LA VOCE ARANCIONE. Il Blog di Matteo Cazzulani

UCRAINA: YANUKOVYCH CONTINUA A PICCHIARE ANCHE I GIORNALISTI

Posted in Ukraina by matteocazzulani on December 2, 2013

Le forze speciali di polizia Berkut, alle dirette dipendenza del Presidente ucraino, picchiano il corrispondente polacco Pawel Pieniazek pur consapevoli della sua professione testimoniata dal badge in evidenza sui vestiti del cittadino UE. Come confermato da più fonti, il Regime ucraino infiltra nella protesta provocatori per discreditare i dimostranti agli occhi dell’Opinione Pubblica mondiale e legittimare la repressione

Si dice che una Rivoluzione la si riconosce quando la polizia interviene sulla folla, mentre un regime reazionario si distingue quando ad essere picchiati sono anche i giornalisti. Nella giornata di Domenica, Primo di Dicembre, il corrispondente della testata polacca Krytyka Polityczna, Pawel Pieniazek, è stato aggredito dalle forze speciali di polizia Berkut schierate dal Presidente ucraino, Viktor Yanukovych, per reprimere le manifestazioni di un milione di dimostranti a Kyiv in supporto dell’integrazione dell’Ucraina nell’Unione Europea.

Come riportato da Gazeta Wyborcza, il giornalista polacco, soccorso da una collega della TV ucraina e da un’ambulanza, è stato malmenato perché intento ad osservare uno dei tanti scontri tra i Berkut e i dimostranti avvenuti nella giornata di Domenica.

“Ho mostrato il badge da giornalista, ma non c’è stata possibilità alcuna di fermare l’aggressione delle forze speciali di polizia -ha dichiarato il corrispondente- Ho ricevuto manganellate forti, sopratutto dietro alla testa”.

I Berkut, famosi per le aggressioni violente attuate per terrorizzare i manifestanti, senza distinguere l’obiettivo che si colpisce, sono forze speciali di polizia -paragonabili agli OMON russi- alla diretta dipendenza del Presidente Yanukovych.

Le forze speciali di polizia sono in azione da venerdì, 29 Agosto, quando più di cento tra manifestanti e giornalisti sono stati picchiati, arrestati e rinchiusi in commissariato per avere preso parte alle proteste dovute alla mancata firma da parte del Presidente Yanukovych dell’Accordo di Associazione con l’UE: documento che avrebbe integrato l’economia ucraina nel mercato unico europeo.

Oltre all’opposizione all’integrazione dell’Ucraina in Europa, la reazione dei Berkut è motivata dalle azioni violenti di provocatori mascherati che, come confermato dalla deputata del Partito delle Regioni del Presidente Yanukovych, Inna Bohoslovska, sono ingaggiati dall’Amministrazione Presidenziale ucraina e da quella del Presidente russo, Vladimir Putin, tra ultras di calcio e giovani studenti dell’Accademia di Polizia per discreditare la protesta agli occhi dell’Opinione Pubblica e legittimare la repressione.

Infatti, Putin ha tutto l’interesse a presentare la protesta in supporto all’Europa degli ucraini come violenta, come hanno fatto i principali media russi -spesso citati con leggerezza dagli organi di stampa italiani- perché vuole inglobare l’Ucraina nell’Unione Doganale Eurasiatica: progetto di integrazione sovranazionale concepito per estendere l’egemonia di Mosca nello spazio ex-sovietico ed eliminare l’UE dalla competizione internazionale.

L’UE a fianco dei manifestanti

Differente è stata la reazione dell’UE, che ha sostenuto convintamente i manifestanti, come dimostrato dalla presenza durante le manifestazioni di Domenica del Vicepresidente del Parlamento Europeo, Jacek Protaszewicz.

Importanti sono anche le prese di posizione del Presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso, del Presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy, e del Presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz, che hanno dichiarato la volontà di tenere aperta la porta per l’ingresso dell’Ucraina in UE nonostante la rinuncia unilaterale del Presidente Yanukovych.

Ad attivarsi è stata anche la Polonia, in cui il Presidente, Bronislaw Komorowski, ha convocato una seduta urgente del Comitato per la Sicurezza e la Difesa Nazionale dopo che il Premier, Donald Tusk, ha intrattenuto colloqui urgenti sull’Ucraina con il Ministro degli Esteri, Radoslaw Sikorski, e con quello della Difesa, Tomasz Siemoniak.

Matteo Cazzulani