LA VOCE ARANCIONE. Il Blog di Matteo Cazzulani

SAAKASHVILI IN AZERBAJDZHAN: “L’UNIONE EURASIATICA E’ COME L’URSS”

Posted in Georgia by matteocazzulani on March 9, 2012

Durante l’exposé presso il Parlamento azero, il Presidente georgiano invita i Paesi del Caucaso e quelli un tempo appartenenti all’Unione Sovietica a fare fronte comune per contrastare i piani egemonici della Russia monopolista: intenzionata a ripristinare un suo impero nell’area

Il presidente georgiano, Mikheil Saakashvili

“Per la Russia sarebbe meglio avere vicini forti anziché vassalli ostili”. Così è stato comunicato dal Presidente georgiano, Mikheil Saakashvili, nel corso di un exposé presso il Parlamento azero: un’occasione, avvenuta martedì, 7 Marzo, per rinsaldare i rapporti tra Georgia e e Baku in una solida alleanza che, come illustrato da entrambe le parti, va oltre la partnership strategica.

Saakashvili ha espresso il proprio timore nei confronti della ricostituzione di una nuova URSS per mezzo dell’Unione Eurasiatica: progetto di integrazione economico-politica – concepito a immagine e somiglianza di CEE e Unione Europea – voluto da Mosca per estendere la propria egemonia sui Paesi un tempo appartenenti all’Unione Sovietica.

Un disegno che certifica la reale natura della Russia, la quale, dopo l’esperienza sovietica e, prima ancora, quella zarista, sembra non avere rinunciato a una tentazione imperiale che caratterizza di continuo la sua storia.

Inoltre, la recente rielezione di Vladimir Putin alla Presidenza della Federazione Russa ha ridato slancio a quest’iniziativa, in quanto è proprio la guida del Cremlino l’ideatore, e il principale sponsor, di un progetto a cui già hanno aderito Kazakhstan, Bielorussia e Kyrgyzstan.

“A Mosca, una nuova-vecchia idea è stata avanzata da politici nostalgici – ha dichiarato Saakashvili, come riportato dall’autorevole Civil Georgia – Non cadiamo in errore: cambia di poco il nome, ma la sostanza è la medesima. La dottrina della sovranità limitata, e dell’influenza russa su quello che ritiene essere il suo spazio vitale, si rifà direttamente all’Unione delle Repubbliche Socialiste, e alla fraseologia imperialista dell’epoca zarista”.

Per arginare il dilagare della Russia imperiale, Saakashvili ha proposto l’unità di azione da parte di quei Paesi che Mosca ritiene appartenere alla propria sfera di influenza: Ucraina, Moldova e, per l’appunto, gli Stati del Caucaso.

Per questa ragione, il Presidente georgiano ha ritenuto forti rapporti con l’Azerbajdzhan un aspetto di prima importanza per la politica estera di Tbilisi che, come ha ribadito, mantiene come primo obiettivo l’integrazione nella NATO e nell’Unione Europea.

“La Guerra Fredda è finita, e chi ritiene l’espansione a est della NATO un pericolo si sbaglia – ha evidenziato Saakashvili – Noi non siamo anti-russi, ma sogniamo un futuro di pace e cooperazione con una Russia finalmente democratica, rispettosa dei diritti politici al suo interno e, sopratutto, del diritto di autodeterminazione delle nazioni ad essa vicine”.

Come riportato sempre da Civil Georgia, le buone intenzioni di Saakashvili sarebbero state dimostrate dalla recente decisione del Presidente georgiano di abolire il regime dei visti per i russi che intendono recarsi a Tbilisi per meno di 90 giorni.

Un atto che, tuttavia, non ha avuto una risposta complementare da parte di Mosca: nel corso di una conferenza stampa, Vladimir Putin ha sottolineato come i rapporti con la Georgia non saranno ripristinati fino a quando a Tbilisi non si registreranno determinato cambiamenti politici interni.

Le relazioni tra Georgia e Russia restano al punto buio raggiunto nell’Agosto 2008. Allora, l’esercito russo ha infranto l’integrità territoriale della Georgia e, dopo una guerra lampo di sette giorni, ha iniziato un’occupazione delle regioni georgiane di Abkhazija e Ossezia del Sud che, nonostante i proclami della Comunità Internazionale, dura ancora oggi.

Il Caucaso è importante per l’Europa e la sicurezza nazionale dei Paesi UE

Spesso trattare questioni legate all’area dell’ex-Unione Sovietica sembra essere un’opera di pura descrizione di quanto accade in Paesi esotici, ma non è così. Per l’Europa, il Caucaso ha un’importanza fondamentale, in quanto è proprio da Azerbajdzhan e Georgia che è previsto il transito di gas diretto in Occidente.

Questo piano da tempo è stato studiato dalla Commissione Europea per diminuire la dipendenza dell’UE dalle forniture energetiche della Russia. Tuttavia, oltre che dai russi stessi, è contrastato anche da alleati di ferro in seno al Vecchio Continente, come Germania e Francia.

Mosca, intenzionata a ripresentarsi al mondo come superpotenza planetaria, ha tutto l’interesse a mantenere il monopolio delle forniture di gas sull’Europa e, per questa ragione, ostacola ogni iniziativa autonoma di Bruxelles, con mezzi più o meno leciti.

Oltre alla già descritta guerra contro la Georgia, esempio della strategia della Russia sono la campagna acquisti che il monopolista russo, Gazprom, sta compiendo in Unione Europea per allungare cronologicamente la dipendenza delle principali compagnie UE al rubinetto del Cremlino, così come quella per rilevare la gestione totale o parziale dei gasdotti del Vecchio Continente: attuata con successo in Germania, Francia, Slovenia, Slovacchia e Austria.

Per un’Europa davvero indipendente, sia energicamente che politicamente, è interesse degli europei tutti non solo interessarsi di quello che avviene nel Caucaso, ma anche, e sopratutto, sostenere le ambizioni euro-atlantiche della Georgia, e integrare questo Paese quanto prima nell’UE e nella NATO.

Una decisione che consentirebbe nell’immediato la messa al sicuro della tratta per i rifornimenti energetici autonomi dal Cremlino e, nel contempo, impedirebbe il ricostituirsi della Russia in un Impero, e il declassamento del Vecchio Continente alla periferia dell’economia mondiale ad esso legato.

Per questa ragione, oltre a Tbilisi, l’Europa avrebbe tutto l’interesse a integrare seduta stante anche Ucraina, Moldova e Turchia: Paesi europei per cultura e tradizione – con meno evidenza per quanto riguarda Ankara – finora esclusi dalla Comunità politica del Vecchio Continente a causa del timore dimostrato dai vertici UE di irritare una Russia dall’imperialismo mai sopito.

Matteo Cazzulani

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