GAS: L’EUROPA GUARDA ALL’UCRAINA
La Commissione Europea interessata alla gestione del sistema dei gasdotti ucraini. Gli Stati Uniti d’America incoraggiano l’avvio dello sfruttamento dei giacimenti di shale di Kyiv.
Un eldorado energetico che può garantire l’indipendenza dell’Europa grazie a gas naturale e shale.
Nella giornata di venerdì, 18 Aprile, la Commissione Europea ha dichiarato la volontà di organizzare insieme al Governo ucraino una tavola rotonda per valutare le possibilità di cooperazione tra Unione Europea ed Ucraina sul gas.
Come riportato dal Kyiv Post, l’evento sarà coordinato dal Commissario UE all’Energia, Gunther Oettinger, e dal Ministro ucraino all’Energia, Eduard Stavytsky.
Nello specifico, Bruxelles e Kyiv valuteranno l’ipotesi di ristrutturare il sistema infrastrutturale energetico ucraino, e di utilizzare le riserve di gas contenute in Ucraina.
Come riporta il Wall Street Journal, particolare interesse all’Ucraina è stato reso noto da Polonia e Germania, attratte da un sistema di gasdotti in grado di trasportare 31 Miliardi di metri cubi di gas all’anno.
Oltre al gas naturale, particolare importanza è ricoperta dallo Shale: oro blu ubicato in rocce profonde estratto mediante sofisticate tecniche di fracking ad oggi operate solo in Nordamerica.
Come riportato dall’agenzia Ukrinform, l’Ambasciatore degli Stati Uniti d’America in Ucraina, John Tefft, ha sottolineato che Kyiv è in grado di avvalersi dei suoi giacimenti di shale per diventare un Paese indipendente sul piano energetico.
L’Ambasciatore Tefft ha aggiunto che, grazie allo shale, gli USA hanno incrementato esponenzialmente le loro esportazioni di gas, e sono riusciti ad attrarre un alto numero di investimenti.
Una reazione alla politica energetica di Mosca
La posizione dell’Ucraina è dettata dal bisogno di rispondere alla politica della Russia, che si avvale dell’energia per costringere Kyiv a entrare nella sfera di influenza geopolitica di Mosca.
La Russia ha dichiarato la volontà di concedere sconti sulla bolletta del gas all’Ucraina -che dipende al 90% dalle forniture di Mosca- in cambio dell’ingresso di Kyiv nell’Unione Doganale.
Questo progetto di integrazione sovranazionale, a cui hanno già aderito Bielorussia e Kazakhstan, è concepito dalla Russia per imporre l’egemonia di Mosca nello spazio ex-sovietico.
Inoltre, l’Ucraina ha ricevuto da Mosca la richiesta del pagamento di 7 Miliardi di Euro per gas non acquistato.
Per diminuire la dipendenza dalle importazioni della Russia, il Governo ucraino ha incrementato l’utilizzo di carbone e gasolio per il funzionamento delle industrie.
Kyiv inoltre ha avviato l’importazione dalla Germania di gas russo venduto a prezzi più favorevoli dalla compagnia tedesca RWE attraverso i gasdotti di Slovacchia, Polonia ed Ungheria.
Matteo Cazzulani
PICCHIATA E STRATTONATA: JULIJA TYMOSHENKO INIZIA LO SCIOPERO DELLA FAME
La Leader dell’Opposizione Democratica ucraina lamenta ematomi e ferite a stomaco, gambe e braccia subiti nella sua cella a parte di agenti della struttura penitenziaria, e avvia l’astensione dal cibo per protestare contro la dittatura che, a suo avviso, è stata instaurata dal Presidente Viktor Janukovych. L’UE condanna l’accaduto, la Germania chiede di accogliere l’eroina arancione a Berlino, e gli USA non escludono sanzioni a Kyiv
Dal confino in Patria alla condanna politica dopo un processo senza possibilità di difesa, fino alla violenza fisica. Non c’è pace per la Leader dell’Opposizione Democratica ucraina, Julija Tymoshenko, che nella giornata di venerdì, 20 Aprile, ha riportato un ematoma allo stomaco e ferite a braccia e gambe in seguito a percosse subite nella sua cella dalle Autorità carcerarie.
