mercato all’ente energetico concorrente.

Ad oggi, Gazprom mantiene il monopolio delle forniture di gas all’Europa, ma, di recente, Putin ha favorito la Rosneft nella realizzazione di un rigassificatore nella penisola Yamal, in Siberia, per l’avvio delle esportazioni di gas liquefatto in Asia.

Prima ancora, sempre grazie al sostegno di Putin, la Rosneft ha concluso un accordo con il colosso energetico statunitense ExxonMobil per lo sfruttamento congiunto di giacimenti di gas nell’Oceano Artico ed in Siberia, ed in altre aree del Pianeta come America Latina e Texas.

L’accordo con la ExxonMobil, che ha sancito per la Rosneft lo status di prima compagnia energetica al Mondo, ha anche spinto il colosso USA ad abbandonare i piani per lo sfruttamento di gas shale in Polonia: un progetto, la cui realizzazione consentirebbe all’Unione Europea di porre fine alla dipendenza dalle importazioni di oro blu dalla Russia.

Il rafforzamento della presenza dei russi in Azerbaijan è supportato anche dalla possibilità, presentata sempre dalla Reuters, che la Rosneft possa acquistare quote dal colosso britannico British Petroleum: uno dei più importanti investitori stranieri nel mercato energetico azero in cerca di fondi per onorare il maxirisarcimento per i danni creati dalla catastrofe ecologica del Golfo del Messico nel 2010.

Del resto, i rapporti tra la Rosneft e la British Petroleum sono già stretti, in quanto il monopolista russo ed il colosso britannico sono stati co-proprietari della TNK-BP: la terza compagnia energetica della Russia, ora posseduta per intero dalla Rosneft per via della necessita della British Petroleum di fare cassa.

L’alleanza tra Russia ed Azerbaijan agisce in primo luogo a spese dell’Unione Europea, che sull’Azerbaijan ha puntato molto per diversificare le forniture di gas dal quasi monopolio di Mosca.

Come ipotizzato da alcuni esperti, non è escluso infatti che russi ed azeri abbiano progettato una divisione dell’Europa in fasce di influenza energetica, con l’Azerbaijan protagonista in Europa Occidentale e la Russia, come da tradizione, in Europa Centro-Orientale.

In questo schema, la Russia starebbe ben posizionando le sue pedine per mantenere, ed addirittura incrementare, il controllo sul settore energetico europeo, con Gazprom forte in Europa Centro-Orientale e Rosneft presente in Europa occidentale grazie all’alleanza con azeri e britannici.

Ad avvalorare questa tesi è la decisione da parte degli azeri di rifornire l’Europa del proprio gas attraverso il Gasdotto Trans Adriatico -TAP- conduttura che veicola il carburante di Baku dal confine tra Grecia e Turchia attraverso l’Albania in Italia e che, secondo indiscrezioni, sarà prolungato a Germania, Olanda, Belgio, Francia e Gran Bretagna.

La scelta della TAP per il trasporto in Europa del gas azero ha escluso la realizzazione del Nabucco, gasdotto, progettato fino all’Austria dalla Turchia Occidentale tramite Bulgaria, Romania ed Ungheria, che avrebbe aiutato i Paesi delll’Europa Centro-Orientale a diminuire la dipendenza dalla Russia.

Ad avvantaggiarsi della bocciatura del Nabucco è il Southstream: gasdotto progettato dalla Russia per rifornire l’UE di ulteriori 63 Miliardi di metri cubi di gas russo all’anno attraverso il fondale del Mar Nero, Bulgaria, Serbia, Ungheria, Slovenia, Italia ed Austria.

Gas israeliano e shale USA gli antidoti al patto tra Mosca e Baku

La soluzione per rompere il monopolio russo-azero è la veloce realizzazione di rigassificatori per importare in Europa gas liquefatto da Qatar, Nigeria, Norvegia, Egitto ed Israele.

