LA VOCE ARANCIONE. Il Blog di Matteo Cazzulani

NON DIMENTICHIAMO ANNA POLITKOVSKAYA. ANCHE SE PUTIN RISCHIA IL NOBEL PER LA PACE

Posted in Editoriale, Russia by matteocazzulani on October 7, 2013

Sette anni fa è stata assassinata la coraggiosa giornalista della Novaya Gazeta che ha testimoniato le violazioni dei Diritti Umani da parte dell’esercito russo in Cecenia. Prove indicano responsabilità per l’omicidio delle Autorità politiche russe

Coraggio, dedizione, passione ed ostinatezza nel raccontare violazioni dei Diritto Umani di cui il Mondo è tutt’oggi ancora ignaro. Le qualità che hanno caratterizzato Anna Politkovskaya, giornalista russa assassinata il 7 Ottobre del 2006, sono tanto chiare quanto terribilmente legate con la sua uccisione.

Mentre rientrava a casa dalla spesa, come una mamma qualunque, la Politkovskaya è stata uccisa da sicari con sette colpi di pistola nell’androne di casa. Il messaggio legato al gesto è inequivocabile: ad essere colpita, con la Politkovskaya, è stata anche la Libertà di Stampa, in un Paese, la Federazione Russa, in cui Democrazia e rispetto dei Diritti Umani sono puntualmente violati.

Del resto, la Politkovskaya, che ha documentato con minuzia le violazioni dei Diritti Umani perpetrate dall’esercito russo in Cecenia per mezzo dei suoi articoli sul giornale di impronta liberale Novaya Gazeta -uno dei pochi media non allineati con il Cremlino- dava fastidio a molti in Russia.

L’assassinio della Politkovskaya è ancora un caso irrisolto, anche se numerose prove -tra cui il giorno dell’omicidio: il compleanno del Presidente russo, Vladimir Putin- suggeriscono che i sicari abbiano agito per conto delle Autorità politiche della Russia.

Curioso come, proprio in questi giorni, il Presidente Putin sia stato candidato al Premio Nobel per la Pace per via della sua opposizione al presunto attacco armato degli Stati Uniti in Siria -azione che, come dimostrato dall’effettivo possesso delle armi chimiche da parte del Regime di Damasco, sarebbe stata legittima.

Se la Comunità Internazionale non ha la memoria corta, Putin più che il Nobel per la Pace riceverà un invito a chiarire il più presto possibile l’omicidio della coraggiosa giornalista russa, e, con lei, di molti altri operatori dei media ed attivisti per i Diritti Umani e Civili repressi con sistematicità dal 2000 -anno della presa del potere da parte del Presidente russo.

Gas e geopolitica imperialista

Inoltre, la Comunità Internazionale deve dire chiaramente basta all’uso delle risorse energetiche come mezzo per l’attuazione di disegni geopolitici di stampo imperialista, come da anni Putin fa con il gas.

Per imporre l’egemonia della Russia sull’Europa Orientale, ed impedire la realizzazione di un’Unione Europea forte e coesa -obiettivi che Putin ha dichiarato a più riprese anche durante l’ultima campagna elettorale- il Presidente russo ha imposto tariffe altissime per il gas ai Paesi dell’Europa Centrale -Polonia, Lituania, Estonia, Lettonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Romania e Bulgaria.

Inoltre, il Cremlino ha concesso sconti ai colossi energetici degli Stati dell’Europa Occidentale -Francia, Germania, Olanda- ottenendo in cambio il loro appoggio politico a Mosca, ed ha progettato gasdotti per togliere ai Paesi dell’Europa Orientale -Ucraina e Bielorussia- lo status di territorio di transito del gas della Russia in UE.

Questo atteggiamento va di pari passo con l’aggressione militare del 2008 nei confronti della Georgia: Paese libero ed indipendente punito per avere dichiarato di ambire all’ingresso nella NATO e nell’Unione Europea.

