LA VOCE ARANCIONE. Il Blog di Matteo Cazzulani

LA OMV RILEVA LA COMPARTECIPAZIONE DELLA RWE NEL NABUCCO

Posted in Guerra del gas by matteocazzulani on April 15, 2013

La compagnia austriaca raddoppia la presenza in un gasdotto progettato per diversificare le fonti di approvvigionamento dell’UE. L’importanza della conduttura dalla verdiana denominazione per la sicurezza energetica dell’Europa

Il gasdotto dalla verdiana denominazione parla più austriaco e meno tedesco. Nella giornata di Domenica, 14 Aprile, la compagnia tedesca OMV ha rilevato le quote di compartecipazione della tedesca RWE dal Nabucco.

Prima della RWE, anche la compagnia ungherese MOL ha abbandonato il Nabucco in seguito alla decisione dell’Ungheria di sostenere la politica energetica della Russia

Come riportato da Natural Gas Europe, con il rilevamento delle quote della RWE la OMV ha raddoppiato la sua presenza nel gasdotto dalla verdiana denominazione.

Oltre al raddoppio della quota della compagnia tedesca, la rinuncia della RWE, motivata dalla necessità di fare cassa dopo che il Governo tedesco ha abbandonato il nucleare, e stata compensata dall’offerta del 50% del Nabucco al colosso azero SOCAR, a quello britanno British Petroleum, a quello norvegese Statoil e alla compagnia francese Total.

Questi enti sono i gestori del giacimento Shakh Deniz, in Azerbaijan da cui il Nabucco è previsto debba trasportare 30 Miliardi di metri cubi di gas all’anno in Austria attraverso Bulgaria, Romania ed Ungheria.

Il Nabucco, sostenuto politicamente da Austria, Polonia, Slovacchia, Romania e Bulgaria, è compartecipato, oltre che dalla OMV, dalla compagnia romena Transgaz, dalla bulgara BEH, e dalla ungherese MVV.

Oltre al Nabucco, la Commissione Europea ha incentivato la realizzazione del Gasdotto Trans Adriatico -TAP- per veicolare in Italia 21 Miliardi di metri cubi di gas all’anno dell’Azerbaijan dal confine tra Grecia e Turchia attraverso l’Albania.

Mosca contro la politica energetica dell’Unione Europea

Nabucco e TAP sono concepiti per diversificare le forniture di gas dell’UE dal quasi monopolio di Russia ed Algeria, che copre l’80% circa del fabbisogno dell’Europa di oro blu.

Per bloccare Nabucco e TAP, Mosca ha progettato il Southstream: gasdotto concepito per veicolare in Austria 63 Miliardi di metri cubi di gas russo dalle coste meridionali della Russia attraverso il fondale del Mar Nero, Bulgaria, Serbia, Ungheria, Slovenia ed Italia.

Nonostante l’opposizione della Commissione Europea, il Southstream, compartecipato dal monopolista statale russo Gazprom, dal colosso italiano ENI, dalla compagnia tedesca Wintershall e dalla francese EDF, è sostenuto politicamente, oltre che dalla Russia, anche da Serbia, Ungheria, Slovenia e Bulgaria.

Matteo Cazzulani

GAS: SOCAR, BRITISH PETROLEUM E TOTAL CON UN PIEDE NELLA TAP

Posted in Guerra del gas by matteocazzulani on January 23, 2013

Gli enti investitori del giacimento Shakh Deniz ottengono un’opzione per il 50% delle azioni del Gasdotto Trans Adriatico. Si rafforza la posizione di un’infrastruttura fondamentale per la sicurezza energetica dell’Italia

L'itinerario della TAP

L’itinerario della TAP

Si allarga e si rafforza la platea degli investitori che vuole puntare sull’Italia per rifornire l’Unione Europea di gas proveniente dall’Azerbaijan. Nella giornata di martedì, 22 Gennaio, il consorzio deputato alla realizzazione del Gasdotto Trans Adriatico – TAP – ha firmato un accordo per la cessione del 50% delle azioni della conduttura agli enti investitori del giacimento azero Shakh Deniz: il colosso azero SOCAR, quello britannico British Petroleum, e la compagnia francese Total.

Come riportato da una nota della TAP, l’accordo prevede il riconoscimento da parte del consorzio del Gasdotto Trans Adriatico di una clausola che SOCAR, British Petroleum e Total possono esercitare nel futuro, secondo tempistiche e modi a loro discrezione.

Il Capo del consorzio TAP, Kjetl Tungland ha commentato l’accordo come un ulteriore passo in avanti per la realizzazione del Gasdotto Trans Adriatico, poiché ne è uscita rafforzata la cooperazione con gli enti investitori del giacimento Shakh Deniz, da cui proverrà il gas trasportato in Europa dalla conduttura.

La TAP è un’infrastruttura concepita per trasportare 21 Miliardi di metri cubi di gas dall’Azerbaijan dal confine tra Turchia e Grecia fino in Italia attraverso l’Albania.

Compartecipato dal colosso norvegese Statoil, dalla compagnia svizzera AXPO, e da quella tedesca E.On, il Gasdotto Trans Adriatico è sostenuto politicamente dai Governi di Italia, Grecia, Albania e Svizzera.

Per l’Italia, la TAP rappresenta un’infrastruttura di interesse nazionale. Il Gasdotto Trans Adriatico rende infatti l’Italia l’hub in Europa per la distribuzione del gas proveniente dall’Azerbaijan, favorisce la diversificazione delle forniture di energia per l’economia italiana – con un evidente ribasso della bolletta per industrie e privati cittadini – e crea posti di lavoro in un Paese particolarmente colpito dalla crisi economica e sociale.