Con la scoperta dei giacimenti Kadish, Tamar e Leviathan nel Mar Mediterraneo, lo Stato Ebraico rappresenta una possibile fonte di approvvigionamento in grado di diminuire la dipendenza dell’UE da Russia ed Azerbaijan.

Inoltre, importante ruolo sarà ricoperto dalle forniture in Europa di shale liquefatto degli Stati Uniti d’America, che hanno già avviato esportazioni di gas non convenzionale a prezzi bassi in Gran Bretagna ed India.

In tutto ciò, importante è il ruolo che ricopre la realizzazione del Terzo Pacchetto Energetico: legge dell’Unione Europea che prevede la creazione di un mercato unico UE del gas per garantire approvvigionamenti diversificati anche a quei Paesi fortemente esposti al monopolio della Russia, come quelli dell’Europa Centro-Orientale.

Matteo Cazzulani

ANCHE IL BRASILE INTERESSATO ALLO SHALE

Posted in Guerra del gas by matteocazzulani on July 26, 2013

Una delegazione di imprenditori brasiliani visita alcuni siti di sfruttamento del gas non convenzionale in Pennsylvania. Brasilia interessata anche all’importazione di shale dagli USA

Una risorsa energetica utile per la sicurezza di una potenza crescente. Nella giornata di giovedì, 25 Luglio, una delegazione di industriali e businessman del Brasile ha visitato le strutture di sfrtuttamento dello shale statunitense in Pennsylvania.

La delegazione ha espresso grande interesse per il successo ottenuto dallo sfruttamento di gas non convenzionale che, in poco tempo, ha permesso agli Stati Uniti d’America di incrementare notevolmente la produzione nazionale di oro blu.

Tuttavia, la delegazione non ha nascosto perplessità sul possibile sfruttamento dello shale in Brasile, legata alla differente conformazione del territorio rispetto a quella degli Stati USA che estraggono il gas non convenzionale.

Inoltre, la delegazione brasiliana ha illustrato possibili conseguenze positive per l’avvio dell’importazione in America Latina dello shale USA, che Sara avviata previo via libera del Dipartimento di Stato statunitense.

Più shale per Buenos Aires

Oltre al Brasile, progressi notevoli sono stati compiuti in materia di shale dall’Argentina, che, di recente, ha corretto misure nazionalistiche in sostegno della compagnia nazionale YPF per aprire lo sfruttamento del gas non convenzionale argentino anche al colosso statunitense Chevron.

Come riportato dalla Reuters, la YPF ha dichiarato che, secondo recenti rilevazioni, il giacimento argentino Vaca Muerta, il più importante nel Paese, contiene 1181 Trilioni di Piedi Cubi di gas.

Secondo le stime EIA, il Brasile contiene 345 Trilioni di Piedi Cubi di shale sul suo territorio, mentre l’Argentina, terzo Paese al Mondo, ne possiede 802 Trilioni di Piedi Cubi.

Matteo Cazzulani

LA CHEVRON TIENE VIVE LE SPERANZE DELLO SHALE IN EUROPA

Posted in Guerra del gas by matteocazzulani on July 25, 2013

La compagnia statunitense continua nello sfruttamento del gas non convenzionale in Romania, Polonia, Lituania ed Ucraina. Differente la strategia del colosso USA ExxonMobil

Una compagnia statunitense tiene voce le speranze per lo sfruttamento dello shale europeo. Nella giornata di giovedì, 25 Luglio, la compagnia USA Chevron ha dichiarato l’intenzione di procedere con lo sfruttamento di gas non convenzionale in Europa Centrale.

Come riportato dalla Bloomberg, la Chevron ha ritenuto un obiettivo importante l’ottenimento dell’indipendenza energetica da parte di Paesi che, come Romania, Polonia, Lituania ed Ucraina, dipendono fortemente dagli approvvigionamenti della Russia.

La Chevron possiede licenze per lo sfruttamento di gas in Polonia, Lituania, e Romania, dove già sono state avviate le prime operazioni di ricerca di gas non convenzionale.

