LA VOCE ARANCIONE. Il Blog di Matteo Cazzulani

Ucraina: Tymoshenko e Saakashvili incalzano Poroshenko su rimpasto e magistratura

Posted in Ukraina by matteocazzulani on March 29, 2016

Il Blocco del Presidente non riesce a convincere il Partito della carismatica ex-Premier ad appoggiare il Governo Hroysman. Il Governatore della Regione di Odessa critica l’influenza degli oligarchi nella politica del Paese



Varsavia – Senza Governo, senza Procuratore Generale. Così appare oggi l’Ucraina, dopo che, nella giornata di martedì, 29 Marzo, le forze politiche del campo filo europeo non hanno raggiunto l’accordo per formare la nuova coalizione di maggioranza in appoggio ad un nuovo Esecutivo.

Nonostante la quadra sembrasse essere stata raggiunta sulla candidatura a Premier dello Speaker del Parlamento, Volodymyr Hroysman, a sostenere il varo del nuovo Governo sono rimasti solo i due gruppi principali della Rada, il Blocco del Presidente, Petro Poroshenko, e il Fronte Popolare dell’attuale Premier, Arseniy Yatsenyuk.

Apparentemente indeciso sul da farsi è il partito Batkivshchyna, la cui leader, l’ex-Premier Yulia Tymoshenko, ha posto come condizione sine qua non all’appoggio a Hroysman l’approvazione di 18 progetti di legge inerenti alla difesa dell’agricoltura, all’introduzione di tariffe calmierate per i ceti più poveri della popolazione e alla lotta alla corruzione.

Più che la qualità dei progetti di legge l’impasse nelle trattative ha riguardato la tempistica, con il Blocco Poroshenko favorevole ad approvare i progetti di legge di Batkivshchyna solo dopo il varo del nuovo Esecutivo e la Tymoshenko ferma sulla necessità di votare le sue proposte prima del voto di fiducia al nuovo Governo.

Senza il supporto di Batkivshchyna, il Blocco Poroshenko e il Fronte Popolare, che ha accusato la Tymoshenko di ricattare la maggioranza, non hanno i numeri necessari per approvare il rimpasto di Governo, necessario dopo che l’attuale Esecutivo ha riscosso un indice di gradimento tanto basso da non avere precedenti nella storia del Paese.

Da parte sua, la Tymoshenko ha a favore due fattori. Il primo, l’assenza nella maggioranza di Samopomich e del Partito Radicale di Oleh Lyashko, che hanno dichiarato di non intendere appoggiare il Governo Hroysman. 

In secondo luogo, la Tymoshenko ha dalla sua i sondaggi che la danno favorita sia in caso di Elezioni Parlamentari, che di Elezioni Presidenziali: un risultato ottenuto grazie ad una proposta politica basata sulla lotta alle oligarchie.

Più che alla Tymoshenko, la responsabilità della crisi è da addossare al Fronte Popolare, che poco ha fatto per contrastare la corruzione, tradendo le enormi aspettative che gli ucraini hanno riposto nel Governo Yatsenyuk dopo la deposizione del regime dell’ex-Presidente, Viktor Yanukovych.

Responsabile per la crisi è anche il Presidente Poroshenko, che non ha saputo prendere le distanze dall’abbraccio soffocante degli oligarchi, la cui influenza sul mondo politico è rimasta invariata, se non addirittura aumentata rispetto all’epoca della dittatura di Yanukovych.

A riprova del connubio tra Poroshenko, Yatsenyuk e gli oligarchi vi sono due fattori. In primis, il supporto che i parlamentari vicini agli oligarchi Rinat Akhmetov e Serhiy Liovochkyn, ex-sponsor del regime di Yanukovych hanno dato al Governo Yatsenyuk per mantenere la fiducia.

In secondo luogo, a gettare dubbi sulla trasparenza di Poroshenko e Yatsenyuk è la vicenda legata al Procuratore Generale, Viktor Shokin, che, prima di essere sollevato dall’incarico da un voto del parlamento, sempre nella giornata di martedì, 29 Marzo, ha dimissionato il suo Vice, Davit Sakvarelidze.

