LA VOCE ARANCIONE. Il Blog di Matteo Cazzulani

UCRAINA: LA RUSSIA VUOLE L’INCROCIATORE IN REGALO

Posted in Ukraina by matteocazzulani on February 28, 2011

Mosca richiede la cessione gratuita della nave militare balistica Ukrajina, progettata per le esigenze militari di Kyiv

Il presidente russo, Dmitrij Medvedev

Un regalo coi fiocchi. E coi missili. E’ stato esplicito il Ministro della Difesa russo, Anatolij Serdjukov, che nel corso di un incontro con il collega ucraino, Mykhajlo Jezhel’, ha chiesto l’elargizione dell’Ukrajina.

Come riportato dall’agenzia RIA Novosti, Kyiv sarebbe vicina al via libera per la cessione gratuita a Mosca dell’incrociatore militare, in costruzione a Mykolajev.

“Sono consapevole — ha sottolineato Jezhel’ a Vladivostok — della volontà della Russia di annoverarlo nella sua flotta. Prenderemo una decisione soddisfacente per tutti”.

A spingere l’Ukrajina verso il Cremlino, gli accordi stretti lo scorso 17 marzo tra i due Presidenti, Viktor Janukovych, e Dmitrij Medvedev, che hanno aperto ai russi nella realizzazione dell’incrociatore, progettato per le esigenze dell’esercito di Kyiv.

Lavori a singhiozzo

Inizialmente ordinato dalla marina sovietica, nel 1984, con la caduta dell’Unione Sovietica l’Ukrajina è stato messo in stand-by.

Ripreso nel 1995, ed ancora interrotto nel 1996, è stato inserito tra gli elementi delle forze armate di cui Kyiv si sarebbe dovuta dotare da un provvedimento del Ministero della Difesa, datato 1998.

L’ennesimo arresto, nel 2001. Secondo diverse fonti, motivato dalla volontà della Russia di rilevarne la proprietà.

Ulteriore prova dell’esistenza di trattative per la sua cessione, la cancellazione del nome Ukrajina, approvata dalla Rada, lo scorso 6 luglio.

Matteo Cazzulani

UCRAINA: PER IL WALL STREET JOURNAL UNA NUOVA RIVOLUZIONE ARANCIONE E’ POSSIBILE

Posted in Ukraina by matteocazzulani on February 28, 2011

Secondo l’autorevole rivista americana, probabili insurrezioni antigovernative anche in Kenya ed Azerbajdzahan. Gli svedesi i più mansueti

Manifestanti ucraini durante la Rivoluzione Arancione

Dopo la Tunisia, l’Ucraina. Così preannuncia il rating del Wall Street Journal, sui Paesi maggiormente predisposti alla rivolta.

Uno studio accurato, media tra la classifica di Transparency International sulla corruzione, l’Indice UNDP sullo Sviluppo Umano sulla capacità di sviluppo della singola persona, il dato GINI sulla dispersione dei beni nella società, l’età media, ed i tassi di disoccupazione delle singole realtà.

Stato più a rischio rivolta, il Kenya, seguito da Camerun, Pakistan, Nigeria, ed Indonesia. A dormire sonni poco tranquilli, anche le Autorità di Filippine, Guatemala, Marocco, e Giordania.

Per quanto riguarda il Mondo ex-Sovietico, il primato spetta all’Azerbajdzhan, decimo, incalzato dall’Uzbekistan, quindicesimo. Poco più in basso, l’Ucraina, ventiduesima, prima della Bosnia-Herzegovina, ma immediatamente dopo la Tunisia.

Ventinovesima la Bielorussia, che anticipa la Russia, quarantesima. A sua volta, battuta da Macedonia — trentaduesima — e Romania — trentasettesima.

Svezia felix

I centroeuropei meno inclini all’insurrezione, gli Sloveni, al 66esimo posto, leggermente più soddisfatti degli Italiani, 65simi.

Il podio della sicurezza dalle sommosse è composto da Svezia, Austria, e Canada, rispettivamente 85esima, 84esima, ed 83esima. Basso, anche il valore di Germania, Gran Bretagna, USA e Francia.