Anche in Ucraina, la compagnia USA ha licenze per lo sfruttamento di shale, ma la burocrazia post sovietica rende farraginoso l’avvio delle operazioni di ricerca del gas non -convenzionale.

“Una volta messo in sicurezza lo sfruttamento dello shale, la popolazione locale sarà favorevole all’estrazione di gas non convenzionale -ha riportato la Chevron in una nota- la sicurezza energetica porterà indubbi benefici”.

Il Comportamento della Chevron è l’opposto di quello avuto dal colosso statunitense ExxonMobil che, dopo un primo interesse per lo sfruttamento di shale in Polonia, ha abbandonato i progetti polacchi per dedicarsi unicamente all’estrazione di gas non convenzionale in USA.

Secondo indiscrezioni, ad avere favorito la dipartita della ExxonMobil è stata la stretta alleanza che il colosso USA ha stabilito con il monopolista del greggio statale russo Rosneft.

Mosca contraria all’indipendenza energetica europea

La Russia è contraria all’avvio dello sfruttamento dello shale in Europa Centrale perché vuole mantenere il controllo delle forniture di gas naturale in Europa.

Sempre secondo indiscrezioni, la Russia finanzia organizzazioni ambientaliste per disinformare l’opinione pubblica sugli effetti positivi che lo sfruttamento dello shale porta all’economia dell’Europa.

Matteo Cazzulani

SHALE: LA GRAN BRETAGNA TAGLIA LE TASSE

Posted in Guerra del gas by matteocazzulani on July 24, 2013

Il Cancelliere britannico, George Osborne, annuncia il taglio al 30% dell’imposta sullo sfruttamento del gas non convenzionale. Anche la Polonia ha approvato sgravi fiscali per incentivare l’estrazione dello shale.

La Gran Bretagna dice si mentre l’Ungheria nicchia. Nella giornata di lunedì, 22 Luglio, il Cancelliere britannico, George Osborne, ha presentato una manovra economica per incentivare lo sfruttamento di shale gas in Gran Bretagna.

Come riportato da Energy Global, la misura riduce dal 62% al 30 la tassa imposta dal Governo sulle compagnie energetiche che sfruttano gas non convenzionale britannico.

Il Cancelliere Osborne ha dichiarato che il 30% delle tasse sullo shale sarà impiegata per incentivare la vita sociale nei territori interessati dallo sfruttamento del gas non convenzionale e, assieme al taglio dell’imposta, invogliare le compagnie energetiche ad investire in Gran Bretagna.

Secondo i dati EIA, la Gran Bretagna possiede una riserva di 26 Trilioni di Piedi Cubi di shale, ma uno studio del Consorzio Geologico Britannico -BGS- ha certificato la presenza di 1300 Trilioni di Piedi Cubi di gas non convenzionale.

La Gran Bretagna è tra i Paesi UE che ha avviato lo sfruttamento di shale sul suo territorio, ed è l’unico che ha iniziato l’importazione di gas non convenzionale dagli Stati Uniti d’America.

Una misura economica simile a quella della Gran Bretagna in UE è stata presa dal Governo polacco, che ha ridotto al 20% la tassa imposta sullo sfruttamento di shale in Polonia.

Secondo le stime EIA, la Polonia è il Paese con il più ricco giacimento di shale, pari a 148 Trilioni di Piedi Cubi.

Budapest dichiara la sua neutralità

Posizione di neutralità è stata invece assunta dall’Ungheria che, come dichiarato dal Ministro dell’Agricoltura ungherese, Sandor Fazekas, ha deciso di attendere lo sviluppo delle tecnologie utilizzate per lo sfruttamento del gas non convenzionale.

Come riportato dalla MTI, il Ministro Fazekas ha sottolineato perplessità sulle modalità di sfruttamento dello shale, ed ha dichiarato la volontà di attendere prima di avviare la ricerca di gas non convenzionale in territorio ungherese.