Sakvarelidze ha condotto una lotta contro la corruzione che Shokin ha più volte cercato di contrastare per evitare di creare complicazione a deputati del Blocco Poroshenko finiti nel mirino del Vice Procuratore per affari di corruzione.

Dal canto suo, Shokin, senza una decisa condanna da parte di Poroshenko, ha anche avviato una serie di provvedimenti dalla dubbia regolarità, come la richiesta di aprire un’indagine sui movimenti finanziari dell’Ambasciatore degli Stati Uniti a Kyiv, Geoffrey Pyatt.


Si rafforza il movimento anti corruzione

Come sottolineato dal Governatore della Regione di Odessa, Mikheil Saakashvili, risulta chiaro che il siluramento di Sakvarelidze sia di matrice politica, dal momento in cui esso è avvenuto a poche ore da una richiesta ufficiale in merito al dimissionamento del Vice Procuratore inviata a Shokin da parte di Serhiy Kivalov: esponente del Blocco Poroshenko, già mentore del regime di Yanukovych.

Saakashvili, ex-Presidente della Georgia e animatore del Movimento per la Pulizia contro la corruzione, ha invitato il Presidente Poroshenko a prendere le distanze dall’accaduto, ed ha criticato l’influenza di esponenti collusi con le oligarchie e con il regime di Yanukovych nella politica ucraina.

Da parte sua, Sakvarelidze ha dichiarato di volersi dedicare all’attività pubblica. Con tutta probabilità, egli entrerà a far parte del Movimento di Saakashvili, così come già ha fatto l’ex-Ministro dello Sviluppo Economico, Aivardas Abromavičius.

Economista lituano di formazione statunitense chiamato da Poroshenko per riformare il Paese, Abromavičius ha rinunciato all’incarico ministeriale dopo avere denunciato pubblicamente l’Amministrazione Presidenziale e l’entourage del Premier di corruzione e nepotismo.


Matteo Cazzulani

Analista Politico dell’Europa Centro Orientale

@MatteoCazzulani

Ucraina: Hroysman e Yaresko in corsa per il premierato

Posted in Ukraina by matteocazzulani on March 23, 2016

Lo Speaker del Parlamento, sostenuto dal Presidente Poroshenko e dal Premier Yatsenyuk, dato in testa rispetto all’attuale Ministro delle Finanze. Cresce l’opposizione del fronte anti-corruzione ed anti-oligarchi



Varsavia – Un garante dello status quo molto politico ed un “tecnico” pronto ad escludere i politici dall’Esecutivo in un periodo di crisi. Questi sono gli identikit dei candidati Premier in Ucraina, corrispondenti rispettivamente allo Speaker del Parlamento, Volodymyr Hroysman, e al Ministro delle Finanze, Natalie Yaresko.

L’ipotesi di un Governo Hroysman è, ad oggi, la più accreditata, forte del supporto del Gruppo dei Sette: il “cerchio magico” nel quale vengono prese le decisioni politiche più importanti al quale appartengono, tra gli altri, il Presidente ucraino, Petro Poroshenko, il Premier, Arseniy Yatsenyuk, il Capo del Consiglio Nazionale di Sicurezza e Difesa, Oleksandr Turchynov, e il Capo dell’Amministrazione Presidenziale, Borys Lozhkin.

Secondo l’accordo, il nuovo Governo godrebbe dell’appoggio delle due principali forze presenti in Parlamento: il Blocco Poroshenko e il Fronte Popolare di Yatsenyuk. Esso sarebbe strutturato ad hoc per mantenere gli equilibri di potere che, finora, sono gestiti per intero dal Presidente e dal Premier.

Nello specifico, nel Governo Hroysman -esponente del Blocco Poroshenko di cui il Presidente si è avvalso per controllare la situazione in Parlamento- resterebbero personalità importanti del Fronte Popolare, come il Ministro degli Interni, Arsen Avakov, e il Ministro della Giustizia, Pavlo Petrenko, mentre il posto vacante di Speaker del Parlamento sarebbe ricoperto dall’attuale Vice Speaker, Andriy Parubiy, anch’egli esponente del Partito del Premier Yatsenyuk.

