PUTIN MINACCIA COL GAS LITUANIA, POLONIA ED EUROPA PER IL SOSTEGNO DATO ALL’UCRAINA
La compagnia lituana Lietuvos Dujos espone ricorso per atteggiamento anti-concorrenziale contro il monopolista statale russo del gas, Gazprom, che, sta punendo anche la compagnia polacca PGNiG per il sostegno dato alla causa dei manifestanti ucraini. Anche la Commissione Europea contro Mosca per la politica energetica di Putin
La Lituania e la Polonia, oltre che chiaramente all’Ucraina, sono sempre più nel mirino gasato della Russia di Putin. Nella giornata di giovedì, 30 Gennaio, la compagnia energetica lituana Lietuvos Dujos ha avviato un secondo ricorso presso l’Arbitrato di Stoccolma contro il monopolista statale russo Gazprom per l’imposizione di un tariffario per la compravendita del gas ben al di sopra della media di mercato.
La decisione della Lietuvos Dujos, di cui Gazprom possiede circa il 37% delle quote, è stata sostenuta dalla compagnia tedesca E.On, che possiede il 38,9% delle azioni della compagnia nazionale lituana, e dal Governo lituano, che controlla l’11% del pacchetto dell’ente energetico.
Fondamentale è stato il ruolo del Premier lituano, il socialdemocratico Algirdas Butkevicius, che, dopo avere inviato cercato un compromesso con Gazprom, ha dato il via al secondo ricorso nei confronti del monopolista statale russo, accusato già dal precedente Governo di centro-destra dell’ex-Premier Andrijus Kubilijus, di essere uno strumento di pressione geopolitica nelle mani del Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin.
A confermare i sospetti della Lituania è il prezzo che Mosca ha imposto per l’acquisto del gas russo di 500 Dollari per Mille metri cubi: la cifra più in alta in assoluto, a cui Vilna, che dipende al 99% dalle importazioni di oro blu dalla Russia, non ha potuto rinunciare.
I ricorsi della Lituania non sono gli unici ad essere motivati contro i prezzi sleali imposti da Gazprom: per la stessa motivazione, ricorso è stato presentato, e vinto, anche da parte della stessa E.On, della compagnia tedesca RWE, di quella slovacca SPP e della polacca PGNiG.
A Proposito della Polonia, anche contro Varsavia Gazprom ha accentuato la pressione politica paralizzando il funzionamento della compagnia EuRoPolGaz, deputata al controllo del funzionamento dei gasdotti polacchi.
Come riportato da Gazeta Wyborcza, Gazprom, che controlla metà della compagnia polacca, assieme alla PGNiG, non ha ancora nominato i membri presso il Consiglio di Amministrazione di EuRoPolGaz.
Oltre che da parte delle singole compagnie, Gazprom deve affrontare un ricorso esposto dalla Commissione Europea, che ha contestato il monopolista russo per avere imposto in Europa Centro-Orientale tariffari ben più alti rispetto a quelli applicati alle compagnie dei Paesi dell’Europa Occidentale.
Come riportato dalla Commissione Europea, la condotta di Gazprom mira a ottenere il sostegno dei Paesi dell’Unione Europea Occidentale e, sopratutto, intende dividere l’UE tra Paesi alleati di Mosca a Ovest e Stati avversari al Centro.
In Ucraina ritrovato Bulatov: è stato torturato e versa in condizioni disperate
La condotta di Gazprom è inoltre un chiaro segnale della politica imperialistica della Russia di Putin, che intende punire i Paesi dell’Unione Europea che più di tutti si stanno impegnando in sostegno della causa dell’Ucraina, in cui il Presidente, Viktor Yanukovych, ha rigettato le aperture promesse all’opposizione, ed ha mantenuto il presidio armato della polizia sui manifestanti.
Sempre giovedì, 30 Gennaio, è stato ritrovato in stato disperato, ma ancora vivo, Dmytro Bulatov: organizzatore della protesta Automaidan -in cui autisti cercano di convincere altri automobilisti a mobilitarsi contro il regime dittatoriale del Presidente Yanukovych- scomparso dal 22 Gennaio scorso.
Bulatov è stato prelevato da agenti con forte accento russo -indiscrezioni ben informate confermano che si trattano di Spetsnaz russi che soccorrono la polizia ucraina di regime Berkut nella guerriglia contro i dimostranti- è stato torturato, gli è stato tagliato un orecchio, ed è stato persino crocefisso.