In Europa, oltre a Gran Bretagna e Polonia, lo shale è sfruttato anche in Romania, Lituania, Estonia, Lettonia e Danimarca, mentre Italia, Spagna e Germania hanno espresso interesse per l’importazione di gas non convenzionale dagli USA.

Con l’avvio dello sfruttamento dello shale, gli USA hanno incrementato la produzione nazionale di gas, ed hanno avviato le esportazioni di gas non convenzionale liquefatto in India e Gran Bretagna.

Contrari allo sfruttamento dello shale in Europa sono la Russia, Paesi europei tradizionalmente filorussi, come Francia, Bulgaria ed Olanda, e la Repubblica Ceca.

Matteo Cazzulani

UE E GEORGIA FIRMANO LA ZONA DI LIBERO SCAMBIO. I LATI POSITIVI DELL’ACCORDO

Posted in Georgia, Unione Europea by matteocazzulani on July 22, 2013

Tbilisi firma con la Commissione Europea l’importante documento che accelera l’Accordo di Associazione. Il Governo georgiano vuole stringere i tempi

17 mesi e sette round per integrare la Georgia nell’Unione Europea sul piano economico. Nella giornata di lunedì, 22 Luglio, il governo georgiano e la Commissione Europea hanno concluso le trattative per il varo di una Zona di Libero Scambio UE-Georgia.

L’accordo de facto apre ai prodotti georgiani il mercato europeo, introduce parametri igienico-sanitari e regole comuni tra Bruxelles e Tbilisi, rafforza la possibilità di investimenti in UE e Georgia, e facilita l’approvazione di politiche integrate per la tutela del clima e dell’ambiente.

Sul piano politico, la Zona di Libero Scambio favorisce l’integrazione della Georgia nell’UE: un passo che sarà realizzato con il varo dell’Accordo di Associazione tra Bruxelles e Tbilisi.

Auspicio a tal proposito è stato espresso durante una visita in Lituania, Paese che detiene la Presidenza di turno dell’Unione Europea, dal Ministro degli Esteri georgiano, Maia Panjikidze.

Il Ministro Panjikidze ha dichiarato il desiderio di concludere le trattative per la firma dell’Accordo di Associazione durante il Summit della Eastern Partnership di Vilna.

Per la Georgia, l’Unione Europea è il primo partner commerciale, mentre, per l’UE, Tbilisi rappresenta un solido alleato nel Caucaso, nonché un Paese europeo per storia, cultura e tradizioni, che, da molto tempo, ha espresso la volontà di attuare l’integrazione politica nella famiglia europea.

L’UE divisa, Kyiv lontana

Favorevoli all’integrazione politica della NATO nell’UE sono la Commissione Europea e i Paesi dell’Europa Centrale -Polonia, Lituania, Romania, Ungheria, Estonia, Lettonia, Repubblica Ceca, Slovacchia ed Austria.

Contrari alla presenza di Tbilisi in Europa sono Paesi tradizionalmente filorussi, come Francia, Belgio e Paesi Bassi.

Oltre alla Georgia, anche la Moldova è vicina al varo dell’Accordo di Associazione con l’UE, mentre l’Ucraina ha visto congelare la pratica a causa del regresso democratico impresso nel Paese dal Presidente, Viktor Yanukovych.

Matteo Cazzulani

SHALE: L’ARGENTINA APRE ALL’ESTERO

Posted in Guerra del gas by matteocazzulani on July 20, 2013

Una Commissione Speciale Governativa realizza un Decreto Presidenziale che assicura incentivi alle compagnie estere per lo sfruttamento di gas non convenzionale argentino. Il provvedimento è un passo indietro rispetto alla politica centralista della Presidente, Cristina Fernandez de Kichner.

Pieno diritto di esportazione ed esenzioni fiscali sono le misure adottate dal Governo argentino per favorire lo sfruttamento di shale in Argentina. Nella giornata di giovedì, 18 Luglio, una Commissione Speciale Governativa ha realizzato un Decreto Presidenziale che consente alle compagnie energetiche impegnate in Argentina di esportare il 20% dello shale sfruttato senza pagare la tassa statale del 33%.