A rappresentare una sorpresa sarebbe, invece, la nomina alle Finanze di Nina Yuzhanina, esponente del Blocco Poroshenko nota per le sue posizioni totalmente opposte a quelle della Yaresko in ambito economico.

Importante, nel Govermo Hroysman, sarebbe anche la nomina di stranieri, come il primo Ministro dell’Economia della Polonia libera, Leszek Balcerowicz, e l’ex-Ministro delle Finanze slovacco, Ivan Mikloš.

Di differente filosofia è, invece, il Governo proposto dalla Yaresko, che, nella giornata di mercoledì, 23 Marzo, ha ribadito la sua intenzione di candidarsi alla guida di un Esecutivo formato unicamente da tecnici, senza quote di Partito.

A favorire la nomina della Yaresko sarebbero i creditori internazionali, che vedono nell’attuale Ministro delle Finanze -cittadino statunitense che ha preso la cittadinanza ucraina per ricoprire l’incarico ministeriale- un interlocutore serio ed affidabile.

Per questa ragione, l’ipotesi della Yaresko Premier ha riscosso il sostegno di Aivaras Abromavičius, l’ex-Ministro dello Sviluppo Economico -economista lituano che, come la Yaresko, è stato chiamato dal Presidente Poroshenko per riformare il Paese- le cui dimissioni hanno de facto avviato la crisi del Governo Yatsenyuk.

Per quanto riguarda l’attuale Premier, accusato di corruzione e di mancata attività nel riformare il Paese, come testimonia il basso rating di gradimento, si vocifera una sua nomina alla guida della Banca Nazionale ucraina, oppure, ipotesi più accreditata, a capo della Corte Costituzionale.

D’altro canto, il Governo Hroysman riproporrebbe la medesima ricetta politica che, ad oggi, vede Poroshenko e Yatsenyuk governare con il sostegno implicito degli oligarchi dell’est del Paese, alcuni dei quali, come Rinat Akhmetov e Serhiy Liovochkyn, ex-sponsor del regime dell’ex-Presidente Viktor Yanukovych.

Contro a questa ipotesi si sono schierati i parlamentari del Blocco Poroshenko appartenenti alla corrente anti-corruzione, che, da tempo, assieme ad Abromavicius ruotano attorno alla figura carismatica del Governatore della Regione di Odessa, Mikheil Saakashvili.

Saakashvili, ex-Presidente della Georgia, ha fondato il Movimento Per la Pulizia che, in nome della lotta alla corruzione e di una dura critica nei confronti dell’Esecutivo di Yatsenyuk, gode di un crescente sostegno tra la popolazione.

Posizione simile a quella del Movimento di Saakashvili è stata espressa dal Partito Samopomich, il cui leader, il Sindaco di Leopoli, Andriy Sadoviy, ha rifiutato la nomina a Premier che il Presidente Poroshenko gli ha proposto per formare un esecutivo politico retto dalla medesima coalizione di Partiti filo europei che ha sostenuto il Governo Yatsenyuk.

Altra forza che si oppone al sistema di connubio con le oligarchie è Batkivshchyna, il Partito dell’ex-Premier Yulia Tymoshenko, anch’esso, come Samopomich, fuoriuscito dalla coalizione di Governo in segno di protesta contro la corruzione.

Come dichiarato dalla stessa Tymoshenko, leader del dissenso democratico durante il regime di Yanukovych, Batkivshchyna attende la decisione in merito al nuovo Premier da parte del Blocco Poorshenko e del Fronte Nazionale, che, in quanto principali forze del Parlamento, hanno la responsabilità di tale scelta.


Yulia Tymoshenko prima nei sondaggi

La strategia attendista della Tymoshenko può essere vincente sopratutto se si considerano i recenti sondaggi dell’Istituto Internazionale di Sociologia di Kyiv, secondo i quali la maggioranza degli ucraini vorrebbe proprio Yulia Tymoshenko come nuovo Premier, seguita, nelle preferenze, da Saakashvili.

Oltre al ranking di Premier, Yulia Tymoshenko guida anche la classifica di gradimento come nuovo Presidente, superando l’attuale Capo dello Stato con il 20% contro il 17%.