A comunicare questa amara notizia è stato dapprima l’avvocato difensore, Serhij Vlasenko, che per due giorni è stato impossibilitato a incontrarsi con l’assistita ufficialmente per via di operazioni di pulizia all’interno della Colonia Penale Kachanivs’kyj di Kharkiv. Una spiegazione che non ha convinto il legale, che solo lunedì, 23 Aprile ha potuto incontrare la Tymoshenko, e constatare come il divieto di interagire con la Leader dell’Opposizione Democratica sia stato imposto dalle Autorità carcerarie per mascherare l’incidente.
Secondo Vlasenko, come poi ha confermato la stessa Tymoshenko in una lettera scritta di proprio pugno diffusa dalle principali agenzie del Paese, tra cui l’autorevole UNIAN, la Leader dell’Opposizione Democratica ha riportato i traumi denunciati quando venerdì, 20 aprile agenti del servizio carcerario l’hanno prelevata a forza – a quanto risulterebbe con metodi poco leciti – per condurla sull’ambulanza diretta all’Ospedale dei ferrovieri, dove la detenuta avrebbe dovuto essere sottoposta a cure mediche per curare l’ernia al disco di cui è affetta.
“Ci eravamo accordati con le autorità carcerarie per il mio trasporto alla clinica dei ferrovieri lunedì 23 Aprile, dopo l’incontro con l’avvocato – riporta la testimonianza scritta della Tymoshenko – ma alle 21 di venerdì, 20 Aprile, agenti del servizio d’ordine sono entrati nella cella, mi hanno gettato addosso della biancheria, e mi hanno sollevata a forza con un’inaudita forza fisica. Ho cercato di difendermi come ho potuto, ma ho ricevuto un colpo allo stomaco, mi sono state afferrate braccia e gambe, e sono stata condotta in instrada. Ho temuto che fossero arrivati gli ultimi giorni della mia vita”.
Ad aggravare l’accaduto è stata anche la notizia secondo la quale Julija Tymoshenko, proprio a partire da venerdì, 20 Aprile, ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la situazione politica nel Paese, nel quale la Leader dell’Opposizione Democratica ha denunciato la presenza di un regime autoritario instaurato dal Presidente, Viktor Janukovych.
Pronte sono sopraggiunte le proteste della comunità internazionale. La Commissione Europea ha richiesto alle Autorità ucraine spiegazioni immediate e la concessione del permesso per l’avvocato della Tymoshenko di incontrare l’assistita per un periodo ben superiore rispetto alla sola ora al giorno a cui oggi è costretto.
In una lezione presso l’Università di Dnipropetrovs’k, l’Ambasciatore USA John Tefft ha dichiarato che gli Stati Uniti d’America osservano con preoccupazione l’evolversi della situazione in merito a Julija Tymoshenko, e non escludono la possibilità di imporre sanzioni all’Ucraina qualora la situazione dovesse continuare. Inoltre, presso il Parlamento Europeo, il Deputato bulgaro Andrej Kovachev si è detto profondamente scosso per le percosse subite dalla Tymoshenko, mentre al Bundestag tedesco la Parlamentare Viola Von Kramon ha invitato la Merkel a ospitare la Leader dell’Opposizione Democratica ucraina in Germania.
Le Autorità carcerarie hanno negato le accuse, e hanno escluso sia il fatto che la Tymoshenko abbia subito traumi, sia che venerdì, 20 Aprile, ella sia stata condotta a forza al di fuori della cella da personale della struttura penitenziaria. Secondo il Vicecapo della Colonia Kachanivs’kyj, Ihor Kovpashchykov, la Leader dell’Opposizione Democratica sarebbe stata afferrata per braccia e gambe solamente in quei punti delle scale in cui ha lamentato forte dolore, mentre secondo il Procuratore della Regione di Kharkiv, Hennadij Tjurin, la notizia dello sciopero della fame è priva di conferme.