Quanto accaduto a Bulatov ricorda il trattamento riservato a Yuri Verbytsky: una delle sette vittime tra i manifestanti finora accertate che, una volta ferito, è stato prelevato dall’ospedale dai Berkut, torturato, ucciso e lasciato in un campo ghiacciato nei pressi della capitale Kyiv.
Matteo Cazzulani
UCRAINA: YANUKOVYCH IMPONE UNA FINTA AMNISTIA
Il Parlamento ucraino approva a colpi di maggioranza la liberazione dei partigiani detenuti solo previa evacuazione degli Uffici Pubblici occupati. La Russia congela il prestito di danaro al Presidente ucraino fino alla formazione del nuovo Governo
Una maratona lunga tutto il pomeriggio, alla quale ha partecipato anche il Presidente ucraino, Viktor Yanukovych, per dare l’ennesima prova di come le Autorità ucraine non vogliano concedere aperture ai dimostranti. Nella giornata di mercoledì, 29 Gennaio, il Parlamento ucraino ha approvato un provvedimento che garantisce l’amnistia per i manifestanti arrestati durante gli assalti armati della polizia di regime Berkut, solamente a condizione che i partigiani ucraini liberino gli edifici pubblici occupati, come il Ministero della Giustizia e il Municipio della Capitale Kyiv.
Il Progetto di Legge sull’amnistia è stato approvato con i voti del Partito delle Regioni del Presidente Yanukovych solo dopo che lo stesso Capo di Stato si è recato in Parlamento ed ha condotto incontro su incontro con il Gruppo parlamentare a lui fedele, per assicurarsi che nessuno tra i suoi Deputati avrebbe infranto la disciplina di Partito votando per le proposte dell’Opposizione, che prevedevano un’amnistia non condizionata, secondo quanto invece promesso dallo stesso Capo di Stato.
Negativo, per l’appunto, è stato il parere dell’Opposizione, che ha ritenuto l’amnistia votata dal Partito di Yanukovych una presa in giro delle promesse fatte ufficialmente durante le trattative e, sopratutto, ha chiesto al Capo di Stato di rendere esecutive con la propria firma l’abolizione parziale delle Leggi Liberticide, che il Parlamento ha approvato martedì, 28 Gennaio.
Diversamente dall’opposizione, il Primo Firmatario del Progetto Di Legge approvato, Serhiy Miroshnichenko, Deputato del Partito delle Regioni e Delegato del Presidente presso il Parlamento, ha considerato il provvedimento ragionevole, ed ha ritenuto l’ex-Ministro degli Interni, Yuriy Zakharchenko, non responsabile per l’uccisione da parte della polizia di regime di almeno sette persone tra i manifestanti.
A proposito di Governo, resta ancora aperta la questione del nuovo esecutivo, dopo che Yanukovych ha dimissionato il Premier, Mykola Azarov, ed ha concesso la guida ad interim al Vice-Premier, Serhiy Arbuzov.
Secondo indiscrezioni, Yanukovych manterrà alla guida del Governo una persona a lui fedele, come Arbuzov per l’appunto, per evitare ritorsioni da parte della Russia, che è tornata ad esercitare pressioni economiche sull’Ucraina per influenzare gli equilibri interni a Kyiv.
Il Premier russo, Dmitry Medvedev, per soppesare quale sarà la politica del nuovo Esecutivo, ha congelato il prestito di 15 miliardi di Dollari che il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ha concesso a Yanukovych in cambio della sua rinuncia alla firma dell’Accordo di Associazione con l’Unione Europea.
A Kyiv continuano le repressioni sui giornalisti
Oltre alle pressioni da parte della Russia, continua la repressione in Ucraina sui giornalisti, con l’incursione da parte di agenti dei Servizi Segreti in casa del giornalista Oleksandr Mykhelson.
Il noto cronista dell’Ukrayinsky Tyzhden ha ricevuto la visita di agenti che hanno confiscato materiali in quanto pericoloso estremista.
Mykhelson è solo l’ennesima vittima del mancato rispetto della Libertà di Stampa in Ucraina, dopo i più di dieci canali indipendenti costretti a chiudere e i circa cento giornalisti aggrediti fisicamente, tra cui il noto caso della giornalista Tetyana Chornovol: ridotta in ospedale da aggressioni di agenti dei Servizi Segreti per avere indagato sul giro di danaro del Presidente Yanukovych.