Infine, il Partito della Tymoshenko, Batkivshchyna, risulta primo nel ranking delle preferenze degli elettori ucraini con il 18%, seguito dal Blocco di Opposizione di Akhmetov e Liovochkyn con il 13%, e dal Blocco Poroshenko con l’11%, a testimonianza del calo di consensi della compagine di Governo.


Matteo Cazzulani

Analista Politico dell’Europa Centro Orientale

@MatteoCazzulani

Ucraina: economia e sondaggi al centro della crisi di Governo

Posted in Ukraina by matteocazzulani on February 25, 2016

Il Blocco del Presidente Petro Poroshenko e il Partito Samopomich del Sindaco di Leopoli, Andriy Sadoviy, dati in testa da due sondaggi differenti. Cresce il consenso per l’ex-Premier Yulia Tymoshenko e il Governatore della Regione di Odessa, Mikheil Saakashvili. 



Varsavia – Che in Ucraina tiri aria da campagna elettorale è sempre più chiaro, sopratutto dopo che, nella giornata di martedì, 13 Febbraio, è andata in scena una querelle legata alla diffusione di due sondaggi, tra essi contrastanti, in merito alle preferenze elettorali degli elettori ucraini.

Le due rilevazioni, effettuate rispettivamente dal Centro Internazionale di Sociologia di Kyiv -KMIS- e dal Centro Gorshenin, riportano infatti due differenti Partiti in testa al ranking di gradimento degli ucraini: il Blocco del Presidente Poroshenko secondo il KMIS, il Partito Samopomich, guidato dal Sindaco di Leopoli, Andriy Sadoviy, secondo il Centro Gorshenin.

Nello specifico, la rilevazione del KMIS da il Blocco Poroshenko al 16%, seguito dal Partito Batkivshchyna dell’ex-Premier Yulia Tymoshenko al 15%, dal Blocco dell’Opposizione -forza politica composta dagli sponsor del regime dell’ex-Presidente Viktor Yanukovych- con il 14%, e, infine, da Samopomich all’11%. 

Al contrario, il Centro Gorshenin quota Samopomich con il 13%, seguita dal Movimento Anti Corruzione del Governatore della Regione di Odessa Mikheil Saakashvili, appaiato al 12% con Batkivshchyna. A seguire, il Blocco dell’Opposizione è dato all’11%, il Partito Radicale al 10%, e, infine, il Blocco Poroshenko al 9%.

Seppur discordanti nel complesso, le due rilevazioni dimostrano alcuni dati condivisi, come la scomparsa del Parlamento del Fronte Popolare del Premier, Arseniy Yatsenyuk, la perdita di consenso del Blocco del Presidente Poroshenko e, infine, l’aumento delle persone intenzionate a votare per Batkivshchyna. 

Questi dati sono una diretta conseguenza della crisi di Governo in atto nel Paese dopo che Batkivshchyna e Samopomich hanno abbandonato la coalizione di maggioranza filo europea. Così, ad oggi la maggioranza è composta solamente da Blocco Poroshenko e Fronte Popolare: le principali forze politiche in Parlamento i cui seggi, tuttavia, non bastano a garantire la maggioranza all’Esecutivo Yatsenyuk.

In particolare, a provocare la fuoriuscita delle forze politiche di Tymoshenko e Sadoviy è stata la mancata votazione di una mozione di sfiducia al Governo,  inaspettatamente salvato dai voti della corrente filo-presidenziale del Blocco Poroshenko, del Fronte Popolare e dei deputati del Blocco dell’Opposizione vicini agli oligarchi Rinat Akhmetov e Serhiy Liovochkyn: i principali sponsor del regime di Yanukovych.

La convergenza dell’intesa Blocco Poroshenko-Fronte Popolare con il Blocco dell’Opposizione ha portato la Tymoshenko ad accusare Presidente e Premier di governare il Paese in piena continuità con gli schemi di corruzione di Yanukovych. Per questa ragione, la Tymoshenko ha richiesto a gran voce Elezioni Parlamentari Anticipate.

Da parte sua, Samopomich ha escluso la necessità di tornare al voto, proponendo la creazione di un Governo tecnico, composto da professionisti lontani da appartenenze partitiche e legami con gli oligarchi, incaricato di approvare le riforme necessarie affinché l’Ucraina possa rispettare gli standard dell’Unione Europea.