Una Russia democratica agevola i rapporti economici

La Russia è un Paese con una cultura letteraria inestimabile, ma sul piano politico rappresenta una minaccia alla sicurezza nazionale del Mondo civilizzato, sopratutto della Comunità Occidentale.

È per questo auspicabile e necessario uno sforzo maggiore rispetto a quanto fatto finora affinché, da dittatura nostalgica dell’URSS e dell’Impero zarista, la Russia evolva in una moderna democrazia rispettosa dei Diritti Umani e Civili, della Libertà di Stampa, e delle legittime scelte di politica estera dei suoi vicini.

Aiutare la Russia in questo non facile percorso non significa sacrificare il business con Mosca, bensì agevolare l’instaurazione di relazioni più chiare non solo sul piano commerciale, ma anche politico, umano ed amichevole.

Matteo Cazzulani
Attivista per i Diritti Umani e analista energetico
Presidente Comm. Integrazione Filitalia International-Distretto Italia
Testimone del processo Tymoshenko
Primo Presidente dell’associazione AnnaViva

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ANNA POLITKOVSKAYA: NON DIMENICHIAMO LA GIORNALISTA ESEMPIO DI CORAGGIO

Posted in Editoriale by matteocazzulani on October 7, 2012

Al sesto anniversario dell’assassinio della coraggiosa giornalista russa ancora nessun progresso sul mandante dell’omicidio. Il legame tra l’uccisione della reporter della Novaya Gazeta e la politica energetica della Russia di Putin

La coraggiosa giornalista russa, Anna Politkovskaya

Morire assassinati per raccontare la verità in maniera assidua e documentata, mossi da una passione per l’informazione e da un amore sconfinato per il giornalismo indipendente e intellettualmente onesto. Era il 7 Ottobre del 2006 quando a Mosca, non lontano dalla stazione Belorusskaya, la giornalista russa Anna Politkovskaya è stata uccisa a colpi di revolverate.

La reporter russa della Novaya Gazeta – uno dei pochi giornali critici con il Presidente, Vladimir Putin, e con il sistema di potere insediatosi nel Cremlino – era nota ed apprezzata per avere documentato le violenze perpetrate dall’esercito della Federazione Russa in Cecenia e nel Caucaso Settentrionale.

Anna Politkovskaya si è recata spesso in loco, ha seguito ogni seduta dei processi aperti da una magistratura russa che si è dimostrata poco indipendente, ed ha dimostrato come la forza della parola libera spesso valga più di un’assalto armato.

Anna Politkovskaya ha pagato la sua volontà di sondare e raccontare il vero con la vita, dopo essere stata minacciata a più riprese, e persino avvelenata.

Sul suo omicidio, avvenuto il medesimo giorno del compleanno di Putin – sospettato di essere il mandante – ancora non è stata fatta chiarezza. Sono stati individuati gli esecutori, ma resta da chiarire chi ha ordito l’assassinio della giornalista della Novaya Gazeta.

Quanto accaduto ad Anna Politkovskaya impone un’opportuna riflessione: poco infatti sembra essere cambiato dall’assassinio della coraggiosa giornalista, in Russia come in altre parti del pianeta.

A Mosca, altri operatori della carta stampata critici con il Cremlino sono stati assassinati, come Anastasia Baburova, Natalia Estemirova e Stanislav Markelov.

La repressione dei giornalisti va di pari passo con la censura degli organi di informazione non-allineati con il Cremlino e, sul piano politico, di una repressione diffusa del dissenso, che provoca ad ogni manifestazione delle opposizioni decine di arresti e cariche delle forze di polizia.

Casi di repressione della Libertà di Stampa si verificano anche in altre parti del Mondo non-libero, dove i parametri occidentali di rispetto dell’informazione corretta ed indipendente sono ritenuti pericolosi virus di un sistema euro-atlantico da combattere e reprimere, senza se e senza ma.

