ELEZIONI AMMINISTRATIVE IN UCRAINA: IL PARTIJA REHIONIV PRIMO NEL PAESE. L’OPPOSIZIONE DEMOCRATICA OTTIENE IMPORTANTI VITTORIE
Partiti dell’opposizione avanti a Leopoli, Odessa, Kharkiv e Khmel’nyc’kyj. Bat’kivshchyna contesta il dato nazionale.
Conferme e sorprese dagli exit-pool. Secondo la rilevazione sociologica della GfK Ukraine, su scala nazionale a vincere le amministrative sarebbe stato il Partija Rehioniv, con il 36,2%. Il partito del potere, a cui appartengono il Presidente, Viktor Janukovych, il Premier, Mykola Azarov, e quasi tutti i membri del Consiglio dei Ministri, sarebbe seguito dalla principale forza dell’Opposizione Democratica, Bat’kivshchyna, con il 13,1%.
Doveroso ribadire che il partito dell’anima della Rivoluzione Arancione, Julija Tymoshenko, non ha potuto presentarsi nelle proprie roccaforti di Kyiv e Leopoli, a causa di liste-clone, registrate da transfughi passati tra le fila della maggioranza, aiutati dalle Autorità.
Al terzo posto si sarebbe classificato il Front Zmin di Arsenij Jacenjuk, con il 6,8%. A seguire, i comunisti, con il 5,9%, la formazione patriottica Svoboda, con il 5,1, e Sylna Ukrajina del vice premier Serhij Tihipko, col 4,3%. Contro tutti si sarebbe espresso il 7,2% degli elettori.
Lecito sottolineare come sull’effettiva regolarità delle consultazioni vi siano forti dubbi, motivati da falsificazioni, macchinazioni e pressioni su elettorato, opposizioni e media indipendenti di ogni genere, verificatesi sia durante, che alla vigilia delle elezioni.
Tale concetto è stato espresso anche dal vice leader di Bat’kivshchyna, Oleksandr Turchynov. Il quale, a caldo, ha sottolineato come il dato nazionale non sia indicativo del reale supporto goduto dal principale partito dell’Opposizione Democratica, altresì certificato dai risultati nelle singole città.
Vittoria a Leopoli. Nonostante la lista-clone
Sempre secondo la rilevazione GfK Ukraine, a Leopoli il sindaco uscente, candidato del Partito Cristiano Repubblicano, Andrij Sadovyj, avrebbe ottenuto la riconferma, con il 46,3% dei consensi. Staccati, di molto, l’esponente del Partija Rehioniv, Petro Pysarchuk – 19%, il giovane candidato di Svoboda, Jurij Mykhal’chyshyn – 11,3%, Volodymyr Hirnjak di Ukrajina Soborna – 8,4%, e Stefan Kubiv del Front Zmin – 5%. Proty Vsikh, il 4,8% dei votanti.
Successo a Kharkiv. Bene anche ad Odessa e Khmel’nyc’kyj
Laddove Bat’kivshchyna corre, vince. Così sarebbe a Kharkiv, dove il partito di Julija Tymoshenko sarebbe riuscito a portare alla vittoria il proprio candidato sindaco, Arsen Avakov, con il 34,7%. Battuto l’uomo del Partija Rehioniv, Henadij Kernes, fermo al 30,08%.
Il principale partito dell’Opposizione Democratica vincerebbe anche a Khmel’nyc’kyj, con l’elezione a sindaco di Serhij Mel’nyk, forte di un 72% sul regionale Kolishchak, fermo al 9,2%.
Successo per l’opposizione anche a Odessa, dove il candidato del Front Zmin, Eduard Hurbic, avrebbe superato la rivale del Partija Rehioniv, Olesja Kostusjeva, con il 47,4% contro il 36,3% dei consensi.
I dati definitivi, a partire dai prossimi giorni.