La TAP rappresenta un’infrastruttura di interesse strategico anche per l’Unione Europea, in quanto aiuta a diversificare le forniture di gas e a diminuire la dipendenza dalla Russia, che ad oggi, con le sue esportazioni, copre il 40% del fabbisogno dell’Europa.

Particolare interesse nella realizzazione dell’accordo proviene anche dall’Azerbaijan, che vede nell’Europa un mercato importante ove collocare le esportazioni di gas.

Il GasdottoTrans Adriatico rappresenta infatti l’ultimo tratto del tragitto per il trasporto in Europa Occidentale del carburante azero, che, una volta estratto dal giacimento Shakh Deniz, passa dall’Azerbaijan alla Turchia attraverso la Georgia tramite il Gasdotto del Caucaso Sud Est, ed attraversa tutto il territorio turco per mezzo del Gasdotto Trans Anatolico – TANAP.

Anche il Nabucco offre la metà delle azioni agli investitori del giacimento Shakh Deniz

A concorrere con la TAP per il trasporto del gas dell’Azerbaijan è il Nabucco: gasdotto sostenuto da Commissione Europea, Austria, Romania, Bulgaria, Polonia e Turchia per veicolare 30 Miliardi di metri cubi di gas all’anno dalla regione turca occidentale fino al terminale austriaco di Baumgarten attraverso il territorio bulgaro, romeno ed ungherese.

Così come fatto dal consorzio del Gasdotto Trans Adriatico, venerdì, 18 Gennaio, anche il Nabucco ha garantito agli enti investitori del giacimento Shakh Deniz l’opzione per rilevare il 50% delle azioni dell’infrastruttura, ad oggi possedute dalla compagnia austriaca OMV, dalla romena Transgaz, e dalla bulgara BEH.

Come dichiarato dal Direttore Generale del Nabucco, Reinhard Mitschek, l’eventuale ingresso tra gli azionisti del Nabucco di SOCAR, British Petroleum e Total consente di compensare la fuoriuscita dal consorzio deputato alla realizzazione del gasdotto dalla verdiana denominazione della compagnia ungherese MOL e di quella tedesca RWE.

Matteo Cazzulani

GAS: LA CROAZIA SCEGLIE IL SOUTHSTREAM

Posted in Guerra del gas by matteocazzulani on January 18, 2013

Il Governo croato firma un accordo con il monopolista statale russo del gas, Gazprom, per la costruzione di una diramazione del Gasdotto Ortodosso. La scelta di Zagabria mette a serio repentaglio i disegni di indipendenza energetica approntati dall’UE

Il percorso del Nabucco in viola e del Southstream in giallo

Il percorso del Nabucco in viola e del Southstream in giallo

L’espansione in Europa del monopolista russo del gas, Gazprom, coinvolge un altro Paese che, dopo la Serbia, in Unione Europea ci deve ancora entrare. Giovedì, 17 Gennaio, Gazprom ha concordato con la compagnia energetica croata Plinacro la costruzione in Croazia di un ramo del Southstream di 100 chilometri di lunghezza, dalla portata di 2,7 Miliardi di metri cubi di gas all’anno.

Noto anche come Gasdotto Ortodosso, il Southstream è un progetto concepito per rifornire l’Europa di 63 Miliardi di metri cubi di gas, collegando la Russia al terminale di Baumgarten, in Austria, tramite Bulgaria, Serbia, Ungheria, Slovenia e Italia.

Come riportato da Gazeta Wyborcza, la costruzione della diramazione del Southstream in Croazia è dovuta alla nuova politica energetica di Zagabria: sia il Governo socialista-liberale, che il Presidente, Ivo Josipovic – anch’egli un esponente socialdemocratico – sostengono infatti relazioni più strette con la Russia.

Una dimostrazione dell’attenzione prestata dalle Autorità croate a Mosca la si è avuta nel Novembre 2012, quando Zagabria ha proposto invano a Gazprom di includere la Croazia al posto dell’Ungheria nella lista dei Paesi di transito della tratta principale del Southstream in Europa Centrale.

Differente è stata la politica energetica di Zagabria nel periodo precedente alle Elezioni Parlamentari del 2011, quando il Governo dell’Unione Democratica Croata, guidato dall’ex-Primo Ministro, Jadranka Kosor, per garantire alla Croazia una considerevole indipendenza energetica ha limitato la quantità di oro blu importata dalla Russia a 1,2 miliardi di metri cubi all’anno ed ha firmato importanti contratti per le forniture di gas con il colosso italiano ENI e la compagnia ungherese MOL.

La costruzione del ramo del Southstream in Croazia aumenta la presenza della Russia nel mercato energetico di un altro dei Paesi della Penisola Balcanica prossimo all’ingresso nell’UE.

Mosca – che si avvale del gas per realizzare lo scopo politico di impedire il costituirsi di un’Europa unita, anche sul piano energetico – detiene il controllo delle forniture di oro blu di tutti i Paesi membri dell’UE, è forte del sostegno politico di Francia, Germania, Belgio, Ungheria e Slovenia, ed è saldamente presente nei mercati energetici tedesco, sloveno, di quello della Serbia e della Repubblica Ceca.

Zagabria mette a rischio la realizzazione del Corridoio Nord-Sud

In particolare, la scelta di campo filorussa della Croazia – avvenuta a pochi mesi dall’ingresso ufficiale di Zagabria nell’UE – ha notevoli ripercussioni per quanto riguarda la sicurezza energetica dell’Unione Europea e, più nello specifico, la realizzazione del Corridoio Nord-Sud.