Basti pensare all’Ucraina, dove dopo la sconfitta degli arancioni l’involuzione democratica del Presidente, Viktor Yanukovych, ha portato Kyiv a diventare una semi-dittatura, dove i politici del dissenso – come Yulia Tymoshenko e Yuri Lutsenko – sono arrestati, e i media critici nei confronti dell’Amministrazione Presidenziale – come TVi – sono oscurati.

Si potrebbe parlare anche di quanto avviene in altre parti del Mondo, ma il caso della Russia è quello che più ci interessa in quanto Occidentali ed Europei.

Non deve essere infatti la quasi totale dipendenza energetica dal gas di Mosca a costringere l’Europa a tacere in merito al rispetto della Libertà di Stampa e di espressione nella Federazione Russa, come, purtroppo, spesso accade.

Le Diplomazie dei Paesi dell’Europa Occidentale – Germania e Francia – sono troppo attente a non irritare il Cremlino per non mandare a monte la stipula di accordi energetici di cui la stessa Russia si avvale per mantenere la sua egemonia politica nel Vecchio Continente.

Oltre a non sollevare la questione dei diritti umani e della libertà di stampa con Mosca, Berlino e Parigi cercano in ogni modo di impossibilitare la realizzazione della politica energetica comune europea.

Per diminuire il peso della Russia nel settore energetico dell’UE, la Commissione Europea ha varato un progetto per diversificare le fonti di approvvigionamento di gas tramite lo sfruttamento diretto dei giacimenti di Azerbaijan e Turkmenistan, e l’adozione di un alto numero di rigassificatori per importare oro blu liquefatto da Stati Uniti, Qatar e Norvegia.

Inoltre, Bruxelles ha aperto un’inchiesta ufficiale per condotta anti-concorrenziale nei mercati dei Paesi dell’Europa Centrale nei confronti del monopolista russo, Gazprom.

Posseduto per metà dal Cremlino, Gazprom ha concesso sconti ai soli Paesi dell’Europa Occidentale “fedeli a Mosca” e, sempre con il sostegno di Germania e Francia, ha programmato la costruzione di un gasdotto sottomarino, il Southstream: concepito per impossibilitare lo sfruttamento diretto da parte di Bruxelles dei giacimenti azeri e turkmeni, e bypassare quei Paesi dell’UE politicamente osteggiati da Mosca, come Polonia e Romania.

Non tacere sul gas, non dimenticare Anna Politkovskaya

L’excursus sula situazione energetica è dunque strettamente legato con la vicenda di Anna Politkovskaya e, più in generale, con il rispetto della libertà di stampa.

Ricordare la coraggiosa giornalista significa non solo mantenere vivo il ricordo di una personalità esemplare, ma anche rendersi conto di come il gas sia utilizzato dalla Russia per scopi politici, sopratutto nei confronti di un’Europa che Mosca ha tutto l’interesse a mantenere debole e divisa.

Se, come progettato dalla Commissione Europea, nel Vecchio Continente sarà creato un mercato unico del gas con forniture diversificate – che non esclude l’oro blu della Russia, ma attinge da più fonti di approvvigionamento – l’UE, e i singoli Paesi che oggi pongono gli affari con Mosca su un piano privilegiato rispetto a quello dei diritti civili e dell’interesse generale dell’Europa, si sentiranno meno succubi di un regime autoritario.

Forse, anche i Governi degli Stati dell’Unione Europea avranno il coraggio di nominare piazze, vie ed edifici alla Politkovskaya, come già fatto dal Parlamento Europeo e, in Italia, da alcune Amministrazioni Locali come quelle di Milano, Brescia, Genova e Ferrara.

Per chi invece si occupa di informazione, è bene arrestare per un giorno la routine della continua informazione per dedicare il sesto anniversario dall’assassinio di Anna Politkovskaya al ricordo di questa Donna dallo straordinario coraggio: per non dimenticare chi ancor oggi soffre la mancanza di libera espressione sotto regimi “gasati”.

Matteo Cazzulani