Inoltre, il Decreto concede alle compagnie energetiche la possibilità di esportare liberamente lo shale sfruttato in Argentina, solo a patto che l’area in cui il gas non convenzionale è estratto non richieda forniture speciali di energia.

Il provvedimento ha riscosso subito un risvolto positivo con la dichiarazione di interesse nello sfruttamento del Vaca Muerta, il più importante giacimento di shale argentino, da parte del colosso statunitense Chevron.

Finora, il premesso di sfruttare lo shale in Argentina è stato riservato solo alla compagnia YPF, che è stata nazionalizzata per mezzo di una forzatura della Presidente, Cristina Fernandez de Kirchner, a spese della compagnia energetica spagnola Repsol.

Un passo in avanti nel terzo Paese al mondo per possesso di shale

Secondo le stime EIA, l’Argentina è il terzo Paese al Momdo per possesso di giacimenti di gas shale sul suo territorio, pari a 802 Trilioji di Piedi Cubi.

L’Argentina è preceduta solo dagli Stati Uniti d’America, con una riserva di shale di 1161 Trilioni di Piedi Cubi, e dalla Cina, con 1115 Trilioni di Piedi Cubi.

Matteo Cazzulani

GAS AZERO IN GRECIA: TAP E DESFA FIRMANO UN ACCORDO

Posted in Guerra del gas by matteocazzulani on July 19, 2013

Il consorzio deputato alla realizzazione del Gasdotto Trans Adriatico ha concordato con la compagnia DESFA la forte distribuzione del gas dell’Azerbaijan nel sistema infrastrutturale energetico nazionale greco. Atene trae vantaggio dal transito sul suo territorio della TAP

Una lezione che l’Italia farebbe bene ad imitare per evitare di perdere una ghiotta occasione per diversificare le fonti di approvvigionamento di energia. Nella giornata di giovedì, 18 Luglio, il consorzio deputato alla realizzazione del Gasdotto Trans Adriatico -TAP- e la compagnia greca DESFA, incaricata della gestione del sistema infrastrutturale energetico della Grecia, hanno firmato un accordo di collaborazione.

Come riportato da Pipelines International, il patto prevede l’integrazione della TAP con il sistema di trasporto del gas della Grecia, per permettere un’agevole diffusione nel territorio greco dell’oro blu dell’Azerbaijan veicolato in Europa dal Gasdotto Trans Adriatico.

Come riportato da una nota, la TAP ritiene l’accordo di collaborazione necessario per stringere partnership anche con altri Paesi dei Balcani, che possono essere interessati a rifornimenti di gas dell’Azerbaijan per diversificare le proprie fonti di oro blu nazionali.

Lo scorso 28 Giugno, il Gasdotto Trans Adriatico, concepito per veicolare 10 Miliardi di Metri Cubi di gas all’anno in Italia dal confine tra Grecia e Turchia attraverso l’Albania, ha vinto l’appalto per il trasporto del gas azero in Europa.

La TAP è compartecipata dal colosso norvegese Statoil, dalla compagnia svizzera AXPO, da quella tedesca E.On e dalla belga Fluxys, mentre il colosso britannico British Petroleum, quello azero SOCAR, e la compagnia francese Total hanno un’opzione sul 50% della conduttura.

Dall’Albania, la TAP rifornirà di 5 Miliardi di metri cubi di gas dell’Azerbaijan all’anno anche la Croazia attraverso Montenegro e Bosnia Erzegovina attraverso la realizzazione del Gasdotto Ionico Adriatico -IAP, compartecipata dalla compagnia bosniaca BH-Gas e dalla croata Plinacro.