Quest’infrastruttura è un fascio di gasdotti progettato dalla Commissione Europea per veicolare in Europa Centrale gas liquefatto proveniente da Qatar, Norvegia e Stati Uniti d’America importato tramite i rigassificatori di Swinoujscie, in Polonia, e di quello dell’isola croata di Krk.

A mettere a serio repentaglio la realizzazione del Corridoio Nord Sud – che ha lo scopo di diminuire la dipendenza dell’UE dalle forniture di oro blu della Russia, che ad oggi soddisfano il 40% del fabbisogno totale dell’Europa di gas – è stata anche la recente evoluzione della Repubblica Ceca da Paese chiave per il progetto UE ad importante Stato di transito del gas russo in Europa Centrale e Occidentale.

Con la costruzione del gasdotto GAZELLE, Praga smista verso Germania, Francia, Slovacchia, Polonia e Ungheria il gas che la Russia esporta in territorio tedesco tramite il Nordstream: infrastruttura realizzata da Gazprom sul fondale del Mar Baltico per rifornire l’Europa di 55 miliardi di metri cubi di or blu all’anno, e bypassare Paesi UE osteggiati dal Cremlino come Polonia e Stati Baltici.

Matteo Cazzulani

GAS: IL NABUCCO RECUPERA SULLA TAP

Posted in Guerra del gas by matteocazzulani on January 11, 2013

Gli azionisti del gasdotto dalla verdiana denominazione offrono la metà delle azioni della conduttura agli azionisti del giacimento Shakh Deniz. Ipotizzato anche un comune finanziamento se il Nabucco sarà preferito al Gasdotto Trans Adriatico

I percorsi di Nabucco e Southstream

I percorsi di Nabucco e Southstream

La metà delle azioni del gasdotto dalla verdiana denominazione se il consorzio deputato allo sfruttamento del giacimento Shakh Deniz preferirà il Nabucco al Gasdotto Trans Adriatico.

Nella giornata di giovedì, 10 Gennaio, gli enti azionisti del Nabucco e le compagnie impegnate nello sfruttamento del giacimento azero Shakh Deniz hanno raggiunto un accordo per il finanziamento della conduttura dalla verdiana denominazione.

Come riportato dalla Trend, al consorzio Shakh Deniz – composto dal colosso azero SOCAR, da quello britannico British Petroleum, da quello norvegese Statoil, e dalla compagnia francese Total – gli azionisti del Nabucco hanno offerto il 50% delle azioni del gasdotto.

Inoltre, l’accordo prevede il finanziamento congiunto del Nabucco se la conduttura dalla verdiana denominazione sarà scelta dal consorzio Shakh Deniz come la magistrale principale per l’esportazione in Unione Europea di 30 Miliardi di metri cubi di gas dall’Azerbaijan.

Il Nabucco è un progetto varato dalla Commissione Europea per diversificare le fonti di approvvigionamento di gas dell’UE e diminuire la dipendenza dalle forniture della Russia che, ad oggi, coprono il 40% del fabbisogno energetico dell’Europa.

Concepito per trasportare il gas estratto in Azerbaijan fino all’Austria partendo dalla Turchia Europea tramite Bulgaria, Romania ed Ungheria, il Nabucco è sostenuto economicamente dalla compagnia austriaca OMV, dall’ungherese MOL, dalla romena Transgaz, dalla bulgara BEH, e dalla tedesca RWE, ed è supportato politicamente dai Governi di Austria, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania, e Turchia.

Il testa a testa tra Nabucco e TAP

La firma dell’accordo con il consorzio Shakh Deniz ha consentito al Nabucco di colmare la distanza con il Gasdotto Trans Adriatico – TAP – che già dal Dicembre 2012 ha firmato un pre-accordo per la cessione di quote ed investimenti comuni con British Petroleum, Socar e Total.

La TAP è progettata per veicolare 21 miliardi di metri cubi di gas dell’Azerbaijan in Italia dal confine tra Turchia e Grecia attraverso l’Albania.

Supportata economicamente dalla Statoil, dalla compagnia svizzera Axpo, e da quella tedesca E.On, la TAP è sostenuta politicamente dai governi di Italia, Grecia ed Albania.

Se realizzata, la TAP permetterà all’Italia di affermarsi come il principale hub per la distribuzione del gas azero in UE, rafforzerà la posizione del Governo italiano nell’ambito internazionale, e permetterà la creazione di posti di lavoro in un Paese notevolmente colpito dalla crisi economica.

Una scelta tra il Nabucco e il Gasdotto Trans Adriatico da parte del consorzio Shakh Deniz per definire quale delle due condutture diventerà la principale magistrale per il trasporto in Europa del gas azero sarà decisiva per determinare la realizzazione di ambo i progetti.

Matteo Cazzulani

GAS: IL NABUCCO PERDE IL PARTNER DELLA GERMANIA

Posted in Guerra del gas by matteocazzulani on December 4, 2012

La compagnia tedesca RWE abbandona il gasdotto dalla verdiana denominazione per il lievitare dei costi e le incertezze sull’avvio della realizzazione. Si avvantaggia il progetto del Gasdotto Trans Adriatico per veicolare l’oro blu azero in Italia. 

I percorsi di Nabucco e Southstream

I percorsi di Nabucco e Southstream

I troppi costi e il prolungarsi delle operazioni di realizzazione hanno fatto che si i tedeschi abbiano abbandonato un progetto concepito per diversificare le forniture di gas dell’UE dalla Russia. Nella giornata di lunedì, 3 Dicembre, la compagnia energetica tedesca RWE ha dichiarato di voler abbandonare il consorzio deputato alla costruzione del Nabucco, e di vendere le sue azioni nel progetto alla compagnia austriaca OMV.