L’ipotesi del rimpasto di Governo è sostenuta anche dalla corrente anticorruzione del Blocco Poroshenko che, per voce del giornalista Mustafà Nayem, ha chiesto la nomina di un nuovo Premier come, ad esempio, Saakashvili. Il Governatore della Regione di Odessa, ex-Presidente della Georgia, a sua volta ha descritto il salvataggio del Governo Yatsenyuk come un colpo di stato da parte degli oligarchi.

Accanto ai sondaggi, chiari appaiono anche i primi riposizionamenti delle forze politiche. Se, da un lato, Blocco Poroshenko e Fronte Popolare puntano al mantenimento in vita della coalizione di Governo cercando di ottenere il ritorno nella maggioranza dei radicali di Lyashko, dall’altro si sta organizzando una opposizione pro-Europea al Governo Yatsenyuk.

Infatti, Yulia Tymoshenko ha stretto un patto di alleanza con il Movimento Anti Corruzione di Valentyn Nalyvaychenko, mentre Samopomich sarebbe in trattativa per unire le forze con il Movimento Anti Corruzione di Saakashvili, sprovvisto, ad oggi di una base politica.

Dal canto suo, il Movimento di Saakashvili si appresta, con tutta probabilità, ad accogliere gli esponenti della corrente anticorruzione interna al Blocco Poroshenko, nonché personalità di spicco come l’ex-Ministro dello Sviluppo Economico, Aivaras Abromavičius: economista lituano, chiamato da Poroshenko per riformare il Paese in chiave europea, dimessosi dopo avere denunciato il Governo Yanukovych di corruzione e nepotismo.

Regime oligarchico, Corporazione Ucraina e Ghigliottina

Oltre che ricette differenti per approvare le riforme necessarie ad evolvere l’Ucraina in senso europeo, le forze politiche ucraine propongono diverse impostazioni in campo economico.

In primis, l’intesa tra Blocco Poroshenko e Fronte Popolare propone un’evoluzione dell’economia ucraina in senso europeo senza particolari strappi che possano mettere in discussione gli interessi delle grandi oligarchie del Paese che, come dimostrato dalla votazione della mozione di sfiducia al Governo Yatsenyuk, sono pronte a sostenere l’Esecutivo per proteggere i propri affari.

Da parte sua, Yulia Tymoshenko propone una liberalizzazione dell’economia del Paese secondo la “Corporazione Ucraina”: una dottrina, che la stessa Tymoshenko ha adottato per deoligarchizzare l’economia ucraina durante la guida del Governo nel 2005 e tra il 2007 e il 2010, che prevede l’incameramento dei beni degli oligarchi da parte dello Stato, e la loro rimessa in vendita secondo il tariffario di mercato.

Il Movimento Saakashvili, probabilmente assieme a Samopomich, propone invece la ricetta presentata da Abromavičius altrimenti nota come “Ghigliottina”, ossia la privatizzazione delle imprese statali, sopratutto di quelle nelle quali gli oligarchi hanno forti interessi, accanto alla creazione di un clima di trasparenza garantito da un’apposita Agenzia deputata al mantenimento dei principi del libero mercato.

Se la ricetta del Blocco Poroshenko e di Yatsenyuk appare quella più rassicurante, sopratutto in una società fortemente conservatrice come quella ucraina, la proposta di Yulia Tymoshenko promette la modernizzazione dell’economia del Paese per mezzo di una terapia shock che, come dimostrato dall’operato di Leszek Balcerowicz in Polonia, può avere un discreto successo nel mondo ex-sovietico.

La proposta di Saakashvili-Abromavičius, politici non ucraini formatisi negli Stati Uniti d’America e in Unione Europea, rappresenta invece l’iniziativa più moderna ed innovativa che, se realizzata, seppur non senza difficoltà e tempo, può davvero evolvere l’Ucraina in una avanzata economia occidentale.