Matteo Cazzulani
ELEZIONI AMMINISTRATIVE IN UCRAINA: L’OPPOSIZIONE DEMOCRATICA DENUNCIA BROGLI
Casi di falsificazione registrati nella giornata elettorale. Le differenti reazioni di Autorità ed Opposizione Democratica. Affluenza al 30%, in aumento
Schede errate, accenni di rissa, intrusione di rappresentanti di lista nelle cabine elettorali. Senza contare i soliti caroselli di autobus, e le esclusioni dell’ultima ora. Così si è svolta la giornata elettorale in Ucraina, alla quale i cittadini sono chiamati per rinnovare quasi la totalità delle amministrazioni comunali, provinciali e regionali.
I disordini, denunciati da più fonti, hanno riguardato per lo più l’aspetto organizzativo. Schede di voto sono state consegnate in province errate. Ed in quelle che hanno ricevuto i bollettini corretti, nominativi di alcuni esponenti dei partiti di opposizione sono stati omessi.
Oltre a tutto questo, sono stati registrati casi di disturbo delle operazioni di voto da parte di esponenti del Partija Rehioniv – la forza politica, egemone nel Paese, a cui appartengono il presidete, Viktor Janukovych, il Premier, Mykola Azarov, e quasi tutti i membri del Consiglio dei Ministri.
Lo stesso partito, poi, è stato accusato di avere organizzato pullmini ad hoc per trasportare elettori nelle varie sezioni, e permettere loro di esercitare il proprio diritto di voto per più di una volta. A conferma, l’alta quantità di schede consegnate in alcuni seggi, decisamente in sovrannumero rispetto agli aventi diritto registrati.
Malgrado le accuse, dato certo è quello dell’affluenza, al 30% alle ore 15. Un dato basso, che ha fatto parlare i media di disaffezione politica degli ucraini. Ciò nonostante, in molti seggi è stata riscontrata la presenza di code, con persone in attesa del proprio turno anche per più di un’ora.
Le prime reazioni
Pronte le prime reazioni delle diverse forze politiche. Subentrato ad una Julija Tymoshenko ancora febbricitante, il vice leader di Bat’kivshchyna, Oleksandr Turchynov, ha ribadito che il principale partito dell’Opposizione Democratica non riconoscerà l’esito delle consultazioni nelle regioni di Kyiv, Leopoli e Luhans’k. Dove, a causa di liste-clone presentate da transfughi vicini al Partija Rehioniv, Bat’kivshchyna non ha potuto presentarsi.
Inoltre, Turchynov ha accusato le Autorità di disincentivare il voto, per mezzo di una pessima organizzazione del voto. Ad esempio, nelle regioni di Khmel’nic’kyj e Vinnycja – dove Bat’kivshchyna raccoglie ampi consensi – le lunghe file starebbero spingendo in molti a rincasare.
Di parere differente il primo ministro, Mykola Azarov, che ha sottolineato l’assenza di particolari casi di irregolarità, malgrado quanto annunciato dalle opposizioni. Inoltre, Azarov ha anticipato l’intenzione da parte del governo di ovviare ai disguidi delle schede maldistribuite, introducendo, dalle prossime votazioni, il sistema elettronico.
Le urne rimarranno aperte fino alle 22 locali. Nella giornata di lunedì, Primo novembre, i primi dati definitivi.
Matteo Cazzulani
ELEZIONI AMMINISTRATIVE IN UCRAINA: IL TEST PER LA DEMOCRAZIA AL VIA SENZA L’OPPOSIZIONE NELLE SUE ROCCAFORTI
Irregolarità e ricorsi alla vigilia del voto locale. Bat’kivshchyna esclusa dalla corsa nelle roccaforti di Kyiv e Leopoli
Urne aperte in Ucraina. Per la priva volta dall’Indipendenza, gli ucraini sono chiamati a rinnovare le amministrazioni regionali, provinciali, cittadine e locali, con un sistema misto proporzionale-maggioritario. Solo per i piccoli centri di campagna, è previsto il maggioritario puro. Candidati a sindaco e consiglieri possono essere solo presentati da partiti registrati da più di un anno. Non da blocchi, alleanze e forze partitiche costituitesi da meno di 365 giorni.
Un vero e proprio test per la tenuta della democrazia in Ucraina, dopo una distribuzione iniqua dei rappresentati nelle Commissioni Elettorali Locali – a favore della maggioranza – e pressioni su media indipendenti, giornalisti ed esponenti delle opposizioni. Non a caso, 1913 sono gli osservatori ufficiali dispiegati. Una cifra altissima per una consultazione amministrativa.