Matteo Cazzulani
OBAMA DURO CON YANUKOVYCH MENTRE VAN ROMPUY SI ARRENDE A PUTIN
Il Presidente degli Stati Uniti d’America mette in guardia il Capo di Stato ucraino dal mancato rispetto della libertà, mentre anche il Canada impone sanzioni sulle Autorità ucraine che non rispettano Democrazia e Diritti Umani a Kyiv. Il Presidente del Consiglio Europeo accorda consultazioni con il Capo di Stato russo per permettere accordi bilaterali tra Bruxelles e i Paesi dell’Europa Orientale, ed autorizza al monopolista statale russo del gas, Gazprom, di non rispettare le Leggi dell’Unione in materia di concorrenza.
Un Leader democratico che prende posizioni coraggiose oltreoceano e un Capo politico conservatore che si arrende alle pretese dello zar del gas. Nella giornata di martedì, 28 Gennaio, il Presidente degli Stati Uniti d’America, il democratico Barack Obama, ha dichiarato che gli USA sostengono il Diritto del popolo ucraino alla libera espressione e alla libera decisione delle sorti del proprio Paese.
Le parole di Obama, pronunciate durante il discorso sullo Stato della Nazione, sono state anticipate dal Vicepresidente, Joe Biden, che durante una conversazione telefonica ha messo in guardia il Presidente ucraino, Viktor Yanukovych, dalla tentazione di imporre lo Stato di Guerra in Ucraina, ed ha invitato a varare un’amnistia per tutti i detenuti politici che sono stati arrestati durante i due mesi di manifestazione pacifica da parte dell’opposizione.
Gli USA sono stati il primo Paese ad avere imposto sanzioni su quelle Autorità ucraine che non rispettano i Diritti Umani e la Democrazia: una decisione che, nella serata di martedì, 28 Gennaio, ha preso anche il Canada che, come dichiarato dal Ministro dell’Immigrazione, Chris Alexander, ha così inteso reagire alla violenza con cui la polizia di regime Berkut ha represso i manifestanti, portando negli ultimi giorni ad almeno sette vittime tra i manifestanti.
Differente è stato il comportamento dell’Unione Europea che, sempre martedì, 28 Gennaio, nel corso del Vertice UE-Russia, ha dato solo l’impressione di volere contestare il Presidente russo, Vladimir Putin, per avere imposto pressioni politiche ed economiche affinché Yanukovych rinunciasse alla firma dell’Accordo di Associazione con Bruxelles.
Come riportato da Euractiv, il Presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy, ha concordato periodiche consultazioni con la Russia per armonizzare gli accordi di Partenariato Orientale che l’UE ha firmato ed intende firmare con i Paesi dell’Europa Orientale, tra cui l’Ucraina, che, lecito ricordare, sono Stati indipendenti e sovrani -e non un protettorato personale di Putin.
Inoltre, come riportato da Gazeta Wyborcza, i vertici UE avrebbero dato l’ok alla gestione totale da parte del monopolista statale russo del gas Gazprom del gasdotto OPAL, che veicola in Repubblica Ceca dalla Germania 36 Miliardi di metri cubi di gas provenienti dal Nordstream: conduttura costruita dalla Russia sul fondale del Mar Baltico per rifornire di 55 Miliardi di metri cubi di gas il territorio tedesco bypassando Paesi UE come Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia.
La gestione totale del OPAL è contraria alle Leggi UE che impediscono la gestione totale di un gasdotto ad enti monopolisti che controllano anche la compravendita del gas. Tuttavia, l’operazione ha ottenuto l’avvallo del Cancelliere tedesco, Angela Merkel, che, così, ha dato via libera a Putin nel suo disegno di espansione energetica in Europa.
La debolezza UE autorizza Putin ad aumentare pressioni sul nuovo Premier ucraino
Le decisioni dei vertici UE mettono a serio repentaglio la sicurezza nazionale ed energetica europea, in quanto, da un lato, autorizzano a Gazprom -longa manus del Cremlino- a non rispettare le Leggi dell’Unione e, dall’altro, impediscono a Bruxelles di attuare una politica estera indipendente e sovrana senza dovere negoziare ogni passo con Putin.
Le consultazioni con Mosca sui patti tra UE e Paesi della Eastern Partnership -Ucraina, Moldova, Georgia, Bielorussia ed Azerbaijan- rafforzano il potere contrattuale della Russia, che proprio nell’area ex-sovietica intende realizzare l’Unione Doganale Eurasiatica: progetto di integrazione sovranazionale alternativo ed avversario all’Europa che lo stesso Putin ha a più riprese dichiarato di volere costituire per indebolire la già poco forte Unione Europea.