Come riportato da diversi media, tra cui il Financial Times, la ragione dell’abbandono della RWE è legata al lievitare dei costi e all’incertezza sulla data di avvio della costruzione dell’infrastruttura.

Il portale di informazione Natural Gas Europe ha evidenziato come la RWE non sia la prima compagnia ad avere espresso perplessità sul Nabucco. Nel Gennaio 2012, anche la compagnia ungherese MOL ha sollevato simili obiezioni ed ha minacciato l’uscita dal consorzio per la costruzione del gasdotto.

Il Nabucco è un gasdotto concepito per veicolare 30 Miliardi di metri cubi di gas all’anno proveniente da Azerbaijan e Turkmenistan dalla Turchia Occidentale all’Austria attraverso Bulgaria, Romania ed Ungheria.

Sul piano economico, il Nabucco è compartecipato alla pari dalla OMV, dalla MOL, dalla RWE, dalla compagnia romena Transgaz e dalla bulgara Bulgargaz. Dal punto di vista politico, il Nabucco è sostenuto dai governi di Austria, Ungheria, Romania, Bulgaria, Turchia, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia, e dalla Commissione Europea.

Proprio il Commissario UE all’Energia, Gunther Oettinger, alla Bloomberg ha dichiarato la necessità di importare il gas dall’Azerbaijan per diversificare le forniture di oro blu di cui l’Europa si serve per soddisfare il proprio fabbisogno di energia.

Ad oggi, il gas della Russia copre il 40% del bisogno totale dell’UE, e l’oro blu dell’Azerbaijan rappresenta una fonte di approvvigionamento supplementare e alternativa al monopolio di Mosca.

La crisi del Nabucco non significa automaticamente il fallimento dell’Europa sul piano energetico, né rappresenta una cattiva notizia per l’Italia. Per trasportare il gas azero in Europa, non è stato progettato solo il gasdotto dalla verdiana denominazione, ma anche il Gasdotto Trans Adriatico – TAP.

Concepita per trasportare 21 miliardi di metri cubi di gas azero dal confine tra Turchia e Grecia fino in Puglia, a Brindisi, attraverso l’Albania, la TAP garantirebbe all’Italia di diventare l’hub in Europa dell’oro blu proveniente dall’Azerbaijan, creando posti di lavoro e aumentando il prestigio del Belpaese nel Vecchio Continente.

Politicamente, il Gasdotto Trans Adriatico è supportato dai Governi di Italia, Grecia e Albania. Lunedì, 3 Dicembre, il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti, ha dichiarato che il Governo Monti profonderà tutti gli sforzi necessari affinché la TAP sia realizzata e consenta all’UE di approvvigionarsi di gas azero.

Sostenuta economicamente dal colosso norvegese Statoil, dalla compagnia svizzera EGL, e dalla compagnia tedesca E.On, la TAP ha ottenuto l’interessamento anche del colosso britannico British Petroleum e della seconda compagnia energetica italiana Enel.

Il Southstream e la minaccia russa

Diversamente dall’Enel, e dall’orientamento politico del Governo Monti, il colosso energetico italiano ENI sostiene il Southstream: gasdotto progettato dal monopolista statale russo del gas Gazprom, in partnership anche con la compagnia tedesca Wintershall e la compagnia francese EDF, per rifornire l’Europa Sud-Occidentale e Balcanica di 63 Miliardi di metri cubi di gas della Russia all’anno.

Il Southstream aumenta la dipendenza dell’Europa dalle forniture russe, evita la diversificazione degli approvvigionamenti di gas da parte dell’UE, e blocca la realizzazione di Nabucco e TAP.

Noto anche come Gasdotto Ortodosso, il Southstream è un progetto politico della Russia di Putin, che è stato appoggiato dai Governi i Germania e Francia e da quello italiano di Silvio Berlusconi nonostante l’opposizione della Commissione Europea.

Matteo Cazzulani

GAS: LA RUSSIA ALLA CONQUISTA DELLA TURCHIA

Posted in Guerra del gas by matteocazzulani on November 28, 2012

Il monopolista russo del gas, Gazprom, aumenta le forniture di oro blu per le compagnie private turche. Mosca cerca di minare la posizione assunta da Ankara in favore della politica energetica della Commissione Europea.

Il sistema energetico della Turchia

 

Se la politica prende un certo corso, meglio affidarsi ai privati Nella giornata di martedì, 27 Novembre, il monopolista russo del gas, Gazprom, ha firmato un importante accordo che aumenta le forniture di gas dalla Russia in Turchia.

Come riportato dalla Reuters, Gazprom ha varato un contratto trentennale per la vendita di 6 miliardi di metri cubi di gas all’anno con le compagnie private turche Akfel, Bosforus e Kibal, e di 23 anni con la Bati Hatti.

L’oro blu di Gazprom sarà inviato via terra tramite il Gasdotto Transbalcanico: infrastruttura, dalla portata complessiva di 14 Miliardi di metri cubi di gas, che passa attraverso Ucraina, Romania e Bulgaria, fino alla Turchia europea.

L’accordo tra il monopolista statale russo, controllato dal Cremlino, e le compagnie private turche rappresenta una precisa mossa strategica della Russia per aumentare la dipendenza della Turchia dalle forniture di Gazprom, già forti per via del gasdotto Blue Stream.