I lividi della Tymoshenko confermano l’isolamento di Janukovych
Julija Tymoshenko è riconosciuta dalla Comunità internazionale come un detenuto politico, sul conto del quale le Autorità ucraine hanno organizzato un processo basato su prove false e che è culminato con una condanna a sette anni di detenzione in isolamento che de facto esclude la Leader dell’Opposizione Democratica dalle prossime competizioni elettorali.
La notizia delle percosse subite dalla Tymoshenko, sopratutto tenendo conto delle forti reazioni da parte di Europa, USA e persino della Federazione Russa – che con una nota del suo Ministero degli Esteri ha chiesto a Kyiv di rispettare i diritti della detenuta – è destinata ad approfondire la già enorme distanza tra il Presidente Janukovych e gli alti Capi di Stato e di Governo del Mondo, con inevitabili conseguenze per la già disperata situazione economica e geopolitica dell’Ucraina.
Matteo Cazzulani
JULIJA TYMOSHENKO: RIAPERTO IL SECONDO PROCESSO ALL’EROINA ARANCIONE
La Leader dell’Opposizione Democratica ucraina accusata di evasione fiscale e sottrazione indebita di danaro pubblico durante la presidenza del colosso energetico JEESU. La Difesa ha richiesto la chiusura del procedimento per insufficienza di prove e scadenza dei termini legali, mentre la Pubblica Accusa ha descritto le imputazioni come un reato compiuto ai danni del popolo ucraino
Nuovo processo, vecchi metodi. Nella giornata di giovedì, 19 Marzo, ha avuto luogo la prima seduta del secondo processo a Julija Tymoshenko presso il Tribunale Kyjivs’kyj di Kharkiv. L’ex-Primo Ministro è accusata di evasione fiscale e sottrazione di danaro pubblico per scopi privati negli anni ’90, quando, prima del suo ingresso in politica, è stata alla guida del colosso energetico JEESU.
Contrario alle accuse si è detto il capo del pool di difensori della Leader dell’Opposizione Democratica, Serhij Vlasenko, che ha illustrato come le imputazioni non sussistano in quanto nessuno degli operatori della JEESU ha confermato i reati per cui la Tymoshenko è accusata, e, sopratutto, all’epoca dei fatti contestati la Tymoshenko non è stata Presidente del colosso energetico, ma solo sua fondatrice.
Inoltre, Vlasenko ha evidenziato come i tempi per la prescrizione del reato siano scaduti, e ha contestato la decisione di celebrare il processo a Kharkiv, in quanto lasede competente avrebbe dovuto essere o la Corte di Dnipropetrovs’k – città dove è registrata la JEESU – oppure il Tribunale Podils’kyj di Kyiv, dove la Tymoshenko ha vissuto.
A ribadire le accuse è stato invece il Procuratore della Pubblica Accusa, Viktor Lobach, che ha definito le imputazioni mosse a carico della Tymoshenko tanto gravi da poter essere considerate come un furto operato a danno dell’intero popolo ucraino. In aggiunta, Lobach ha richiesto alla Corte di invitare il Ministero della Salute a permettere con ogni mezzo possibile la presenza della Tymoshenko in aula nel corso delle prossime sedute del processo.
Durante nove ore di seduta, il Giudice, Kostjantyn Sadovs’kyj, ha rigettato la richiesta di Vlasenko di estromettere il Procuratore Lobach dal procedimento per impreparazione giudiziaria: l’avvocato della Tymoshenko ha contestato il fatto che la Pubblica Accusa abbia dichiarato di rappresentare gli interessi del popolo ucraino, quando ex lege essa tutela quelli dello Stato. Inoltre, il magistrato ha sospeso la seduta fino al giorno successivo per riflettere sulla domanda esposta dalla difesa di chiudere il processo e, in caso di suo respingimento, di trasferire i lavori a Kyiv.