A conferma della serietà della classifica, la posizione dei Paesi oggi coinvolti da proteste di piazza contro regimi autoritari. La Libia è al 13esimo posto. L’Egitto, al 16esimo.

Matteo Cazzulani

UCRAINA: ALTRO ESPONENTE DELL’OPPOSIZIONE DEMOCRATICA CHIEDE ASILO POLITICO ALL’UE

Posted in Ukraina by matteocazzulani on February 27, 2011

L’Austria riconosce rifugiato l’ex-Capo della Commissione Statale per le Riserve Auree, Mykhajlo Pozhyvanov. Atteso lo status di perseguitato

L'ex-capo della Commissione per le Riserve Auree, Mykhajlo Pozhyvanov

Anche Vienna tra le Capitali responsabili. Nella giornata di venerdì, 25 Febbraio, l’ex-Capo della Commissione Statale per le Riserve Auree ucraine, Mykhajlo Pozhyvanov, ha richiesto asilo politico all’Austria.

Come riportato dall’autorevole — malgrado tutto — Ukrajins’ka Pravda, il politico dell’Opposizione Democratica ha fornito alle Autorità competenti tutta la documentazione necessaria, a prova della persecuzione politica in atto nei suoi confronti.

Registrazioni e prove di vario tipo, che hanno convinto Vienna a concedere all’esponente arancione — in Austria dallo scorso autunno, per lavoro — la Carta Bianca di rifugiato politico.

Nonostante l’iter burocratico cisleitano preveda una durata di circa un anno, Pozhyvanov potrebbe essere il secondo esponente dell’Opposizione Democratica ad ottenere asilo politico in UE.

Le cifre della repressione del dissenso

Prima di lui, l’ex-Ministro dell’Economia, Bohdan Danylyshyn, riconosciuto perseguitato dalla Repubblica Ceca.

Accusato di gestione fraudolenta di danaro pubblico, l’ex-Capo della Commissione per le Riserve Auree è uno della decina di politici del campo arancione, colpiti da provvedimenti giudiziari a scopo politico.

Tra essi, la Leader dell’Opposizione Democratica, Julija Tymoshenko, confinata in Patria, con l’accusa di uso improprio dei fondi per il Protocollo di Kyoto alle uscite sociali, ed acquisto irregolare di vaccini ed ambulanze.

Oltre all’anima della Rivoluzione Arancione, l’ex-Ministro degli Interni, Jurij Lucenko, detenuto in isolamento, come un carnefice.

Critica alla repressione del dissenso in Ucraina, concomitante con la salita al potere del Presidente, Viktor Janukovych, Unione Europea, Consiglio d’Europa, Partito Popolare Europeo, Stati Uniti, e le principali ONG indipendenti.

Matteo Cazzulani

GUERRA DEL GAS: AZERBAJDZHAN PER INTEGRAZIONE UE

Posted in Guerra del gas by matteocazzulani on February 27, 2011

L’Ungheria sponsorizza l’ingresso nell’Unione Europea di Baku, partner energetico di prima importanza per Bruxelles. Rinsaldata la cooperazione con Ucraina e Bielorussia per la nafta

Il percorso del Nabucco

Oro blu ed oro nero come chiave per l’Europa. Nella giornata di venerdì, 25 Febbraio, l’Ungheria, Presidente di turno UE, ha promesso pieno supporto all’avvicinamento dell’Azerbajdzhan all’UE.

Come dichiarato dal dal Segretario di Stato magiaro per gli Affari Esteri, Zsolt Nemesz, Budapest e Baku sono legati da saldi rapporti culturali, storici, politici, e, sopratutto, economici.

Proprio sugli affari, le relazioni ungaro-azere si sono raforzate negli ultimi tempi. Budapest ha promosso la politica della Commissione Europea di accordi con Paesi centro asiatici, per l’acquisto di gas.

Poi, trasportato nel Vecchio Continente, per mezzo del Corridoio Meridionale: un sistema di gasdotti, unificati per saltare la Federazione Russa. Ed alleviarne la dipendenza energetica.