La resa dell’UE nei confronti della Russia ha già comportato la prima presa di posizione di stampo imperialistico sull’Ucraina da parte di Mosca che, secondo indiscrezioni ben informate, ha messo in dubbio l’erogazione di un prestito di 15 Miliardi di Dollari dopo le dimissioni del Premier ucraino, Mykola Azarov.
Il prestito era una misura -scarsa- che Putin ha concesso a Yanukovych come ricompensa per la rinuncia alla firma dell’Accordo di Associazione con l’Europa.
Forse è anche per questo che il Presidente ucraino, anziché restituire la parola agli elettori in elezioni finalmente libere e democratiche, ha concesso l’interim della guida del Governo al Vice di Azarov, Serhiy Arbuzov: personalità nota per realizzare alla lettera le direttive autoritarie di Yanukovych.
Matteo Cazzulani
UCRAINA: YANUKOVYCH SI ARMA DOPO CHE L’OPPOSIZIONE RIFIUTA LA GUIDA DEL GOVERNO
Arseniy Yatsenyuk e Vitaly Klichko rifiutano l’offerta del Presidente ucraino di guidare il Governo. Il Premier, Mykola Azarov, fa approvare al Consiglio dei Ministri misure che autorizzano limitazioni della libertà di movimento, l’acquisto urgente di munizioni e l’aumento del numero delle forze di polizia.
Un rifiuto totale all’inganno che, anche in caso di accettazione, non avrebbe evitato una conclusione violenta che il Governo ucraino sta per preparare. Nella giornata di lunedì, 27 Gennaio, il Leader del Partito social-popolar-democratico Batkivshchyna, Arseniy Yatsenyuk, e il Capo del Partito moderato UDAR, Vitaly Klichko, hanno rifiutato l’offerta del Presidente ucraino, Viktor Yanukovych, di guidare il Governo rispettivamente come Premier e Vicepremier.
La decisione dei due Leader dell’Opposizione è stata comunicata prima della votazione al Parlamento delle Leggi Liberticide: una delle condizioni, assieme al ripristino della Costituzione del 2004 e al rilascio di tutti i prigionieri politici, che i dissidenti hanno posto a Yanukovych per accettare una proposta che, se recepita, avrebbe affossato per sempre l’integrazione dell’Ucraina nell’Unione Europea.
Ancor prima della rinuncia, il Premier ucraino, Mykola Azarov, durante una seduta del Consiglio dei Ministri ha varato una serie di misure che inaspriscono la presenza dei militari che fronteggiano gli oppositori, e che già hanno provocato almeno sette vittime tra i manifestanti.
Nello specifico, le misure approvate dal Consiglio dei Ministri consentono l’imposizione del divieto di mobilità in alcune strade della capitale Kyiv, autorizzano l’uso di riserve monetarie per l’acquisto di armi e munizioni, ed aumentano di sei volte il numero di Grifony e Berkut -le due divisioni della polizia di regime- fino ad un numero di 30 Milioni di uomini.
Come riportato da alcuni esperti, le misure approvati dal Consiglio dei Ministri, che il Parlamento potrebbe facilmente ratificare, anticipano lo Stato di Guerra che, come si vocifera, Yanukovych potrebbe introdurre a breve.
Rinforzi russi per Yanukovych?
Resta poi un ragionamento sulla provenienza dei rinforzi di Grifony e Berkut, che Azarov ha dichiarato di volere attingere dai riservisti e dai miliari oggi dislocati in missioni in diverse aree del pianeta: secondo un calcolo, i riservisti e i militari immediatamente disponibili non permetterebbero di raggiungere la quota dell’aumento fissato da Azarov.
Questo calcolo confermerebbe indiscrezioni ben informate secondo le quali il Presidente Yanukovych si sta già avvalendo dei Spetsnaz russi travestiti da Berkut, il cui numero potrebbe aumentare dopo la fine della Olimpiadi invernali di Sochi.
Diversi giornalisti hanno infatti notato Berkut incapaci di comprendere l’Ucraino che cambiavano rubli -la moneta della Federazione Russa- in Hryvnie -la divisa ucraina.
Se la notizia fosse confermata, si avrebbe un’ennesima prova dell’inserimento della Russia di Putin negli affari interni di un Paese che sulla carta è ancora indipendente.