Bat’kivshchyna esclusa a Kyiv. A Leopoli corre il suo clone
A ridosso dell’apertura dei seggi, gli ultimi scandali. La Commissione Elettorale di Kyiv ha escluso dalla competizione la lista-clone del principale partito dell’Opposizione Democratica, Bat’kivshchyna. Senza, tuttavia, riammettere quella originale. Una farsa, come commentato dal coordinatore locale, Kostjantyn Bondarjev, che ha impedito alla lista favorita dai sondaggi di prendere parte al voto.
Lecito ricordare che il clone di Bat’kivshchyna è stato presentato dall’ex segretario regionale, Volodymyr Majbozhenko, dimissionato da un congresso interno per essere passato tra le fila del Partija Rehioniv – il partito, egemone nel Paese, a cui appartengono il Presidente, Viktor Janukovych, il Premier, Mykola Azarov, e quasi tutti i membri del Consiglio dei Ministri. Tuttavia, la Corte Locale si è rifiutata di riconoscere tale modifica, ed ha permesso al transfuga di depositare un propria lista di appoggio alla maggioranza, con il brand del principale partito di opposizione.
Ancor più tragica la situazione a Leopoli, dove il clone di Bat’kivshchyna è stato riammesso da una sentenza urgente della Corte Locale, che ha cancellato un precedente provvedimento della Commissione Elettorale leopoliense simile a quello approvato a Kyiv.
“In una delle roccaforti, al nostro partito è proibito di presentarsi agli elettori – ha illustrato il coordinatore locale, Roman Ilyk – una situazione anomala, che ha stupito anche la coordinatrice della missione di osservazione USA, Bena Barry”.
Dinnanzi a tuuto ciò, la Leader di Bat’kivshchyna, l’anima della Rivoluzione Arancione, Julija Tymoshenko, ha dichiarato che non riconoscerà l’esito del voto nelle due città, ed ha invitato il proprio elettorato a votare contro tutti, dal momento in cui nessuna delle altre forze politiche si è attivata in sua difesa. Unica eccezione, il Narodnyj Rukh, disposto a candidare esponenti Bat’kivshchyna nelle proprie liste per garantire la libertà di scelta ai leopoliensi.
Il protocollo di Kherson. Le schede di Kharkiv
Medesimo scenario potrebbe verificarsi anche a Kherson. Dove, nella giornata di sabato, 30 ottobre, è stato pervenuto un protocollo contenente, nel dettaglio, i risultati delle votazioni per il consiglio comunale. Con tanto di percentuali, schede bianche e nulle.
Il documento, indirizzato alla Commissione Elettorale Territoriale, attesta una comoda vittoria al candidato del Partija Rehioniv, Volodymyr Sad’o, altresì dato per sconfitto da tutte le rilevazioni sociologiche precedenti. Alla luce dello scandalo, il Deputato Nazionale del Blocco Tymoshenko-Bat’kivshchyna, Jurij Odarchenko, ha esposto ricorso alla Procura Generale.
In dubbio anche il riconoscimento delle votazioni a Kharkiv. Qui, in una tipografia non-autorizzata, è stata scoperta la stampa di schede elettorali in sovrannumero. Il misfatto, in piena violazione della legge, è stato giustificato dalle Autorità come una misura per evitare disguidi dell’ultimo istante. Ciò nonostante, casi simili sono stati individuati anche ad Ivano-Frankivs’k, ed in altre città del Paese.
La mobilitazione internazionale
Oltre a quella di Julija Tymoshenko, anche altre forze dell’opposizione sarebbero state colpite da provvedimenti ingiusti. Il partito Za Ukrajinu ha denunciato l’esclusione dei suoi rappresentanti di lista dalla Commissione Elettorale Locale di Ternopil’. Simile trattamento, a Leopoli, per quelli di Nasha Ukrajina. Il candidato sindaco di Donec’k del Centro Unito, infine, è stato arrestato a pochi giorni dal voto.
