LA VOCE ARANCIONE. Il Blog di Matteo Cazzulani

LA BOSNIA RINNOVA LA PRESIDENZA FEDERALE. AVANZANO CONSERVATORI, PROGRESSISTI E SEPARATISTI

Posted in Balcani by matteocazzulani on October 4, 2010

Le presidenziali bosniache vinte da candidati differenti. Tra essi, il separatista serbo, incognita sul possibile superamento delle divisioni interne al Paese lacerato

Il triumviro mussulmano della Bosnia, il moderato Bakir Izetbekovic

Un moderato, una riconferma, ed un nazionalista. Le votazioni bosniache di Domenica, 3 ottobre, hanno dato un segnale in chiaroscuro per il futuro di Sarajevo, soprattutto per le sue aspirazioni euro atlantiche.

Difatti, ad ottenere il mandato presidenziale sono stati, per la parte mussulmana, il leader del Partito dell’Azione Democratica, Bakir Izetbegovic, per quella croata, il riconfermato socialdemocratico Zelijko Komsic, e, per la componente serba, il candidato separatista dell’Alleanza dei SocialDemocratici Indipendenti, Nebojsa Radmanovic.

L’etichetta etnico-religiosa è dovuta dal sistema elettorale bosniaco, introdotto dagli accordi di Dayton nel 1995, che prevede una presidenza federale a tre teste, ciascuna eletta dalla propria componente. La Bosnia-Ercegovina è divisa in una Federazione Croato-Musulmana, abitata da fedeli ad Islam e cattolicesimo, ed una Republika Srpska, strettamente ortodossa.

Nella prima, gli elettori hanno rinnovato anche i consigli locali. Nella seconda, in aggiunta, è stato eletto un nuovo presidente autonomo.

Alta l’affluenza: il 56,3% dei bosniaci si è recata alle urne. Un dato in salita, dal momento in cui nelle precedenti consultazioni del 2006, a partecipare alla consultazione era stato il 55,3% degli aventi diritto.

Il separatista serbo, il figlio d’arte mussulmano, ed il triumviro di lungo corso croato

Il triumviro serbo della Bosnia, il separatista Nebojsa Radmanovic

Sul filo di lana, la corsa al mandato presidenziale serbo. Il Capo dell’Alleanza dei Socialdemocratici Indipendenti – SNSD – Nebojsa Radmanovic, ha superato di soli tre punti percentuali il moderato Mladen Ivanic.

Un risultato nel contempo importante e preoccupante, dal momento in cui il presidente SNSD – e primo ministro uscente della Republika Srpska – Milorad Dodik, ha più volte ventilato l’ipotesi di secessione da Sarajevo. Lo stesso Radmanovic ha chiarito che non intenderà accrescere i poteri del governo federale a spese della Republika Srpska.

L’Esponente mussulmano della Presidenza Federale è Bakir Izetbegovic, figlio di Alija, Capo di Stato nel periodo bellico. Anche per il leader del Partito dell’Azione Democratica è stata una vittoria di misura: solo 15 mila voti gli hanno permesso di avere la meglio del principale rivale, Fahrudin Radoncic, e dell’uscente Haris Silajdzic. Cruciale per la vittoria del conservatore, la promessa del superamento delle differenze tra le numerose etnie del Paese.

Maggiormente netta, invece, la riconferma del triumviro croato, Zeljko Kosmic, con il 58% dei consensi. Su di essi, la polemica degli avversari, che hanno accusato il socialdemocratico di avere vinto col supporto di voti mussulmani, e non croati.

La speranza euro atlantica in un Paese che soffre

Il triumviro croato della Bosnia, il socialdemocratico Zeljko Komsic

Una polemica che ben rende la situazione della Bosnia, Paese diviso sul piano etnico e religioso, reduce da una guerra civile nella quale a perdere la vita sono stati in 100 mila.

Dopo cinque elezioni, oggi Sarajevo cerca di approntare riforme politiche ed economiche, e di superare i conflitti interni alle varie componenti del Paese. Prerogative da cui dipende il futuro ingresso nella NATO e l’integrazione nell’Unione Europea.

Matteo Cazzulani

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