Oro nero per la Bielorussia

Ruolo cruciale, dunque, quello dell’Azerbajdzhan, anche in altri due progetti. Il primo, il consorzio AGRI per la realizzazione del Nabucco — l’infrastruttura portante del Corridoio Meridionale — che lega Baku a Georgia, Ungheria, e Romania.

Il secondo, la fornitura di nafta alla Bielorussia, sancita da accordi fortemente voluti dal Presidente bielorusso, Aljaksandar Lukashenka, sempre per allentare la dipendenza dalla Russia.

Nell’operazione, ruolo cruciale è quello dell’Ucraina, che rifornisce Minsk attraverso il suooleodotto Odessa-Brody.

A rafforzare l’accordo con Kyiv, lo scorso 24 Febbraio, un incontro tra il Ministro degli Esteri azero, El’mar Mamed’jarov, ed il Presidente ucraino, Viktor Janukovych. I quali hanno giudicato l’infrastruttura come l’inizio di una proficua collaborazione.

Matteo Cazzulani

GUERRA DEL GAS: AZERBAJDZHAN PER INTEGRAZIONE UE

Posted in Guerra del gas by matteocazzulani on February 27, 2011

L’Ungheria sponsorizza l’ingresso nell’Unione Europea di Baku, partner energetico di prima importanza per Bruxelles. Rinsaldata la cooperazione con Ucraina e Bielorussia per la nafta

Il Presidente azero, Il'kham Alijev

Oro blu ed oro nero come chiave per l’Europa. Nella giornata di venerdì, 25 Febbraio, l’Ungheria, Presidente di turno UE, ha promesso pieno supporto all’avvicinamento dell’Azerbajdzhan all’UE.

Come dichiarato dal dal Segretario di Stato magiaro per gli Affari Esteri, Zsolt Nemesz, Budapest e Baku sono legati da saldi rapporti culturali, storici, politici, e, sopratutto, economici.

Proprio sugli affari, le relazioni ungaro-azere si sono raforzate negli ultimi tempi. Budapest ha promosso la politica della Commissione Europea di accordi con Paesi centro asiatici, per l’acquisto di gas.

Poi, trasportato nel Vecchio Continente, per mezzo del Corridoio Meridionale: un sistema di gasdotti, unificati per saltare la Federazione Russa. Ed alleviarne la dipendenza energetica.

Oro nero per la Bielorussia

Ruolo cruciale, dunque, quello dell’Azerbajdzhan, anche in altri due progetti. Il primo, il consorzio AGRI per la realizzazione del Nabucco — l’infrastruttura portante del Corridoio Meridionale — che lega Baku a Georgia, Ungheria, e Romania.

Il secondo, la fornitura di nafta alla Bielorussia, sancita da accordi fortemente voluti dal Presidente bielorusso, Aljaksandar Lukashenka, sempre per allentare la dipendenza dalla Russia.

Nell’operazione, ruolo cruciale è quello dell’Ucraina, che rifornisce Minsk attraverso il suooleodotto Odessa-Brody.

A rafforzare l’accordo con Kyiv, lo scorso 24 Febbraio, un incontro tra il Ministro degli Esteri azero, El’mar Mamed’jarov, ed il Presidente ucraino, Viktor Janukovych. I quali hanno giudicato l’infrastruttura come l’inizio di una proficua collaborazione.

Matteo Cazzulani

UCRAINA: VIKTOR JANUKOVYCH NEGA REPRESSIONE DELL’OPPOSIZIONE DEMOCRATICA. JURIJ LUCENKO RESTA IN ISOLAMENTO

Posted in Ukraina by matteocazzulani on February 26, 2011

Nel corso della maratona di domande dagli ucraini, ad un anno dal suo insediamento, il Capo di Stato ucraino nega l’attività dei giudici contro il dissenso. Nel contempo, per l’ex-Ministro degli Interni prolungata la detenzione

il presidente ucraino, Viktor Janukovych, durante lo show in tv. FOTO 5 KANAL

Predicare bene, razzolare male. Nella giornata di venerdì, 25 Febbraio, il Presidente ucraino, Viktor Janukovych, ha risposto in diretta alle domande degli ucraini, ad un anno dal suo insediamento.