Matteo Cazzulani

Analista Politico dell’Europa Centro Orientale

@MatteoCazzulani

Ucraina: Poroshenko lo silura, ma Yatsenyuk si salva con i voti di Yanukovych

Posted in Ukraina by matteocazzulani on February 17, 2016

Il Premier ucraino vince contro una mozione di sfiducia originata dalla richiesta del Presidente di dimissioni per via degli scarsi risultati ottenuti in materia di riforma del Paese in chiave europea. L’astensione degli esponenti degli oligarchi avversari del campo filo europeo fondamentale per mantenere in sella il Governo 



Varsavia – “Quando la terapia non basta ci vuole la chirurgia”. Questa è la motivazione con la quale il Presidente ucraino, Petro Poroshenko, ha invitato il Premier, Arseniy Yatsenyuk, a dimettersi assieme all’intero Consiglio dei Ministri nella giornata di martedì, 16 Febbraio: un invito subito accolto dal Blocco Poroshenko, la forza politica del Capo dello Stato, il quale ha registrato una mozione di sfiducia che, tuttavia, non ha ottenuto il quorum necessario per dimissionare il Governo.

Nello specifico, il Presidente Poroshenko ha espresso costernazione per lo stallo nel quale si trova la squadra di Yatsenyuk, ai minimi storici di gradimento che nessun altro Governo ha mai toccato nella storia dell’Ucraina finora, ed ha invitato i Partiti che formano la coalizione filo europea a sostenere un nuovo Esecutivo dopo che quello attuale, travolto da casi di corruzione e privo del sostegno della maggioranza dei Gruppi in parlamento, è oggi incapace di attuare le riforme necessarie per adattare il Paese agli standard europei.

Nonostante le ragioni, forti, con le quali il Presidente ha proposto le dimissioni del Governo, la mozione di sfiducia a Yatsenyuk è stata votata, nella tarda serata, solamente da 194 deputati: 36 in meno rispetto al quorum necessario per dimissionare l’Esecutivo. 

Se, da un lato, alcuni partiti della coalizione filo europea, Samopomich e Batkivshchyna, hanno sostenuto la mozione di sfiducia, i parlamentari del Fronte Popolare -la forza politica di Yatsenyuk- e molti esponenti del Blocco Poroshenko hanno abbandonato i lavori d’aula assieme ai deputati del Blocco dell’Opposizione: il gruppo sponsorizzato dagli oligarchi che, a suo tempo, finanziavano il regime dell’ex-Presidente, Viktor Yanukovych.

Pronta, all’esito della votazione, è stata la reazione di Yatsenyuk, che ha dichiarato la volontà di continuare a lavorare per realizzare gli obiettivi della sua squadra di Governo che, di recente, ha visto il reintegro di tre Ministri che precedentemente, dopo avere denunciato l’impossibilità di attuare le riforme, avevano rassegnato le proprie dimissioni.

Di sicuro, fuori dalla squadra di Governo resta il Ministro dello Sviluppo Economico, Aivaras Abromavičiuš: uno dei tre Ministri stranieri, fortemente voluti da Poroshenko per approntare le riforme in senso europeo necessarie per integrare l’Ucraina nella comunità euro atlantica, che ha rassegnato le proprie dimissioni denunciando pressioni sul suo operato da parte sia dell’Amministrazione Presidenziale, che dell’establishment del Premier.

Differente è stata la reazione dei promotori della mozione di sfiducia: se il Capogruppo del Blocco Poroshenko, Yuri Lutsenko, ha dichiarato che, in ogni caso, la composizione del Governo Yatseniuk deve essere rivista profondamente per non deludere l’elettorato, Batkivshchyna ha ritirato il suo unico Ministro dal Governo, mentre Samopomich -che già in precedenza ha ritirato il suo unico esponente nell’Esecutivo- ha deciso di boicottare i vertici di coalizione.

Andata a vuoto la mozione, Yatsenyuk e il suo Governo possono restare in carica senza temere alcun voto di sfiducia da parte del Parlamento almeno fino all’inizio della nuova sessione della Rada, quando, secondo il regolamento, sarà possibile registrare, e votare, un nuovo ordine del giorno per dimissionare il Governo. 