Quest’infrastruttura sottomarina, compartecipata da Gazprom, dal colosso italiano ENI, e dalla compagnia statale turca Botas, è stata costruita nel 2005 sul fondale del Mar Nero orientale per rifornire di 16 miliardi di metri cubi di gas russo la Penisola anatolica, e rende ancor oggi la Russia il primo fornitore di oro blu per la Turchia.

Il contratto tra Gazprom e le compagnie private turche permette inoltre alla Russia di porre un ultimatum alla Botas che, a causa di dispute sulle tariffe, dal 2011 non ha ancora rinnovato gli accordi per l’importazione di gas con il monopolista russo.

Il mantenimento di una Turchia fortemente dipendente dal gas russo ha per la Russia un obiettivo per più ampio dal punto di vista geopolitico.

Ankara è infatti un Paese cruciale per la realizzazione della politica di diversificazione delle forniture di gas all’Europa, approntato dalla Commissione Europea per diminuire la dipendenza dell’UE dalle forniture di Gazprom, che ad oggi coprono il 40% del fabbisogno continentale complessivo.

Dopo avere firmato con l’Azerbaijan un pre-accordo per l’importazione di 16 Miliardi di metri cubi di gas in Europa, la Commissione Europea ha varato il Corridoio Meridionale: fascio di gasdotti concepito per trasportare direttamente l’oro blu dal Bacino del Caspio nel Vecchio Continente.

Il ruolo della Turchia nel Corridoio Meridionale è di prim’ordine. Oltre che Paese di transito e di partenza delle tre condutture del Corridoio Meridionale, Ankara sostiene politicamente ed economicamente due dei gasdotti progettati per veicolare il gas azero in Europa.

Il Governo turco supporta il Gasdotto Transanatolico – TANAP: infrastruttura, compartecipata dal colosso azero SOCAR, da quello norvegese Statoil, da quello britannico British Petroleum, dalle compagnie turche Botas e TPAO, e dalla francese Total, che veicola il gas dell’Azerbaijan dal confine tra Turchia e Georgia alle coste occidentali del Paese.

Ankara appoggia inoltre ufficialmente il Nabucco: gasdotto, compartecipato dalla compagnia austriaca OMV, dall’ungherese MOL, dalla romena Transgaz, dalla bulgara Bulgargaz, e dalla tedesca RWE, concepito per veicolare il gas in Austria attraverso Turchia occidentale, Bulgaria, Romania ed Ungheria.

Infine, la Turchia guarda con interesse anche al Gasdotto Trans Adriatico – TAP – compartecipato da Statoil, dalla compagnia svizzera EGL e dalla tedesca E.On, concepito per veicolare il gas azero in Italia dal confine turco-greco attraverso Grecia ed Albania.

L’obiettivo della Russia è l’Europa

Una più forte dipendenza della Turchia dal gas della Russia potrebbe condizionare l’orientamento pro-europeo della politica energetica di Ankara, ed asservire totalmente il Governo turco ai piani di Mosca, che è contraria alla politica di diversificazione delle forniture di gas della Commissione Europea.

Del resto, un avvicinamento tra la Russia e la Turchia è già stato registrato con l’imprimatur dato da Ankara a Mosca per la costruzione nel acque territoriali turche del Southstream.

Questo gasdotto, compartecipato da Gazprom, ENI, dalla compagnia tedesca Wintershall e dalla francese EDF, è stato avviato dalla Russia per bloccare la realizzazione del Corridoio Meridionale, ed aumentare la dipendenza dell’Europa dalle forniture di Mosca.

Noto come Gasdotto Ortodosso, il Southstream è concepito per veicolare 63 miliardi di metri cubi di gas dalla Russia all’Austria attraverso il fondale del Mar Nero, Bulgaria, Serbia, Ungheria, Slovenia e Italia.

La Commissione Europea ha aspramente criticato il Southstream, in quanto esso mette a serio repentaglio l’indipendenza energetica UE e la sicurezza nazionale dei 27 Paesi membri.

Matteo Cazzulani

GAS: L’AZERBAIJAN PUNTA ALL’EUROPA

Posted in Guerra del gas by matteocazzulani on November 27, 2012

Il colosso energetico azero SOCAR dichiara riserve nazionali di gas pari a 6 trilioni di metri cubi. Baku da l’imprimatur alla costruzione del Gasdotto Transanatolico per l’invio di oro blu in Occidente 

Il percorso del Nabucco

Un serbatoio di gas che si apre all’Europa. Nella giornata di lunedì, 26 Novembre, il Capo del colosso energetico azero SOCAR, Khoshbakht Yusifzade, ha dichiarato che le riserve nazionali di gas e nafta dell’Azerbaijan ammontano rispettivamente a a 6 trilioni di metri cubi e 2550 Trilioni.

Come riportato dall’agenzia APA, il Capo della SOCAR ha comunicato anche l’intenzione di avviare un piano di investimenti orientato allo sfruttamento dei giacimenti energetici nazionali.

Inoltre, Yusifzade ha evidenziato l’importanza dello Shakh-Deniz: giacimento situato nel Mar Caspio, al largo di Baku, controllato dalla SOCAR, dal colosso britannico British Petroleum, dal colosso norvegese Statoil, dalla compagnia francese Total, dalla joint-venture russo-italiana LukAgip, e dalla compagnia turca TPAO, da cui giornalmente sono estratti 35 Milioni di metri cubi di gas.

Lo Shakh Deniz è particolarmente importante per l’Europa, dal momento in cui 16 Miliardi di gas all’anno del carburante estratto dal giacimento al largo di Baku sono destinati al Vecchio Continente grazie ad un pre-accordo sottoscritto tra la Commissione Europea e la SOCAR.