Ad animare la maratona di domande, live, a reti unificate, proteste sul mancato innalzamento di paghe sociali e pensioni — come promesso in campagna elettorale — e sull’incremento di bollette di gas e riscaldamento — nonostante accordi con la Russia ne abbiano garantito un minore costo di importazione, previa concessione del prolungamento della presenza dei soldati del Cremlino in Crimea fino al 2042.

Ad essere contestato, anche l’indebolimento di lingua e cultura ucraine, prese di mira dalle riforme scolastiche del Ministro dell’Istruzione, Dmytro Tabachnyk.

Tra le risposte, Janukovych ha rigettato l’accusa di di reprimere l’Opposizione Democratica. Di cui, con accuse politiche, nell’ultimo anno, una decina di esponenti sono stati arrestati, costretti all’esilio, e Confinati in Patria.

Come la sua Leader, Julija Tymoshenko, impossibilitata a recarsi all’estero ed a condurre la propria attività politica.

Lucenko resta in carcere

Le rassicurazioni del Capo dello Stato sono state smentite dai fatti. Contemporaneamente allo show tv, di circa due ore, la Procura Generale ha confermato il fermo all’ex-Ministro degli Interni, Jurij Lucenko. Finora, detenuto in isolamento, come un carnefice.

La sentenza, raggiunta dopo soli venti minuti di riunione della Corte, è stata annunciata senza la presenza dei giornalisti, invitati a lasciare l’aula.

Matteo Cazzulani

GUERRA DEL GAS: PUTIN E BARROSO LITIGANO IN DIRETTA

Posted in Ukraina by matteocazzulani on February 26, 2011

Il Premier russo ed il Presidente della Commissione Europea si scontrano in conferenza stampa sulla liberalizzazione dei gasdotti UE. La cronistoria dei dissapori illustrata dal Financial Times

Il premier russo, Vladimir Putin

Il Terzo Pacchetto provoca la discussione live. Differentemente dalle apparenze, ad essere coinvolta non è una celebre trasdmisione televisiva, ma il ben più importante summit UE-Russia di giovedì, 26 Febbraio.

Il Premier russo, Vladimir Putin, ha accusato il Presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso, di penalizzare il monopolista del gas di Mosca, Gazprom, con l’approvazione del Terzo Pacchetto UE, che impone la liberalizzazione dei gasdotti dei Paesi dell’Unione Continentale.

Una decisione che non è piaciuta a Gazprom. Che, proprio sul possesso dei tubi, punta tutta la sua politica energetica, per mantenere a sé legato il Vecchio Continente.

“Siamo ottimi acquirenti — gli ha risposto Barroso — e paghiamo anche caro. Il Terzo Pacchetto ci consentirà di risparmiare — ha continuato — e — ha concluso — di continuare ad onorare le bollette con puntualità”.

Differentemente da copione — che, in conferenza stampa, impone l’accantonamento di una questione, una volta espressi ambo i Leader — ha contiuato a criticare il provvedimento, sottolineando come, a suo avviso, il possesso dei gasdotti di Gazprom, con o senza altri partner, sia garanzia di costi contenuti.

“Troveremo un accordo soddisfacente — ha replicato il Presidente della Commissione — ma il Terzo Pacchetto è approvato. E la liberalizzazione dei mercati è una priorità per Bruxelles”.

Un’odio storico

Quello di Bruxelles, non sarebbe che l’ultimo di una serie di scontri tra i due leader. A rivelarlo, l’autorevole Financial Times. Che, sulla base di documenti Wikileaks, ha riportato come Putin consideri Barroso avvocato dei Paesi dell’Europa ex-Sovietica. Nonché, garante di un’Unione Continentale, diametralmente in contrasto con la straegia del divide et impera, attuata da Mosca in campo energetico.