Tuttavia, la principale concentrazione di osservatori internazionali è presente ad Odessa, dove la campagna elettorale si è tinta persino di antisemitismo. Come denunciato dall’esponente del partito Spravedlyvist’, Valerij Pesec’kyj, la candidata del Partija Rehioniv, Oleksija Kostusjeva, avrebbe fatto distribuire presso scuole ed edifici pubblici materiali in cui si invita a non votare il principale avversario, il sindaco uscente, Eduard Hurbic – supportato dal Front Zmin di Arsenij Jacenjuk – in quanto ebreo.
Gli exit-pool sono previsti immediatamente dopo la chiusura dei seggi, alle 22 locali. I primi risultati certi, nella giornata di lunedì, 1 novembre.
Matteo Cazzulani
ELEZIONI AMMINISTRATIVE IN UCRAINA: I POPOLARI EUROPEI DENUNCIANO IRREGOLARITA’
Il Partito Popolare Europeo invita a considerare le infrazioni del codice democratico, con cui le Autorità ucraine hanno organizzato il voto locale di Domenica, 31 ottobre. A Odessa, casi di antisemitismo
L’UE dorme. Il PPE, no. Nella giornata di venerdì, 29 ottobre, il Partito Popolare Europeo ha diffuso una nota, con la quale ha invitato la comunità internazionale a prendere atto dell’assenza di democrazia in Ucraina.
In particolare, il documento, firmato dal coordinatore per la politica estera, Elmar Brok, riporta una severa analisi dell’operato del Presidente ucraino, Viktor Janukovych, alla vigilia di elezioni amministrative, cruciali per testare lo stato di maturità democratica di Kyiv.
A turbare maggiormente la principale forza politica dell’Europarlamento, le continue pressioni su attivisti di ONG, partiti dell’Opposizione Democratica, e media indipendenti, l’estromissione arbitraria di candidati di forze non-governative dalla competizione, ed altre forme di manipolazione del voto.
“Le Autorità ucraine non si sono dimostrate all’altezza – riporta la nota – e l’operato dei funzionari statali non ci permette di ritenere le elezioni in linea con gli standard democratici. Siamo preoccupati – ha continuato Brok – dinnanzi all’iniqua distribuzione dei membri delle Commissioni Elettorali Locali, ed alla comparsa di liste-clone di Bat’kivshchyna [il principale partito dell’Opposizione Democratica, guidato da Julija Tymoshenko, n.d.a.] nelle regioni di Kyiv, Leopoli, Ternopil’ e Luhans’k”.
Un allarme lanciato a poche ore da quello del vice Leader della stessa Bat’kivshchyna, Oleksandr Turchynov. Il quale, in una conferenza stampa, ha dichiarato l’apertura di una linea telefonica diretta, per comunicare tempestivamente ogni infrazione del regolamento elettorale durante le operazioni di voto e spoglio.
Deriva antisemita
Nel frattempo, la campagna elettorale si è macchiata di un caso di antisemitismo. Ad Odessa, sempre venerdì, 29 ottobre, il candidato sindaco del partito Solidarnist’ ha denunciato di propaganda antisemita il concorrente del Partija Rehioniv – la forza politica, egemone nel Paese, a cui appartengono il Presidente Janukovych, il Premier, Mykola Azarov, e quasi tutti i membri del Consiglio dei Ministri.
Nella nota, riportata dall’agenzia UNIAN, e corredata da video e fotografie, Oleksija Kostusjeva è tacciata di xenofobia per avere distribuito, dinnanzi a scuole ed edifici pubblici, materiale in cui si invitano gli odessini a non sostenere, in quanto ebreo, l’attuale Primo Cittadino, Eduard Hurbic.
“E’ una vergogna per la città più tollerante dell’ex-URSS – ha dichiarato l’autore della denuncia, Valerij Pesec’kyj – l’articolo 53 del regolamento per le consultazioni amministrative vieta, durante la campagna, ogni riferimento a razza ed etnia. Ed il 52, il coinvolgimento, attivo e passivo, di minorenni”.