In ogni caso, resta difficile per il Premier sia porre rimedio alla mancata approvazione delle riforme che la Comunità Internazionale ha fortemente richiesto all’Ucraina per adattarsi agli standard occidentali in materia di trasparenza e lotta alla corruzione, sia risollevare un tasso di gradimento in caduta libera.

D’altro canto, poco chiara resta la posizione di Poroshenko che, dopo avere richiesto a gran voce le dimissioni di Yatsenyuk e del suo Esecutivo, deve ora dimostrare di andare fino in fondo per ottenere un rimpasto che il Capo dello Stato stesso ha definito non più rinviabile onde evitare una frattura con l’elettorato.

Nello specifico, il Presidente ha definito “non più rinviabile il tempo delle riforme”, un fatto che non permette nemmeno più la possibilità di apportare cambiamenti parziali alla guida di alcuni Ministeri, bensì richiede la necessità di un rimpasto totale a partire dal Premier. 

Una nuova coalizione tra Presidente, Premier e oligarchi

Nei fatti, le mancate dimissioni del Governo hanno reso chiara l’esistenza in Parlamento di una nuova, grande coalizione a sostegno dell’Esecutivo composta, da un lato, da Poroshenko e Yatsenyuk e, dall’altro, dagli oligarchi Rinat Akhmetov e Serhiy Liovochkyn: due dei principali sponsor del regime Yanukovych.

Infatti, per salvare Yatsenyuk e il suo Governo il Fronte Popolare e buona parte del Blocco Poroshenko -composta da esponenti in tempo vicini all’entourage dell’ex-Presidente Viktor Yushchenko, in stretti affari con Yanukovych- hanno necessitato della astensione dei deputati del Blocco dell’Opposizione vicini ad Akhmetov e Liovochkyn che, puntualmente, hanno abbandonato l’aula prima della messa ai voti della mozione.

Tale fatto è stato interpretato dai promotori delle dimissioni del Governo come una chiara prova sia del connubio tra il Premier Yatsenyuk e il clan Akhmetov, che dell’esistenza di un tacito accordo tra l’Amministrazione Poroshenko e i vecchi esponenti del regime Yanukovych che risale ai tempi della seconda parte della Presidenza Yushchenko.

Del resto, se la contrarietà alla mozione contro il Governo è stata chiara da parte del Fronte Popolare di Yatsenyuk, oscuro resta il comportamento di Poroshenko, che sembrerebbe stato incapace di convincere l’intero suo Blocco a votare in favore di una direttiva, le dimissioni dell’Esecutivo, da lui stesso emanata.

Di sicuro, ad incrementare consenso dalla nascita della nuova grande coalizione Poroshenko-Yatsenyuk-Akhmetov-Liovochkyn sono i partiti che si sono opposti al salvataggio del Governo, Batkivshchyna e Samopomich, i quali già hanno avviato trattative per unire le forze in caso di elezioni anticipate.

Nello specifico, la leader di Batkivshchyna, l’ex-Premier Yulia Tymoshenko -la principale oppositrice del regime Yanukovych- ha stretto una partnership elettorale con il Movimento Anti Corruzione di Valentyn Nalyvaychenko, mente Samopomich, nel suo Congresso, ha confermato il Sindaco di Leopoli, Andriy Sadoviy, alla guida del Partito con il chiaro obiettivo di mandare a casa il Governo.

Inoltre, a prendere sempre più consenso è il Movimento Anti Corruzione del Governatore di Odessa, Mikheil Saakashvili, ex-Presidente della Georgia che, a più riprese, ha accusato Yatsenyuk ed esponenti del Governo di collusione con gli oligarchi e corruzione: due piaghe che, a suo dire, impossibilitano l’evoluzione dell’Ucraina in chiave europea.

A nutrire le fila del Movimento di Saakashvili, che i sondaggi danno in forte ascesa tra l’elettorato, sarebbero pronti l’ex-Ministro Abromavičiuš e la pattuglia dei dissidenti al Governo Yatsenyuk interni al Blocco Poroshenko capitanata dagli ex-giornalisti ed attivisti politici Mustafà Nayyem e Serhiy Leshchenko.

Matteo Cazzulani

Analista Politico dell’Europa Centro Orientale

@MatteoCazzulani