Sempre secondo il Financial Times, nel 2009 Barroso non avrebbe avuto dubbi [a ragione, n.d.a.] nell’individuare nella Russia il colpevole della terza crisi del gas con l’Ucraina.

Un anno prima, il Presidente della Commissione UE avrebbe comunicato a Putin la volontà di interrompere l’acquisto di gas russo, se Mosca non avesse arestato l’aggressione alla Georgia.

Il primo episodio, nel 2006, quando il Politico del Partito Popolare Europeo ha difeso la Lituania nella guerra di tariffe con la Federazione Russa. Poco disposta ad accettarne l’integrazione nell’Unione Europea di due anni prima.

Lecito ricordare che, negli ultimi mesi, Barroso ha stretto accordi energetici con Azerbajdzhan e Turkmenistan, ed incentivato la costruzione di un sistema di gasdotti per evitare la Federazione Russa, ed alleggerire la dipendenza da gas e nafta del Cremlino.

Matteo Cazzulani

UCRAINA: NATO IGNORA REPRESSIONE DELL’OPPOSIZIONE DEMOCRATICA

Posted in Ukraina by matteocazzulani on February 25, 2011

Nessuna condanna del regresso democratico ucraino dal Segretario Generale dell’Alleanza Atlantica, Anders Fogh Rasmussen. Kyiv inclusa nello Scudo Spaziale come mediatore tra Bruxelles e Mosca

Il presidente ucraino, Viktor Janukovych

Per Janukovych, niente bastone. Solo una carota, molto tenera. Nel corso del vertice Ucraina-NATO di giovedì, 24 Febbraio, il Segretario Generale dell’Alleanza Atlantica, Anders Fogh Rasmussen, ha rassicurato il Presidente ucraino, Viktor Janukovych, che le vicende di politica interna non compromettono la cooperazione tra Kyiv e Bruxelles.

Sopratutto, in vista del nuovo sistema di difesa antimissilistico. In cui la NATO vuole includere anche la Russia.

Amnesia sulla repressione del dissenso

In secondo piano, dunque, il regresso della democrazia in Ucraina. Malgrado Rasmussen abbia invitato Janukovych a fare chiarezza sui processi politici, con cui esponenti dell’Opposizione Democratica sono stati arrestati, costretti all’esilio, e confinati in Patria. Tra essi, l’anima della Rivoluzione Arancione, Julija Tymoshenko.

Soddisfazione da parte di Janukovych. Il quale, evitati i rimproveri, ha lodato l’intenzione NATO di coinvolgere la Federazione Russa nello Scudo Spaziale, avvalendosi dell’Ucraina come intermediario.

Più moderata, la visione dell’Opposizione Democratica. Il ministro-ombra della Difesa, Anatolij Hrycenko, ha apprezzato le aperture alla collaborazione con l’Alleanza Atlantica. Comunque utili, per l’integrazione ucraina nelle strutture occidentali.

Matteo Cazzulani

GUERRA ENERGETICA: OFFENSIVA CECO-FRANCESE ALL’OLEODOTTO SOVIETICO

Posted in Guerra del gas by matteocazzulani on February 25, 2011

Praga e la Total progettano l’unificazione dei due rami occidentali dell’oleodotto Druzhba, di eredità URSS. Ma Gazprom espande il monopolio dell’approvigionamento all’UE anche dalla Libia

Il percorso dell'oleodotto Druzhba

Uno schiaffo all’Amicizia di Mosca. Come riportato dall’agenzia Chech Position, la Repubblica Ceca ha progettato l’unificazione dei due rami europei dell’oleodoto Druzhba — Amicizia, in russo.

Una delle pesanti eredità lasciate dall’URSS, per legare energeticamente negli anni a venire l’Europa Centrale alla Russia.

Ad aiutare Praga, la compagnia francese Total, disposta alla costruzione di una conduttura tra la Sassonia — ex-DDR — e Lytvynov — ex Cecoslovacchia.

Un asse nord-sud. Che, secondo i progetti della compagnia energetica statale di Praga, Mego, potrebbe estendersi di qualche chilometro, unendo il porto polacco di Danzica, a quello italiano di Trieste.