Assenti imputata e telecamere
Oltre all’imputata, che ha inviato un messaggio dalla cella in cui è detenuta per una precedente condanna – emanata l’11 Ottobre 2011 per la firma di accordi energetici ritenuti sconvenienti per le casse dello stato al momento della guida del suo ultimo governo – con cui ha giustificato la sua assenza per motivi di salute, grandi assenti sono state le telecamere dei principali media nazionali e mondiali, a cui le Autorità carcerarie hanno vietato l’ingresso, nonostante a riguardo non vi sia stata alcuna ordinanza da parte del Giudice.
Tra i presenti, invece, oltre ai deputati del soggetto politico di Julija Tymoshenko, Bat’kivshchyna, e a quelli del Partito del Potere, il Partija Rehioniv, è stato l’Ambasciatore francese per i Diritti Umani, Francois Zimere, mentre il suo collega statunitense, John Tefft, durante una lezione tenuta presso la prestigiosa Accademia Mohyl’jans’ka, ha espresso forti perplessità dinanzi a un procedimento che, come il precedente, appare essere basato esclusivamente sulla volontà politica di perseguitare legalmente la Leader dell’Opposizione Democratica.
Matteo Cazzulani
USA E GRAN BRETAGNA CONTRO LE AUTORITA’ UCRAINE
Ambasciatore e Dipartimento di Stato di Washington, incalzati dallo schieramento repubblicano, contestano i processi politici a carico della Leader dell’Opposizione Democratica, Julija Tymoshenko, e dell’ex-Ministro degli Interni, Jurij Lucenko. Il Ministero degli Esteri di Londra critica l’elevata corruzione a Kyiv, malgrado le promesse circa la sua cancellazione
Con i processi politici e la crescente corruzione l’Ucraina fuori dalla Comunità Occidentale. Nella giornata di sabato, 15 Luglio, l’Ambasciatore degli Stati Uniti a Kyiv, John Tefft, ha ribadito profondo turbamento per i provvedimenti giudiziari a carico della Leader dell’Opposizione Democratica, Julija Tymoshenko, e dell’ex-Ministro degli Interni, Jurij Lucenko: segni preoccupanti di un regresso della Democrazia nel Paese, che, se non interrotti, possono pregiudicare l’appartenenza dell’Ucraina nelle strutture euroatlantiche, UE in primis.
Una ripetizione, quella del Diplomatico USA, di un allarme lanciato dal Direttore dell’Ufficio per i Diritti Umani e la Democrazia nell’Europa Centro-Orientale del Dipartimento di Stato di Washington, Thomas Melia, che, intervistato dall’autorevole Dzerkalo Tyzhnja, ha condannato non solo i procedimenti politici a carico di esponenti di spicco del campo arancione, ma anche le continue pressioni su media e giornalisti indipendenti.
Una posizione forte, coerente con uno spirito USA in difesa della Libertà nell’Europa Centro-Orientale, da tempo abbandonato dall’amministrazione democratica di Barack Obama – più incline allo sterile dialogo con diversi autocrati del pianeta – ma instancabilmente ribadito dal campo repubblicano, oggi maggioranza al Congresso dopo la vittoria nelle elezioni di Mid-Term.
A condividere l’orientamento nei confronti dell’Ucraina dei conservatori americani, seppur con toni meno accesi, anche i loro colleghi britannici: intervistato da Radio Liberty, David Didington, Consigliere del Ministro degli Esteri del Regno Unito, William Gage, ha evidenziato come l’alto livello di corruzione a Kyiv rende impossibile l’evoluzione dei buoni rapporti con Londra in una prospettiva continentale, malgrado la Gran Bretagna continui a sostenere le aspirazioni occidentali degli ucraini. Secondo il diplomatico, sono molte le aziende inglesi che rifiutano investimenti in un Paese con un alto tasso di irregolarità sul piano economico, commerciale, democratico, e civile.
Maggiormente categorico l’esperto Andrew Wilson, che ha contestato l’atteggiamento delle Autorità ucraine, troppo impegnate nella formulazione di promesse di progresso democratico e riforme civili, ma meno nella loro effettiva realizzazione.