Matteo Cazzulani
UCRAINA: YANUKOVYCH OFFRE IL GOVERNO ALL’OPPOSIZIONE, CHE ACCETTA CON RISERVA
Il Presidente ucraino pronto ad eliminare le Leggi Liberticide, a restituire poteri al Parlamento e a liberare i prigionieri politici. I Leader dell’Opposizione attendono i primi fatti prima di condividere la guida del Paese
Un’offerta che spiazza e che potrebbe cambiare gli equilibri politici in Ucraina. Nella giornata di sabato, 25 Gennaio, il Presidente ucraino, Viktor Yanukovych, ha offerto ai leader dell’Opposizione la guida del Governo per porre fine alla protesta in sostegno della democrazia e dell’integrazione dell’Ucraina in Europa, che dura dallo scorso 21 Novembre e che, dopo l’aggressione della polizia di regime, si è tramutata in Guerra Civile.
Il Presidente Yanukovych, in cambio del ritiro immediato dei manifestanti dal Maydan e dall’adiacente via Hrushchevsky, ha proposto di nominare come Premier il Leader del Partito social-popolar-democratico Batkivshchyna, Arseniy Yatsenyuk, e come sui vice il Capo del Partito moderato UDAR, Vitaly Klichko.
Inoltre, il Presidente ucraino ha promesso la revisione in Parlamento delle Leggi Liberticide approvate di recente per de-legalizzare la protesta filo-europea, ed ha annunciato un’amnistia per tutti i prigionieri politici.
Pronta è stata la riposta dell’Opposizione, che ha accettato con riserva. Come dichiarato da Yatsenyuk, il dissenso è pronto a prendere su di sé la responsabilità di guidare il Paese, ma aspetta di vedere se martedì prossimo il Parlamento ucraino elimina davvero le Leggi Liberticide, come promesso dal Presidente Yanukovych.
Più risoluto Klichko, che ha sottolineato come il Presidente non abbia accettato alcuni postulati fondamentali, come la convocazione di Elezioni Presidenziali anticipate, e come occorra spettare per verificare se davvero Yanukovych darà il la alla riforma della Costituzione per restituire, come promesso, poteri al Parlamento.
Bye bye Europa
La proposta di Yanukovych nasconde un tranello e, nel contempo, certifica la situazione di crisi in cui si trova il Capo di Stato ucraino. Da un lato, Yanukovych cerca di rendere corresponsabile l’opposizione dinnanzi all’elettorato ucraino di una situazione economica disastrosa, che, in caso di Elezioni Presidenziali regolari, porterebbe il Presidente e l’attuale maggioranza ad una sconfitta.
L’offerta di Yanukovych è comoda anche al disegno del Presidente di rendere l’Ucraina un Paese ponte tra la Russia e l’Europa, dal momento in cui la coabitazione tra un Capo di Stato che ha forti legami di sudditanza con il Presidente russo, Vladimir Putin, ed un Premier che ha promesso di portare Kyiv nell’Unione Europa deve portare necessariamente ad un compromesso.
L’offerta di Yanukovych porta inoltre il Presidente ad assicurarsi il controllo del Paese con la propria elezione nel 2015 : l’inciucio permetterebbe infatti all’opposizione di controllare il solo ramo governativo, in un Paese in cui è l’Amministrazione Presidenziale a detenere il vero potere decisionale.
L’unico aspetto positivo nel caso l’opposizione accettasse l’offerta di Yanukovych è la speranza di portare nel 2015 ad Elezioni libere e democratiche, in controtendenza con quanto attuato dal Presidente ucraino durante le Amministrative del 2010 e le Parlamentari del 2012.
Infine, la la presa del controllo del Governo da parte dell’Opposizione, che comunque governerebbe con un Parlamento in cui la maggioranza appartiene al Partito delle Regioni di Yanukovych, porterebbe anche alla probabile liberazione dei prigionieri politici.
I due aspetti positivi all’accettazione da parte dell’Opposizione dell’offerta del Presidente Yanukovych precludono però l’obiettivo originale della manifestazione del Maydan: l’integrazione dell’Ucraina nell’UE, sui cui, anche sabato, i Leader del dissenso non hanno proferito parola.