La linfa all’infrastruttura, oltre che dalla Total, proverrà anche dalle importazioni di petrolio via mare, che approdano proprio nelle città casciuba e giuliana.

La Repubblica Ceca, come altri Paesi dell’Europa Centrale, sta cercando di allentare la dipendenza dalla Russia, sia per quanto riguarda l’oro nero, che per quello blu.

Una contromossa, ai rinnovati accordi energetici del Cremlino con le singole compagnie energetiche del Vecchio Continente.

Ed ai gasdotti sottomarini Nordstream e Southstream, progettati per dissetare l’Euopa Occidentale, bypassando aversari politici, come Paesi Baltici, Polonia, Moldova, Romania, ed Ucraina.

L’elefante di Troia del Cremlino

A tal proposito, nella giornata di giovedì, 26 Febbraio, Mosca ha ribadito l’attualità delle due infrastrutture sui fondali di Baltico e Mediterraneo, dinnanzi alla crisi libica.

A dichiararlo, a margine di un meeting Russia-UE, il Primo Ministro Russo, Vladimir Putin, reduce dall’approvazione di un bilancio che lega la Federazione Russa alla compravendita di gas e petrolio, per il 50% delle sue entrate.

Una politica energetica a tutto campo. Che ha portato Mosca a legarsi persino con Gheddafi.

Lo scorso 17 Febbraio, il monopolista russo, Gazprom, ha rilevato dall’italiana ENI il 50% del gasdotto italo-libico Elephant, progettato per l’approvvigionamento energetico del Belpaese da sud.

Matteo Cazzulani

UCRAINA: VIKTOR JUSHCHENKO PROBALILE NUOVO PREMIER

Posted in Ukraina by matteocazzulani on February 24, 2011

Secondo indiscrezioni, il Presidente, Viktor Janukovych, nominerebbe il suo predecessore alla guida del governo. Julija Tymoshenko critica il rafforzamento dei poteri del Capo dello Stato

L'ex presidente ucraino, Viktor Jushchenko

L’inciucio colpisce ancora. Nella giornata di mercoledì, 23 Febbraio, si è fatta sempre più insistente la voce circa la possibile nomina da parte del presidente Ucraino, Viktor Janukovych, del suo predecessore, Viktor Jushchenko, a Capo del Governo.

Ad esserne convinto, il Segretario della Jevropejs’ka Partija, Mykola Katerynchuk, già alleato del Presidente emerito. A supporto, l’immunità di cui starebbero godendo gli ex-Ministri vicini a Jushchenko.

A differenza di quelli dell’entourage della Leader dell’Opposizione Democratica, Julija Tymoshenko, colpiti da arresti politici, e provvedimenti giudiziari.

“Ha tradito il Majdan, i valori liberal-patriottici, ed il popolo ucraino. Non mi stupisce”. Così sul Capo di Stato emerito l’ex-titolare egli Interni, Jurij Lucenko.

Detenuto in isolamento, il politico ha ricordato l’episodio dell’agosto del 2006, quando Jushchenko, in cambio di suoi uomini in ministeri-chiave, ha nominato Janukovych Primo Ministro. Alleandosi con l’avversario sconfitto, solo due anni prima, con la pacifica Rivoluzione Arancione.

L’unica contraria all’inciucio, allora ed oggi, Julija Tymoshenko, coerentemente fedele alla battaglia per un’Ucraina giusta, democratica, Indipendente, ed europea.

Verso un più stretto presidenzialismo

La Leader dell’Opposizione Democratica non ha commentato l’indiscrezione di Katerynchuk, preferendo concentrarsi sul progetto di modifiche costituzionali, con cui Janukovych sta cercando di aumentare i poteri del Capo dello Stato.

“E’ una manovra. Al dittatore non basta una dittatura” ha commentato dalla sua pagina Twitter.

Lecito ricordare che, durante la scorsa campagna presidenziale, Julija Tymoshenko — sconfitta per pochi voti — ha proposto cambiamenti opposti alla Carta Suprema, al fine di rafforzare il Parlamento.

Matteo Cazzulani