Per diminuire la dipendenza dell’UE dalle forniture della Russia – che ad oggi coprono il 40% del fabbisogno totale del Vecchio Continente – Bruxelles ha progettato la costruzione del Corridoio Meridionale: fascio di gasdotti concepito per veicolare gas dall’Azerbaijan direttamente in Europa, senza transitare, né dipendere da infrastrutture controllate dalla Russia.

Un passo in avanti in tale direzione è stato compiuto martedì, 20 Novembre, dal Parlamento azero con la ratifica di due trattati firmati con il governo turco che prevedono la costruzione del Gasdotto Transanatolico – TANAP.

Questa infrastruttura è concepita per trasportare il gas azero dal confine tra Georgia e Turchia alle coste occidentali turche, dove la TANAP si congiungerà con i gasdotti del Corridoio Meridionale UE.

Prevedendo un incremento della quantità di gas inviata in Occidente dall’Azerbaijan, la TANAP, compartecipata da SOCAR, Statoil, British Petroleum, Total, TPAO, e dalla compagnia turca Botas, avrà una capacità di 16 miliardi di metri cubi all’anno nel 2020, per poi passare a 30 miliardi di metri cubi nel 2026.

Due gasdotti per la diversificazione delle forniture di gas ell’Europa

Le infrastrutture del Corridoio Meridionale UE che veicoleranno il gas azero in Europa sono due.

Il Nabucco – compartecipato dalla compagnia austriaca OMV, dall’ungherese MOL, dalla romena Transgaz, dalla bulgara Bulgargaz, e dalla tedesca RWE, e sostenuto politicamente da Commissione Europea, Austria, Ungheria, Turchia, Bugaria, Romania, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia – veicolerà gas dalla Turchia in Austria attraverso Bulgaria, Romania ed Ungheria.

Il Gasdotto Trans Adriatico TAP – compartecipato dal colosso norvegese Statoil, dalla compagnia svizzera EGL e dalla tedesca E.On, e sostenuto politicamente dai Governi di Italia, Grecia ed Albania – è progettato per veicolare il gas dal confine turco-greco in Puglia attraverso l’Albania, rendendo la Penisola italiana il principale hub del gas azero in Europa.

Matteo Cazzulani

SOUTHSTREAM: IL GASDOTTO DI PUTIN E BERLUSCONI AL VIA DA SANT’AMBROGIO

Posted in Guerra del gas by matteocazzulani on November 14, 2012

Il Capo del monopolista russo, Gazprom, comunica l’avvio della costruzione dell’infrastruttura per il 7 Dicembre 2012. La Commissione Europea contraria alla realizzazione di un progetto destinare ad impedire all’Europa di diversificare le proprie forniture di gas

La famosa mitraglia d ell’ex-Premier italiano, Silvio Berlusconi, nei confronti di una giornalista durante una confrenza stampa con il Presidente della federazione Russa, Vladimir Putin

3600 chilometri di conduttura terrestre e sottomarina per mandare a monte l’indipendenza energetica europea, ed aumentare in maniera vertiginosa le forniture di gas provenienti dalla Russia. Nella giornata di martedì, 13 Dicembre, il Capo del monopolista statale russo Gazprom – ente posseduto per metà dal Cremlino – ha ufficialmente fissato per il 7 Dicembre 2012 il via alla costruzione del Southstream.

La notizia è stata data a margine della firma di un accordo tra Gazprom e la compagnia energetica slovena Plinovodi per la realizzazione di una sezione di 220 chilometri del Southstream in Slovenia. Un simile accordo è stato firmato alla fine di Ottobre con l’Ungheria, nel mese di Settembre con la Serbia e, nella giornata di giovedì, 15 Novembre, l’imprimatur alla costruzione del Southsream è attesa anche in Bulgaria.

A dare il via libera ufficiale alla realizzazione del gasdotto voluto da Gazprom è stato un incontro avvenuto lunedì, 12 Dicembre, tra Miller e l’Amministratore Delegato ENI, Paolo Scaroni. Come riportato da Natural Gas Europe, i due hanno stabilito l’avvio della costruzione del Southstream per il mese di Dicembre del 2012, ed hanno preventivato l’entrata in funzione della conduttura per il 2015.

Noto anche come Gasdotto Ortodosso, il Southstream è un progetto avvallato dalla Russia per aumentare la dipendenza dell’Europa dalle forniture di gas russe, ed impedire la realizzazione del piano di diversificazione delle forniture di oro blu per il Vecchio Continente approntato dalla Commissione Europea.

Lungo circa 3600 chilometri, il Southstream veicolerà 63 Miliardi di metri cubi di gas dalle coste russe sul mar nero al porto di Varna, in Bulgaria. Da qui, il Gasdotto Ortodosso risalirà fino a Treviso attraverso Macedonia, Serbia, Montenegro, Ungheria e Slovenia.

Oltre a Gazprom ed ENI, che possiedono rispettivamente il 50% e il 20% dell’infrastruttura, a compartecipare nel Southstream è anche la compagnia tedesca Wintershall e la francese EDF, entrambe con il 15%.

La genesi del Southstream è dovuta allo stretto legame politico tra il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, e l’ex-Premier italiano, Silvio Berlusconi. Nel 2009, Putin – allora Premier della Russia – e Berlusconi hanno concordato la costruzione di un gasdotto sottomarino per collegare direttamente la Russia all’Italia, e ridurre il numero dei Paesi di transito nell’invio dell’oro blu da Mosca a Roma.

Critiche al Souhtstream sono state sempre mosse dalla Commissione Europea, che ha considerato fin da subito il progetto di Putin e Berlusconi come finalizzato ad aumentare la dipendenza dell’Europa dal gas proveniente esclusivamente dalla Russia.