La lezione greca per la politica italiana

Con il patto tra la DESFA e la TAP, la Grecia, attraverso cui il Gasdotto Trans Adriatico veicola il gas dell’Azerbaijan verso Albania e Italia, ha così assunto una politica che mira a tutelare lo status di Paese di Transito ed assicurare continui e stabili approvvigionamenti.

La medesima tattica potrebbe, e dovrebbe, essere assunta dall’Italia, qualora, come probabile, la TAP sarà prolungata verso Svizzera, Germania, Belgio e Olanda per rifornire di gas azero l’Europa Nord-Occidentale.

Tuttavia, l’Italia sembra poco interessata a giocare una partita da cui dipende molto dell’immagine del BelPaese in campo energetico ed estero, per altro di recente già compromessa dagli scandali con il Kazakhstan.

Con il pieno sfruttamento del gas dall’Azerbaijan, l’Italia diversificherebbe gli approvvigionamenti energetici dalla forte dipendenza che, ad oggi, lega l’economia italiana alle importazioni di carburante da Russia ed Algeria.

Matteo Cazzulani

OETTINGER PROPONE L’UNIONE TRANSATLANTICA DELL’ENERGIA

Posted in Guerra del gas by matteocazzulani on July 18, 2013

Il Commissario UE all’Energia invita gli Stati Uniti d’America a rifornire di shale l’Europa, e ad inserire la questione nelle trattative per l’Unione Commerciale tra USA ed Unione Europea. Risvolti positivi anche sul piano ambientale.

L’Unione Transatlantica nom solo come entità politica, ma anche come realtà energetica. Nella giornata di mercoledì, 17 Luglio, il Commissario UE all’Energia, Gunther Oettinger, ha sostenuto la necessita di stringere le relazioni tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti d’America in campo energetico.

Come riportato in un discorso pubblico al Centro di Studi Strategici di Washington, Oettinger ha sottolineato come lo sfruttamento di gas shale negli USA possa caratterizzare un’opportunità per diversificare le fonti di approvvigionamento di oro blu dell’Unione Europea.

Oettinger ha anche illustrato la necessita per l’UE di importare shale dagli USA non solo per ridurre una dipendenza europea dalle forniture estere, che, secondo le stime ufficiali, è destinata ad aumentare vertiginosamente, ma anche per abbattere le emissioni inquinanti, come dichiarato di recente dal Presidente statunitense, Barack Obama.

Per questa ragione, Oettinger ha ritenuto opportuno inserire la cooperazione energetica all’interno delle trattative per il varo della Zona di Libero Scambio USA-UE, ed ha invitato gli statunitensi ad aiutare gli europei nello sfruttamento dei giacimenti di shale ubicati nel Vecchio Continente.

“USA ed UE hanno comuni valori in campo energetico, che devono essere fissati nella partnership per la Zona di Libero Scambio che stiamo negoziando attualmente -ha dichiarato Oettinger- Dobbiamo sviluppare un più forte set di regole che consenta di affrontare il mercato globale”.

Oettinger sulla buona strada

Oettinger si è anche soffermato sul ruolo della Russia, il primo fornitore di gas dell’Europa, ed ha sottolineato la necessità di diminuire la dipendenza dagli approvvigionamenti di Mosca mediante un’intensificazione della diversificazione delle forniture di gas.

Infine, Oettinger ha anche apprezzato l’ingresso dell’Ucraina nella Comunità Energetica Europea nel 2011, un passo che rende ora possibile forti relazioni tra enti ucraini e operatori statunitensi ed europei impegnati nello sfruttamento dello shale.

Il discorso di Oettinger va nella giusta strada, in quanto l’UE e gli USA necessitano la costituzione dell’Unione Transatlantica per rafforzare la posizione dell’Occidente in un mondo sempre più globalizzato.

L’Unione Transatlantica permette non solo la difesa dell’Occidente dall’aggressività economica della Cina e da quella energetica della Russia, ma anche la diffusione dei valori della cultura occidentale, come Democrazia, Diritti Umani, Libero Mercato e Libertà di Stampa.

Matteo Cazzulani