Matteo Cazzulani
ELEZIONI AMMINISTRATIVE IN UCRAINA: TURCHYNOV PREANNUNCIA BROGLI E MOSTRA LE PROVE
Il vice Leader di Bat’kivshchyna denuncia il deficit di democrazia con cui il Paese affronta il voto locale. Liste-clone, pressioni sui candidati, schede in sovrannumero ed apparenti errori di stampa le armi della falsificazione
In massa alle urne per difendere la democrazia. E’ questo l’appello lanciato dal Vice Leader di Bat’kivshchyna, Oleksandr Turchynov, nel corso della conferenza stampa di chiusura della campagna elettorale.
L’esponente del principale partito dell’Opposizione Democratica, subentrato ad una febbricitante Julija Tymoshenko, ha dichiarato che, a prescindere dal risultato, quelle di Domenica, 31 ottobre saranno consultazione falsate.
Liste-clone ed esclusioni arbitrarie
Numerosi gli argomenti a sostegno di tale, amara constatazione. In primis, la registrazione nelle Oblast’ di Kyiv, Luhans’k e Ternopil’ di liste-clone del suo partito, presentate da ex-coordinatori, dimissionati per essere passati tra le file del Partija Rehioniv – la forza politica, egemone nel Paese, a cui appartengono il presidente, Vikor Janukovych, il premier, Mykola Azarov, e la maggior parte dei membri del Consiglio dei Ministri.
Inoltre, alcuni esponenti di Bat’kivshchyna sono stati estromessi dalla competizione per ingiustificate irregolarità nella presentazione dei documenti. Non ultimo, il candidato sindaco di Kremenchuk, nella regione di Poltava. Caso simile, quello della regione di Khmelnic’kyj, dove nominativi di Bat’kivshchyna sono stati inseriti circoscrizioni differenti da quelle in cui si sono candidati, ed hanno condotto la campagna elettorale.
Le tipografie illegali ed il porcellum ucraino
Altro punto, la produzione del materiale elettorale. Negli scorsi giorni, a Kharkiv è stata scoperta una tipografia non autorizzata, impegnata a stampare schede per la votazione in sovrannumero, in piena infrazione della legge. Oltre ad esso, simili casi sono stati registrati anche ad Ivano-Frankivs’k, ed in altri centri del Paese.
Inoltre – come mostrato sull’esempio di un fac-simile della regione di Kyiv, direttamente dal politico – sulle schede, le forze politiche della maggioranza, ed i loro alleati, sono stati inseriti nei primi posti, e la loro denominazione, stampata in maiuscoletto grassetto. Al contrario, tutte le altre sono state riportate in solo neretto, e relegate in fondo al lungo elenco che gli ucraini incontreranno nella cabina elettorale.
Infine, il vice leader di Bat’kivshchyna ha rilevato una composizione iniqua delle Commissioni Elettorali Locali, dove il Partija Rehioniv mantiene un’assoluta predominanza. Esse sono affrancate da ogni controllo, libere di manipolare l’esito delle consultazioni a proprio vantaggio.
L’appello agli elettori
“Quelle di Domenica – ha dichiarato Turchynov – non saranno elezioni regolari. Troppi i casi di falsificazione delle procedure. Janukovych continua a rassicurare il Mondo sulla conduzione di consultazioni in linea con gli standard democratici. Ma mente. In realtà – ha continuato – ha tramutato il tutto in farsa. E seminato il terrore tra i candidati dell’Opposizione Democratica”.
“Per questa ragione – ha concluso – invito tutti gli ucraini a recarsi alle urne, per difendere il diritto alla scelta democratica. Chiunque diserterà il voto, sarà complice delle autorità, desiderose di ridurre in silenzio ogni forma di dissidenza”.
Matteo Cazzulani
ELEZIONI AMMINISTATIVE IN UCRAINA: A LEOPOLI CANCELLATO IL CLONE DI BAT’KIVSHCHYNA
La Commissione Elettorale Territoriale del capoluogo galiziano esclude la lista-civetta dalle amministrative. Ma è troppo tardi. Decisiva la mobilitazione interna ed internazionale
Espulsione in zona cesarini. Senza, tuttavia, alcun ripristino della parità numerica. La metafora calcistica rende bene l’idea della decisione della Commissione Elettorale Territoriale di Leopoli. Che, nella serata di mercoledì, 27 ottobre – a quattro giorni dalle elezioni locali – ha estromesso la lista-clone del principale partito dell’Opposizione Democratica, Bat’kivshchyna.