Il progetto della Commissione Europea

Per limitare le forniture da Mosca, che ad oggi coprono il 20% del fabbisogno totale UE – mentre in alcuni Paesi dell’Unione rappresentano più dell’80% – Bruxelles ha varato la costruzione del Corridoio Meridionale: un fascio di gasdotti deputati al trasporto diretto in Europa di gas estratto dall’Azerbaijan.

Tra le infrastrutture del Corridoio Meridionale dell’UE rientra il Nabucco, conduttura di 3893 chilometridi lunghezza concepita per trasportare un massimo di 30 Miliardi di metri cubi di gas azero dalla parte occidentale della Turchia in Austria attraverso Bulgaria, Romania ed Ungheria.

Compartecipato dalla compagnia austriaca OMV, dall’ungherese MOL, dalla tedesca RWE, dalla romena Transgaz, e dalla bulgara Bulgargaz, il Nabucco è sostenuto politicamente dalla Commissione Europea e dai Governi di Austria, Romania, Ungheria, Turchia e Bulgaria.

Altra importante infrastruttura del Corridoio Meridionale UE è il Gasdotto Transadriatico – TAP – concepito per trasportare 21 Miliardi di metri cubi di gas azero all’anno dal confine turco occidentale a Brindisi, in Puglia, attraverso il territorio greco e quello albanese.

Compartecipata dal colosso norvegese Statoil, dalla compagnia svizzera EGL, e dalla tedesca E.On, la TAP è supportata politicamente dai Governi di Grecia, Albania e Italia, dopo che il Governo tecnico di Mario Monti ha corretto il posizionamento in politica energetica del Belpaese, conferendo alla dimensione italiana una connotazione più europea e meno “nazional-egoistica”.

L’ultimo dei progetti del Corridoio Meridionale UE è il Gasdotto Transanatolico – TANAP – concepito per trasportare 31 Miliardi di metri cubi all’anno di gas dell’Azerbaijan dal confine turco-georgiano alle coste occidentali della Turchia.

Compartecipata dal colosso azero SOCAR, dalle compagnie turche Botas e TPAO, dal colosso britannico British Petroleum, da quello norvegese Statoil, e dalla compagnia francese Total, la TANAP è sostenuta politicamente dai Governi di Azerbaijan e Turchia.

Anche la Germania a favore del Corridoio Meridionale

A benedire il piano di diversificazione delle forniture di gas della Commissione Europea è la Germania, che ha sottolineato il ruolo fondamentale ricoperto dall’Azerbaijan per diminuire – e non rinunciare – alle forniture della Russia.

Lunedì, 12 Novembre, la rappresentante della presidenza tedesca per gli Affari di Politica Estera, Kornelia Piper, ha comunicato che Berlino ritiene la costruzione del Corridoio Meridionale un progetto di interesse strategico per l’interesse generale europeo ed anche quello nazionale tedesco.

Matteo Cazzulani

NABUCCO CONTRO SOUTHSTREAM: LA BULGARIA SCEGLIE L’EUROPA

Posted in Guerra del gas by matteocazzulani on November 12, 2012

Il gasdotto dalla verdiana denominazione, fondamentale per la diversificazione delle forniture di gas UE, in fase avanzata di realizzazione a Sofia. Il Presidente bulgaro ferma la costruzione del Gasdotto ortodosso voluto dai russi per mantenere l’Unione Europea dipendente dal Cremlino

I percorsi di Nabucco e Southstream

La prospettiva energetica della Bulgaria dice più Europa e meno Russia, ma la battaglia per la costruzione di gasdotti indispensabili per la collocazione geopolitica dell’Unione Europea nel mercato dl gas è appena all’inizio. Nella giornata di giovedì, 8 Novembre, il Ministero dell’Ambiente della Bulgaria ha ricevuto la documentazione necessaria per l’avvio dello studio di impatto ambientale del gasdotto Nabucco.

Come riportato da Natural Gas Europe, a dare la notizia è stato il top manager del progetto dalla verdiana denominazione, Reinhard Mitschek, che si è complimentato con Sofia per lo stato di avanzamento dei lavori di un’infrastruttura fondamentale per l’indipendenza energetica dell’UE.

Il Direttore gestionale della parte bulgara del Nabucco, Marii Kossev, ha aggiunto che il gasdotto dalla verdiana denominazione non solo permetterà a Sofia di diminuire la dipendenza dal gas russo, ma anche di creare posti di lavoro ed opportunità per battere la forte crisi economica.

Se il progetto dell’Europa ha avuto semaforo verde da Sofia, una frenata è stata data al Southstream: gasdotto voluto dalla Russia per aumentare la dipendenza del Vecchio Continente dalle forniture russe.

Come riportato dall’agenzia PAP, dopo la firma di un accordo di massima per la costruzione del Southstream in Bulgaria da parte del Premier bulgaro, Boyko Borysov, il Presidente, Rosen Plevneliyev, ha arrestato l’operazione per verifiche di carattere contrattuale.

Il Capo di Stato bulgaro ha rilevato l’assenza di chiarezza in merito alla quantità di gas fornito dal Southsream in Bulgaria e, sopratutto, un mancato accenno al prezzo per l’oro blu che la Russia intende imporre alla Bulgaria.

Secondo dati riportati dal portale di informazione wnp.pl, Sofia paga per il gas russo 472 Dollari per mille metri cubi di gas, mentre la costruzione del Southstream in Bulgaria è stimata attorno ai 3,3 Miliardi di Euro.