L’Europa preoccupata
La contestazione angloamericana segue quella del Consiglio d’Europa, delle principali ONG indipendenti, di ONU, PPE e Parlamento Europeo, il quale, con un’apposita risoluzione, ha ricordato a Kyiv che il rispetto di democrazia e libertà civili sono condizione innegoziabile per la firma dell’Accordo di Associazione UE-Ucraina, da cui deriva la creazione di una Zona di Libero Scambio desiderata dal mondo degli affari ucraino, anche da quello filorusso.
Lecito ricordare che a carico della Leader dell‘Opposizione Democratica, Julija Tymoshenko, e dell’ex-Ministro degli Interni, Jurij Lucenko, sono in corso processi da cui gli imputati sono stati espulsi al momento della formulazione dei capi di imputazione definitivi, spesso esposti in assenza dell’avvocato difensore.
L‘anima della Rivoluzione Arancione, ex-Primo Ministro, è accusata di gestione fraudolenta delle casse pubbliche, e condotta antistatale in occasione degli accordi per il gas del Gennaio 2009 con l’allora suo collega russo, Vladimir Putin. Il politico di spicco del campo patriottico, invece, di abuso d’ufficio.
Matteo Cazzulani
WIKILEAKS: OBAMA DIETRO I PROVVEDIMENTI DI JANUKOVYCH
Gli Stati Uniti avebbero indicato all’Ucraina le misure da approvare per poter acedere al prestito del Fondo Monetario Internazionale
L’icona della speranza e del cambiamento avrebbe innalzato la bolletta del gas per gli ucraini. Secondo le recenti rivelazioni di WikiLeaks, ad avere dettato l’agenda politica ucraina degli ultimi tempi sarebbe stata l’Amministrazione USA. Una decina di punti, da realizzare per ottenere il prestito del Fondo Monetario Internazionale, su cui il parere positivo di Washington è stato determinante.
Nello specifico, il sito più temuto dalle diplomazie del pianeta ha riportato la notizia di un carteggio tra il funzionario dell’ambasciata USA di Kyiv, John Tefft, e la Casa Bianca, che avrebbe definito le riforme, necessarie all’Ucraina per la riscossione dei 15,15 miliardi di Dollari del FMI.
In primis, innalzamento dell’età della pensione, di almeno due anni per gli uomini, tre per le donne, e la cancellazione del prepensionamento. In seguito, l’incremento del prezzo del gas, del 50% per le aziende municipali, del doppio per i privati cittadini.
Altri suggerimenti, l’innalzamento delle accise sulla benzina a 60% euro, la cancellazione dell’esenzione al pagamento dell’IVA per le farmacie, e l’eliminazione delle agevolazioni fiscali per piccola e media impresa. Infine, privatizzazione delle grandi fabbriche statali, e taglio del numero di ministeri e funzionari statali.
I fatti confermano
Tutti i punti sono stati attuati, o in via di realizzazione. Lo scorso agosto, il governo ha innalzato la bolletta del gas per la popolazione del 50%, senza alcun preavviso. E nonostante il Presidente, Viktor Janukovych, avesse ottenuto dalla Russia uno sconto sull’oro blu, in cambio del prolungamento della presenza in territorio ucraino della Flotta Russa del Mar Nero, fino al 2042.
Di recente, un contestato Codice Fiscale ha eliminato le facilitazioni per piccola e media impresa, introdotte dall’ultimo governo arancione di Julija Tymoshenko, per agevolare un ceto cruciale per la ripresa dell’economia ucraina.
Nel contempo, il documento ha concesso sgravi fiscali ai grandi imprenditori, sponsor del Partija Rehioniv — la forza politica, egemone nel Paese, a cui appartengono il Presidente, il Premier, Mykola Azarov, e quasi tutti i membri del Consiglio dei Ministri.
Il bilancio, presentato mercoledì, 8 dicembre, prevede il taglio delle spese per l’amministrazione statale. Infine, a breve sarà approvata una riforma delle pensioni, che innalzerà l’età di fine lavoro a 65 anni per gli uomini, 60 per le donne. In uno Stato, dove la vita media è fissata intorno ai 63 anni.
La scorsa estate, il FMI ha accordato il prestito a Kyiv, spalmato in tre tranche.
Finora, dagli interessati nessun commento.
Matteo Cazzulani
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