Il brand del partito dell’anima della Rivoluzione Arancione, Julija Tymoshenko, è stato registrato dal parlamentare Ivan Den’kovych, ex-coordinatore provinciale, dimissionato dal congresso interno per aver votato a più riprese con il Partija Rehioniv – la forza politica, egemone nel Paese, a cui appartengono il Presidente, Viktor Janukovych, il Premier, Mykola Azarov, e quasi tutti i membri del Consiglio dei Ministri.
Ciò nonostante, la Corte Amministrativa di Leopoli si è rifiutata di registrare la modifica, ed ha riconosciuto il transfuga come segretario ancora in carica. Consentendogli, così, di rubare il nome del partito, e presentare una propria lista alleata della maggioranza.
Il turbamento di PPE ed OSCE
A contribuire alla decisione della Commissione Elettorale, due eventi. Il primo, la conferenza stampa dei militanti e dei Deputati Nazionali della vera Bat’kivshchyna. I quali, forti dell’appoggio del Partito Popolare Europeo, hanno rivolto un appello per il rispetto delle regole della democrazia, sia interna ai partiti – con il riconoscimento del dimissionamento di Den’kovych – sia nel contesto elettorale – dando la possibilità ai leopoliensi di votare per la vera forza politica, tradizionalmente forte in Galizia.
Inoltre, martedì, 26 ottobre, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione Europea ha promesso di intervenire con decisione per risolvere in sede continentale la questione. A sancirlo, il Capo degli esperti OSCE, Jonathan Stounstreet, a margine di un meeting con il legittimo coordinatore provinciale di Bat’kivshchyna, Roman Ilyk.
Ciò nonostante, le consultazioni sono ben lontane dall’essere considerate totalmente in regola. Difatti, la lista originale di Bat’kivshchyna non è stata riammessa. E, qualora lo fosse, sarebbe oramai troppo tardi.
Inoltre, casi simili a quello di Leopoli ancora colpiscono il partito di Julija Tymoshenko nelle Oblast’ di Kyiv, Luhans’k e Ternopil’, dove liste-clone, fedeli alla maggioranza, corrono al posto di quella originale, che si batte per un’Ucraina più giusta, democratica, indipendente ed europea.
Matteo Cazzulani
UCRAINA: L’ORO NERO DALL’AZERBAJDZHAN DOPO QUELLO BLU DALLA RUSSIA
Kyiv aumenta l’importazione di nafta azera, dopo aver rinnovato le forniture di gas russo. Baku vicina alla compartecipazione dell’oleodotto Odessa-Brody
Nafta azera e gas russo riscalderanno l’inverno ucraino. Nella giornata di giovedì, 28 ottobre, i Presidenti dell’Ucraina, Viktor Janukovych, e dell’Adzherbajdzhan, Il’kham Alijev, hanno concordato l’aumento delle forniture di nafta centroasiatica.
L’oro nero di Baku, importato da Kyiv, aumenterà di un milione di tonnellate, e sarà trasportato fino al cuore dell’Europa per mezzo dell’oleodotto Odessa-Brody, nuovamente sfruttato verso nord – dalla città portuale al centro galiziano.
Un accordo vantaggioso per ambo le parti. Dal momento in cui, se l’Ucraina necessita di diversificare le proprie forniture, l’Azerbajdzhan punta al medesimo obiettivo per le sue esportazioni.
Per questa ragione, Alijev ha illustrato come sia fondamentale la partecipazione del suo Paese alla gestione dell’Odessa-Brody, ed ai lavori per il suo prolungamento fino alla città polacca di Plock. A tale pro, e per coadiuvare i rilievi tecnico-scientifici, da Baku è stata creata la compagnia Sarmatija.
“L’Azerbajdzhan e l’Ucraina – ha illustrato Alijev – non sono collegate da alcun gasdotto diretto. Ad oggi, la nafta estratta nel Caspio arriva a Kyiv tramite lo snodo di Ceyan [nella Turchia meridionale, n.d.a.]. E troppo distante, occorre tagliare le spese, e rendere il transito più effettivo”.