La guerra dei gasdotti europea

Il Nabucco è un gasdotto di 3893 chilometri di lunghezza progettato dalla Commissione Europea per veicolare 30 miliardi di metri cubi di gas dall’Azerbaijan direttamente in Europa nel terminale austriaco di Baumgartner attraverso Turchia, Bulgaria, Romania, Ungheria.

Lo scopo del Nabucco è quello di diminuire la dipendenza dell’Unione Europea dalle forniture di oro blu della Russia, attingendo direttamente dai giacimenti dell’Azerbaijan – con cui la Commissione Europea ha già firmato pre-accordi – per portare nel Vecchio Continente oro blu da una fonte di approvvigionamento differente dal quella russa e nordafricana.

Sostenuto politicamente dalla Commissione Europea, dai Governi austriaco, romeno, ungherese, turco e bulgaro, e dai Paesi del Gruppo di Vysehrad – Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia – il Nabucco è compartecipato dalla compagnia OMV (Austria) MOL (Ungheria) Transgaz (Romania) Bulgargaz (Bulgaria) ed RWE (Germania).

Il Southstream è un gasdotto progettato dalla Russia per 3600 chilometri dalle coste russe del Mar Nero fino al porto di Varna, in Bulgaria, per poi risalire i Balcani lungo Macedonia, Montenegro, Serbia, Ungheria, Slovenia e Italia.

Lo scopo del Southstream è quello di impedire alla Commissione Europea la realizzazione del piano di diversificazione delle forniture di gas, ed aumentare la dipendenza dell’UE dall’oro blu russo con il trasporto diretto in Europa Centro-Meridionale di 63 Miliardi di metri cubi di gas all’anno.

Noto anche come Gasdotto ortodosso, il Southstream è sostenuto politicamente dal Cremlino e dai Paesi dell’Europa Occidentale che alle iniziative comuni della Commissione Europea preferiscono perseguire il proprio tornaconto nazionale, come Germania, Francia, Olanda e Belgio.

Sul piano economico, il Southstream è compartecipato dal monopolista statale russo Gazprom, posseduto per più della metà dal Cremlino, dal colosso italiano ENI, dalle compagnie tedesca e francese Wintershall ed EDF, e da quelle nazionali di Montenegro, Slovenia, Serbia e Macedonia.

Matteo Cazzulani

Il Nabucco al via in Bulgaria

Posted in Guerra del gas by matteocazzulani on October 24, 2012

Durante la riunione del Consiglio Europeo, il Primo Ministro bulgaro, Boyko Borysov, dichiara l’avvio della costruzione del gasdotto dalla verdiana denominazione nel proprio Paese. L’esempio di Sofia per la diversificazione delle forniture UE

Sofia e Tallinn dicono si all’Europa e no alla Russia, nella giornata di lunedì, 22 Ottobre, il Primo Ministro bulgaro, Boyko Borysov, ha dichiarato l’intenzione di avviare nel mese di Gennaio la costruzione della prima tratta del Nabucco.

Come riportato dall’autorevole agenzia BNT, durante il Consiglio Europeo di Bruxelles, Boyko ha sottolineato l’importanza che il gasdotto dalla verdiana denominazione ricopre per la sicurezza energetica della Bulgaria.

Progettato dalla Commissione Europea nell’ambito del piano di diversificazione delle forniture di gas per l’UE, il Nabucco e concepito per trasportare gas dall’Azerbaijan direttamente in Europa dalla Turchia Occidentale fino al terminale austriaco di Baumgarten attraverso Bulgaria, Romania, ed Ungheria.

Nel progetto, la compagnia bulgara Bulgargaz possiede il 16,67% delle azioni al pari della compagnia austriaca OMV, della romena Transgaz, dell’ungherese MOL, e della tedesca RWE.

Alla meta di Ottobre, il Nabucco ha ottenuto il sostegno politico di Turchia, Austria, Bulgaria, Ungheria e Romania tramite un accordo intergovernativo firmato a Vienna.

Oltre all’impegno nel Nabucco, la Bulgaria ha avviato un piano di costruzione di nuovi gasdotto per collegare il sistema infrastrutturale nazionale a quello di Turchia, Serbia, Grecia e Romania e, così, diminuire la dipendenza dalla Russia.

L’Estonia dice no al NordStream

Una forte posizione in favore della politica energetica della Commissione Europea e stata presa, su un altro settore, dall’Estonia. Come riportato dall’agenzia Eesti Paevaleht, il Ministro della Difesa, Urmas Reinsalu, ha inviato una lettera al Ministro degli Esteri, Urmas Paet, affinché Tallinn non esprima il suo appoggio all’ampiamento nelle acque territoriali estoni del gasdotto NordStream.

Il titolare del Dicastero della Difesa ha invitato il Capo della Diplomazia dell’Estonia a non accettare la partecipazione in un progetto la cui realizzazione costituisce un serio pericolo per la sicurezza nazionale di Tallinn.

Il NordStream e stato progettato dalla Russia in partnership con la Germania per veicolare gas russo direttamente in territorio tedesco attraverso il fondale del Mar Baltico, con il vero scopo di isolare energicamente Paesi dell’Unione Europea politicamente osteggiati dal Cremlino come Lituania, Polonia, Estonia e Lettonia.

Ampliando l’afflusso di gas russo nel Vecchio Continente, la Commissione Europea ha inizialmente criticato il progetto. L’opera di lobby politica della Germania, coadiuvata dalla Francia, ha pero permesso la realizzazione del NordStream ed il riconoscimento all’infrastruttura del patrocinio di Bruxelles

Matteo Cazzulani