Matteo Cazzulani
UCRAINA: YANUKOVYCH TENTA DI INDEBOLIRE IL MAYDAN CON IL DIVIDE ET IMPERA E LA PAURA DELLO STRANIERO
Il Presidente ucraino difende le forze di polizia, minimizza le violenze, non cita le vittime tra i manifestanti, e nomina il responsabile delle aggressioni armate sui dimostranti Andriy Klyuyev, a Capo dell’Amministrazione Presidenziale. Svezia e Polonia condannano la violenza, mentre Italia e Francia convocano gli Ambasciatori per consultazioni urgenti
Bugiardo, scaltro, ed anche cinico. Nella giornata di venerdì, 24 Gennaio, il Presidente ucraino, Vitkor Yanukovych, ha dichiarato la volontà di dividere tra facinorosi e pacifici l’Euromaidan, la manifestazione iniziata il 21 Novembre in sostegno all’integrazione dell’Ucraina in Europa, diventata guerra civile dopo ripetuti interventi armati da parte della polizia di regime Berkut, che hanno provocato già almeno 5 morti.
Durante un vertice con le Chiese di Ucraina, il Capo di Stato ucraino ha difeso l’operato delle forze di polizia ed ha accusato i dimostranti di essere coadiuvati da agenti violenti stranieri arrivati in Ucraina per destabilizzare la situazione politica del Paese.
Il Presidente ucraino ha poi promesso una dura reazione alle occupazioni delle Prefetture delle Regioni occidentali del Paese, dove i manifestanti, assieme alle Forze dell’Ordine -che sono passate in massa con i dimostranti- hanno rovesciato i Prefetti nominati da Yanukovych.
Yanukovych ha anche dichiarato di comprendere con tristezza le condizioni in cui versano i manifestanti che, come da lui dichiarato, hanno visto anche un caso di congelamento.
Infine, il Presidente ucraino ha nominato a Capo dell’Amministrazione Presidenziale Andriy Klyuyev: ex-Capo del Consiglio Nazionale di Difesa e Sicurezza, già responsabile delle aggressioni violente sui manifestanti.
Klyuyev, su cui l’Austria ha avviato un processo di congelamento dei beni immobili per essere stato responsabile della violazione dei diritti umani e della democrazia, rimpiazza Serhiy Lyovochkin: famoso nel Paese per avere assunto un linea più morbida rispetto a quella di Yanukovych.
Pronta è stata la reazione dell’Opposizione filo europea, che ha dichiarato l’intenzione di continuare la protesta in maniera pacifica, senza chiudere la porta a negoziati con il Presidente ucraino, né però tollerare ogni forma di violenza.
A livello internazionale, il Ministro degli Esteri svedese, Carl Bildt, ha descritto come una sconfitta il tentativo da parte del regime ucraino di risolvere la situazione con la forza, mentre in Polonia il Parlamento ha approvato una risoluzione che richiede l’imposizione di sanzioni nei confronti di quelle Autorità ucraine responsabili del mancato rispetto della Democrazia e dei Diritti Umani.
Sanzioni nei confronti della Autorità ucraine -sulla base di quanto già fatto dagli Stati Uniti d’America- sono state chieste ufficialmente anche dal Vicepresidente del Parlamento Europeo, Gianni Pittella, mentre il Viceministro degli Esteri italiano, Marta Dassù, ha convocato l’Ambasciatore ucraino in Italia, Yevhen Perelihyn, così come fatto dal Ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius.
Il Presidente ucraino omette la realtà
Le dichiarazioni di Yanukovych mirano a rovesciare in pieno sui manifestanti la responsabilità degli scontri nel pieno centro della Capitale Kyiv. Infatti, nessuna parola è stata detta dal Capo di Stato ucraino in merito agli spari ad altezza d’uomo che la polizia ha avviato per prima sui manifestanti, così come non è stato commentato il video che ha ripreso un giovane arrestato umiliato nudo in mezzo alla neve, secondo un rituale di nazista memoria.
La presentazione di una protesta equamente divisa tra falchi e colombe da parte di Yanukovych, oltre che non veritiera, è poi una forzatura che mira a indebolire una manifestazione imponente, che non ha precedenti nella storia del Paese, e che ha visto continui picchi di partecipazione addirittura verso il milione di persone.
Il Presidente ucraino cerca di fare leva sull’opinione pubblica ucraina anche rinnovando l’immaginario del complotto straniero: uno stratagemma già adottato a più riprese dalle Autorità in epoca sovietica che serve a Yanukovych per distogliere l’attenzione sull’infiltrazione di agenti russi tra i Berkut, come alcune ben documentate indiscrezioni hanno riportato.
Infine, con la dichiarazione in merito alla persona congelata, non è chiaro se il Presidente ucraino abbia fatto riferimento a Yuri Verbitsky: l’unica vittima morta per congelamento dopo essere stata rapita e torturata dalle forze dell’ordine.
Matteo Cazzulani
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