Costruito nel 2001per allentare la dipendenza europea dalla Russia, l’Odessa-Brody avrebbe dovuto trasportare benzina azera nel cuore del Vecchio Continente. Ciò nonostante, l’ente organizzatore – il Corridoio Euro-Asiatico di Trasporto della Nafta – non è riuscito a reperire le risorse necessarie al suo prolungamento fino a Plock.
Inoltre, nel 2004, l’allora premier Janukovych ha disposto l’utilizzo dell’infrastruttura in senso inverso per importare nafta dal consorzio russo TNK-VR. E, così, soddisfare le richieste di Mosca.
Solo nel gennaio 2010, la Sarmatija è riuscita ad ottenere un finanziamento dall’UE per la realizzazione del tratto polacco, pari a 120 milioni di euro – il 25% del totale.
Le nuove tariffe della Russia
Se per Kyiv l’oro nero arriverà da Baku, quello blu proverrà da Mosca. In seguito al summit tra i primi ministri dei due Paesi, l’ucraino Mykola Azarov ed il russo Vladimir Putin, il Cremlino ha fissato a 235 dollari per metro cubo il costo del gas che la compagnia statale ucraina Naftohaz dovrà corrispondere al monopolista di Mosca Gazprom per i primi quattro mesi del Nuovo Anno.
La tariffa non ha subito variazioni sensibili rispetto alle scadenze precedenti. Tuttavia, per ottenerla, il governo ucraino ha pagato un prezzo altissimo sul piano della propria Indipendenza politica ed economica.
Lo scorso maggio, ha concesso il prolungamento dello stazionamento della Flotta russa del Mar Nero in Crimea fino al 2042. Poche settimane più tardi, ha avviato la procedura di fusione tra i due colossi nazionali del gas. Che, stando al parere della maggior parte degli esperti, porterà l’Ucraina alla perdita del controllo del proprio patrimonio infrastrutturale energetico.
Ciò nonostante, lo scorso Primo di agosto, la bolletta del gas per la popolazione ha subito un rincaro repentino del 50%.
Matteo Cazzulani
GUERRA DEL GAS: POLONIA E RUSSIA, ACCORDO VICINO
Il governo di Varsavia da il via libera alla proposta da inoltrare a Gazprom, modificata secondo le indicazioni UE. A Mosca la decisione definitiva
La Polonia obbedisce all’Europa. Nella giornata di mercoledì, 27 ottobre, il Ministero del’Economia polacco ha informato di avere ottenuto il via libera dal governo sulla revisione dell’accordo per l’importazione di gas. Da sottoporre, adesso, al parere russo.
Nello specifico, Varsavia mira all’incremento delle forniture a 10 miliardi di metri cubi annui, dai 7,45 attuali. Inoltre, la Polonia ha deciso di ridurre la durata della proposta, anticipandone la scadenza, dal 2037 al 2022.
Le obiezioni europee
Lo scorso gennaio, la revisione è stata richiesta dall’Unione Europea, preoccupata dalla precedente versione. In cambio del prolungamento delle forniture, la parte polacca intendeva cedere l’esclusiva dell’utilizzo del proprio sistema infrastrutturale energetico – tra cui la tratta della conduttura Jamal-Europa – al monopolista russo Gazprom. Una palese violazione del regolamento UE, che vieta la gestione di gasdotti ed oleodotti continentali in regime di monopolio.
Ora, la palla passa a Mosca, dal momento in cui il Cremlino e Gazprom dovranno vagliare la proposta, soppesarla, e, possibilmente, approvarla.
Lecito ricordare che la Polonia sta cercando disperatamente di rinnovare le forniture di oro blu dalla Russia. Da quando, nel gennaio 2009, è stata eliminata la compagnia RosUkrEnergo: misterioso intermediario elvetico, controllato al 50% da Gazprom, da cui la compagnia polacca PGiNG ha dipeso quasi del tutto per l’importazione di gas.
Ad oggi, la Polonia consuma 14 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Dieci in più di quanto riesce a produrre sul proprio territorio.
Matteo Cazzulani
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