ACCORDO BRITISH PETROLEUM-ROSNEFT ARRESTATO DALLA CORTE
Il Tribunale di Londra sospende l’alleanza. Accolto il ricorso del consorzio AAR, che ha accusato i soci della multinazionale britannica di mancato rispetto dei contratti in essere. Russi ed inglesi comunque fiduciosi
Una vittoria temporanea. Nella giornata di mercoledì, 2 Febbraio, la Corte di Londra ha sospeso l’accordo tra la multinazionale Britush Petroleum e Rosneft.
Una richiesta presentata dal consosrzio AAR — Alfa, Access Industriers e Renova — che ha ritenuto contrario alle clausole contrattuali il patto di ferro tra la multinazionale britannica ed il colosso russo.
Nello specifico, AAR, socia di BP nel progetto TNK-BP, ha contestato la mancata ricevuta comunicazione a riguardo, obbligatoria, in caso di accordo con parti terze.
Soddisfatto il consorzio, che, per voce del suo Addetto Stampa, Sten Polovets, ha rilevato come la sentenza abbia confermato la totale scorrettezza dell’alleanza russo-britannica.
Lo sposalizio s’ha da fare
Di diverso avviso, Rosneft, comunque fiduciosa nel ripristino della partnership con BP, dal momento in cui il verdetto della Corte londinese ha validità solamente per qualche settimana.
“Siamo ottimisti — riporta una nota, diffusa dalla Reuters — la decisione del Giudice non può influire sulla nostra strategia”.
Sulla medesima frequenza, il Capo di BP, Robert Dalli, che spera ancora di ricucire con i partner delusi. Già lo scorso martedì, Primo di Febbraio, ha cercato la mediazione, e proposto, invano, ad AAR un coinvolgimento nell’operazione.
Concordi sulla conferma, e sul successivo consolidamento dell’alleanza russo-britannica, anche molti esperti. Troppi gli interessi garantiti dall’accordo.
Lo scorso 16 Gennaio, BR ha ceduto il 5% delle sue azioni a Rosneft, in cambio dell’aumento della sua partecipazione nel colosso russo dall’1,3% attuale, al 10,8%.
Inoltre, la multinazionale ha aperto al nuovo partner l’accesso a svaraiti giacimenti, dall’Africa all’America, fino ad Asia, e Polo Nord.
Ad appogiare l’operazione, i Primi Ministri dei due Paesi, Vladimir Putin e David Cameron.
In prima fila, nel caldeggiare un’alleanza, destinata a mutare gli equilibri della geopolitica energetica mondiale.
Matteo Cazzulani
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