LA VOCE ARANCIONE. Il Blog di Matteo Cazzulani

LA RUSSIA AD UN SOFFIO DAL WTO

Posted in Russia by matteocazzulani on November 5, 2011

Mosca e Tbilisi accettano la proposta svizzera di un monitoraggio internazionale delle merci nelle regioni strappate alla Georgia nell’agosto 2008 dall’aggressione militare russa. Dazi contro i prodotti europei ed americani e regolamentazione dell’Unione Doganale russo-bielorusso-kazaka i nodi da scioglere per l’ingresso del Cremlino nell’Organizzazione Mondiale del Commercio. La Georgia compensata dalla rinuncia al veto con la promessa dell’ingresso nella NATO

Il primo ministro russo, Vladimir Putin

Tanti forse e punti in sospeso, ma l’ingresso della Russia nell’Organizzazione Mondiale del Commercio sembra ormai cosa fatta. Ne è convinto il Vice Ministro degli Esteri, Sergej Rjabkov, che, all’autorevole Radio Liberty, ha comunicato il via libera di Mosca al compromesso raggiunto con la Georgia, il cui veto – unico ostacolo all’ingresso della Federazione Russia nel WTO – sarà così presto evitato.

A risolvere una controversia di quasi quattro anni è stata la mediazione della Svizzera, che, chiamata dalla Comunità Internazionale, è riuscita a sbloccare l’impasse con la proposta di un monitoraggio internazionale ed indipendente del traffico commerciale in Ossezia del Sud ed Abkhazija: regioni georgiane rivendicate da Tbilisi, ma, dall’aggressione militare dell’Agosto 2008, occupate dell’esercito della Russia, che, assieme a pochi altri Stati nel Mondo – Bielorussia, Venezuela, Nicaragua, ed atolli di Nauru, Tuvalu, e Vanatu – ne ha riconosciuto l’Indipendenza.

Una soluzione che sembra avere messo d’accordo tutte le parti – anche USA ed Unione Europea, favorevoli alla conclusione delle trattative – ma restano ancora molti interrogativi e passaggi istituzionali che potrebbero rallentare l’ingresso di Mosca nel WTO. In primo luogo, l’abbattimento di ogni misura protezionistica che la Russia ancora impone sui prodotti europei ed americani: una questione da risolvere prima dell’ammissione del Cremlino nell’Organizzazione Mondiale del Commercio, sui cui soprattuto gli USA sono ben attenti.

Proprio il Congresso americano è chiamato alla cancellazione dell’emendamento Jackson-Vanika che finora ha vietato all’Unione Sovietica, e poi alla Russia, clausole di alto privilegio nei rapporti commerciali: qualora a Mosca la questione delle limitazioni dei prodotti d’Oltreoceano non sarà regolata, maggioranza repubblicana e larghe frange dei democratici non appoggeranno l’iniziativa altresì fortemente voluta dal Presidente, Barack Obama, strenuo sostenitore dell’ingresso dei russi nel WTO.

Altro nodo da sciogliere è l’Unione Doganale russo-bielorusso-kazaka: una vera e propria CEE post-sovietica, ideata dal Primo Ministro russo – e prossimo Presidente, Vladimir Putin, per mezzo della quale la Russia ha iniziato a rafforzare la propria egemonia sull’ex-URSS, abbattendo le frontiere con Bielorussia e Kazakhstan, e programmando il varo di istituzioni comuni anche a livello politico, a cui dovrebbero aderire nel breve termine Kyrgyzstan – in cui il candidato filo russo ha di recente vinto le elezioni presidenziali – ed Ucraina – in cui il Capo di Stato, Viktor Janukovych, è stato autore di pesanti concessioni economico-energetiche a Mosca, pur mantenendo aperta la strada per la firma di un Accordo di Associazione con l’UE che, se firmato, sottrarrebbe un Paese, europeo per storia, cultura, e tradizione, all’influenza del Cremlino. Le regole WTO impediscono a qualsiasi Stato membro la partecipazione a simili organizzazioni con Paesi non-OMC, ma la Russia ha già dichiarato l’intenzione di riformare il regolamento interno dell’Unione Doganale, uniformandolo in toto agli standard internazionali.

Inoltre, le Autorità bielorusse hanno rinnovato la propria candidatura al sistema di commercio mondiale, e promesso il varo in tempo record di una serie di protocolli separati con i singoli Paesi WTO, per limare il più possibile ogni possibile incongruenza causata dalla partecipazione di Minsk all’Unione Doganale. Facile aspettarsi simili dichiarazioni di intenti anche da parte del Kazakhstan, interessato all’ingresso dei Russi nel sistema del commercio mondiale.

La Georgia nella NATO come contropartita alla rinuncia del veto

Progetti di non facile realizzazione, che potrebbero intralciare un cammino dato per certo. Poca chiarezza resta anche sulla contropartita che la Georgia avrebbe ricevuto per rinunciare ad un veto strenuamente utilizzato come unico mezzo per riottenere regioni strappatele con la forza dal Cremlino: difatti, il monitoraggio internazionale non è sufficiente per riottenere Abkhazija ed Ossezia del Sud, in cui i soldati russi continueranno a stazionare senza alcun divieto da parte della comunità internazionale.

Nella giornata di giovedì, 27 Ottobre, il Ministro georgiano per l’Integrazione Europea, Giorgi Baramidze, ha ottenuto la promessa di una road map per la futura certa integrazione di Tbilisi nella NATO, da concordare nei prossimi summit con il Segretario Generale, Anders Fogh-Rasmussen – atteso a breve a colloquio con il Presidente della Georgia, Mikheil Saakashvili – e varare al prossimo summit dell’Alleanza Atlantica di Chicago. Lecito ricordare che proprio sull’ingresso di Tbilisi nelle strutture occidentali ha fortemente pesato l’opposizione russa: un vero e proprio veto psicologico che, coadiuvato dal ricatto energetico-militare, ha spinto nel 2008 i Paesi dell’Ovest dell’Europa a congelare l’integrazione di Georgia ed Ucraina nella NATO e nell’Unione Europea.

Secondo diversi esperti, la riapertura del cammino verso Bruxelles – e la promessa di un approdo certo e garantito laddove la Georgia merita di stare – sarebbe la ricompensa che ha convinto Tbilisi a togliere il veto sull’ingresso russo nel WTO, e, de facto, rinunciare alla ripresa del controllo su regioni strappatele da una violazione dell’integrità territoriale su cui un’Occidente intimorito dal Cremlino non ha osato esprimersi con una forte condanna.

Matteo Cazzulani

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